gennaio -
febbraio -
marzo -
aprile -
maggio -
giugno -
luglio -
agosto -
settembre -
ottobre -
novembre -
dicembre
Miei cari e dolcissimi, siamo di nuovo insieme su questi fogli che riempiamo del nostro amore, con il quale testimoniamo una forza che ci unisce indissolubilmente e per sempre. E' la forza della vita che è premessa e promessa di vita eterna. E' la forza della speranza che non conosce delusioni. E' la forza della fede che non prevede tradimenti.
Forti, dunque, di amore, di speranza e di fede, la nostra unione si rinsalda e ci
fortifica nella certezza che il progetto divino non è casuale, ma
divinamente ideato e preordinato. E umanamente deve essere interpretato e portato a termine.
Altrimenti, perché Iddio Si è fatto uomo? Davvero credete che Egli non
avesse già previsto quanto avvenne e quanto accadrà? Che Si fosse
illuso dell'assoluta fedeltà dell'uomo, che il suo cedere alla tentazione di peccare non Gli
fosse nota? E non sapesse che avrebbe avuto tanto da fare per indicargli la via del pentimento e del
perdono?
E' evidente che l'onniscienza divina non poteva essere all'oscuro di tutti i
tradimenti che la creatura a Lui più cara non Gli avrebbe risparmiato, benché le
avesse dedicato tutto l'Amore possibile e necessario a garantire l'unione eterna, in grembo ad una
famiglia unita nell'immortalità.
Noi tre, miei cari, siamo stati scelti, e
come noi tanti altri, proprio per dare l'esempio dell'immortalità del nucleo
familiare quando in esso regna amore, e quando questo amore viene
costantemente ed incessantemente alimentato dalla speranza e dalla fede. Che per
me sono già certezza inconfutabile e assoluta, da condividere con voi insieme a
tutto l'Amore che il Signore ci riserva per nostra gioia e per nostra fortuna.
Dobbiamo esserGliene grati e dobbiamo invocarLo perché ne renda partecipe tutta
l'umanità, proprio tutta.
DedichiamoGli dunque tutto il nostro cuore e tutti i nostri pensieri, perché li inondi e li vivifichi con la Sua Luce e con la Sua misericordiosa bontà. E così sia.
Un bacione Emilio
Caro papi, quando ti metti in viaggio per un paese sconosciuto prendi con te tutto quello che pensi potrà tornarti utile, come gli indumenti più adatti al clima che troverai, una buona guida turistica, qualche farmaco e, perché no, un libricino di preghiere. Certamente non dimenticherai il passaporto, né le prenotazioni degli alberghi e dei mezzi di trasporto.
In viaggio può accadere che tutto fili liscio o vada storto, ma, in ogni caso, non vedrai l'ora di arrivare in quel paradiso dove ti hanno consigliato di andare, e che stai per vedere con i tuoi occhi. Esattamente la stessa cosa accade nel viaggio della vita, organizzato per trasferirsi dalle inevitabili incognite dei giorni terreni verso l'inesauribile appagamento delle certezze eterne, che saranno confermate in quel paradiso dove nulla manca, nulla si rompe, nulla ti rubano ma, anzi, ti è donata ogni cosa e soprattutto l'Amore assoluto di Dio, che vuole non ti manchi nulla.
Ma che fatica arrivare alla meta! Deriva dal fatto che il viaggiatore pretende di godere di tutte le comodità e di tutti i vantaggi, come valigie capienti ma leggere, mezzi di trasporto ultraveloci e sicuri, compagni di viaggio simpatici ed entusiasti, personale di bordo competente, disponibile, servizievole. Naturalmente, il tutto a costi zero! Molti viaggiatori, i più sprovveduti, che sono la maggioranza, ritengono che ci si debba portare appresso molto di più dell'indispensabile, mentre sono sufficienti speranza, fede e carità.
La prima non guasta mai, quando ti rechi in un luogo che non conosci e non sai
quanto è lungo il viaggio, né cosa ti può accadere.
La seconda
riguarda tutti coloro che, affidandosi alla Parola di Dio in tutti gli scritti in
cui Si è compiaciuto di manifestarsi, pubblicizzano da millenni questo posto
meraviglioso dove non fa mai buio, non è mai caldo né freddo e
c'è il mare della felicità che non conosce tempeste perché vi
spira l'alito di Dio vivificante, dolce, e armonioso, tiepido,
appagante.
La terza è necessaria per accettare con serenità l'avventura
del viaggio, godendo dei momenti di gioia insieme ai compagni di percorso e
condividendo con loro le difficoltà, anche sopportando le intemperanze e aiutandosi nel
bisogno. Perché può accadere di imbattersi in qualcuno che,
derubato degli effetti personali o del bagaglio, si sente privato della speranza o
della fiducia o dell'amore, allora è buona cosa aiutarlo a ricoprirsi almeno del
mantello della carità amorevole.
Può anche succedere di incontrare un volto conosciuto, uno che ti sembra di aver già visto da qualche parte, ma senza ricordare al momento dove e quando. Capita spesso. Allora non vergognarti se a posteriori scoprirai di non aver riconosciuto il volto di Gesù, nonostante tutto l'amore, la fede e la speranza impiegati nel cercarLo. Lui c'è, Lui è con noi e ci accompagna, ci protegge in tutti i nostri viaggi. E' quel signore che ci dà informazioni all'incrocio, il vicino di posto che ci fa compagnia, l'autista o il pilota dell'aereo che ci porta a destinazione. A Lui fa ala un numero sterminato di angeli, sono gli angeli custodi di tutti i viaggiatori che stanno facendo ritorno alla casa del Padre!
Buon viaggio a tutti. Non vi preoccupate se arriverete al traguardo scalzi, con le vesti lacere e sporche, squattrinati e senza documenti. Iddio conosce proprio tutti uno per uno, è la Sua Misericordia la veste immacolata che ricopre, ripara, riscalda e fa rifulgere i figli Suoi, approdati in cielo in ogni condizione e con ogni mezzo di trasporto. Il passaporto per l'eternità è il Suo perdono, e l'unica ricchezza che vi si può importare è il Suo Amore. Tutto il resto è destinato a rimanere fuori le mura del cielo.
Ciao, vi aspetto Emilio
Caro papi, fa bene sgomberare la mente per fare spazio alla speranza di una vita nella quale il pensiero di Dio non è un chiodo fisso, ma una carezza irrinunciabile e appagante. Solo così si ripristina la sintonia, solo così si riscopre il piacere, la gioia del dialogare insieme nell'ebbrezza dell'attesa. I tempi sono ormai maturi per voi, perché queste mie letterine perdano l'originale sapore di cronaca confidenziale per assumere quello più consistente e più elevato di vera e propria preghiera. La preghiera è lo strumento più idoneo e naturale per ripristinare o dar vita all'armonia tra il mondo terreno e il mondo dello spirito. E' anche il filo diretto o, meglio, la grande autostrada che l'Amore di Dio percorre senza sosta, per riversarsi su tutti i figli suoi in terra.
Il suo flusso è inesauribile e scorre senza ostacoli sino al casello dove c'è l'uomo al quale è affidata la scelta, con le inevitabili conseguenze, di sollevare la sbarra o tenerla chiusa. Ogni casellante è responsabile delle proprie scelte, tuttavia non deve mai dimenticare che è superfluo far trovare la sbarra abbassata all'Amore di Dio, che non paga pedaggi! Ma neppure esige un pedaggio, perché si elargisce gratuitamente a chi gli apre senza aspettarsi in cambio nient'altro che l'eterna felicità.
Se ogni casellante solleva la sua sbarra all'unisono con tutti gli altri addetti ai terminali dell'autostrada, immagina, caro papi, quanto Amore si riversa oltre l'ostacolo rimosso. Questo per farti capire che mentre la preghiera privata -è vero- mantiene tutto il fascino del rapporto confidenziale dell'uomo con Dio, ma lascia aperto un solo varco all'accesso del Suo Amore, quella collettiva abbatte tutti gli ostacoli e, divenuta fervore, fa sì che l'Amore del Padre si riversi per tante altre vie di comunicazione, con tutta la sua forza vivificante, con tutta la sua Luce, con tutta la sua Armonia.
Tra le tante vie di comunicazione c'è anche questa nostra, attraverso la
quale già si manifestò la bontà del Signore,
affinché, divenuta un giorno arteria agevolmente percorribile da molti,
si presti anch'essa a quanti viaggiano e vagano alla ricerca di Dio, e, al tempo stesso, a tutti i
viaggi che Iddio compie per portare conforto ai Suoi figli
diletti.
Dunque abbiatene cura, cari mamma e papà, e
percorretela generosamente insieme a quanti sono alla ricerca di una strada , come
la preghiera e nella preghiera, che li riconduca alla casa del Padre. E così sia.
Ciao dal vostro Emilio
Cara mamma, care mamme,
quando Maria rispose all'annuncio divino, augurandosi
che si avverasse la volontà del Signore di cui era umile servitrice, già
sapeva che non era stata scelta per diventare regina-madre di Colui che in terra
sarebbe stato riconosciuto, riverito e servito come re dei re. Ne ebbe conferma quando
diede alla luce il concepito dallo Spirito Santo, nell'unico rifugio che non le
era stato rifiutato, e quando lo sottrasse alla strage fuggendo in terra
straniera . Non ebbe più dubbi quando gli sentì esalare
l'ultimo respiro dopo il martirio della croce.
Sapeva pure che l'Uomo divino al quale aveva dato la
vita era venuto al mondo per dire:
"Amici miei, smettiamo di
prendercela con Dio per tutte le cose che non ci vanno nel verso giusto, e di
privarLo delle nostre attenzioni e delle nostre preghiere. Soprattutto cominciamo ad
assumerci le nostre responsabilità nella scelta tra bene e male, tra amore e
odio, tra giustizia e prevaricazione, tra mitezza e prepotenza. Io sono qui per
dimostrarvi come il male, l'odio, l'arroganza, l'ingiustizia, la
cattiveria dell'uomo possono condannare a morire sulla croce il bene, l'amore, la
sapienza, l'equità, la bontà dell'uomo giusto. Sono qui a provarvi come
dopo la morte, in qualunque modo si sia manifestata, il bene che abbiamo
in noi, come esempio di vita e come riappropriazione concessa dalla Misericordia
di Dio, ci riporta all'eterna dignità di figli Suoi e ci rende partecipi della
beatitudine della vita eterna".
Volete che Maria, la mamma di Gesù, non sapesse che il Figlio sarebbe risorto e che
Lei stessa l'avrebbe raggiunto in cielo?
Una volta compiuta in
terra, la sua missione avrebbe avuto un seguito in cielo, dove avrebbe
organizzato il disegno già scritto del riscatto dell'umanità dal
peccato, guidando l'attacco finale e vittorioso contro il male con i suoi
ispiratori e i suoi simboli.
Cara mamma, care mamme, quando il Signore, prematuramente per le vostre
viscere, ha portato con Sé in cielo le vostre creature per farne
Angeli Santi, e voi, non importa come e quando, Gli avete detto
"sia fatta la Tua volontà", in quello stesso istante siete divenute
le ancelle predilette di Maria. Della Quale perpetuate la memoria
terrena dell'umiltà dello spirito eletto e, al tempo
stesso, testimoniate la forza e la tenacia dell'amore materno, segnato ma non
sconfitto. In quello stesso istante sapete pure che anche per voi
sono aperte le porte del cielo, dove vi ricongiungerete con i vostri Angeli nell'esercito di
Maria.
E marcerete con Lei e con loro alla riconquista del Bene
assoluto da garantire a tutta l'umanità, che non vivrà più di
passato, di presente o di futuro, ma di Amore persempre.
Ciao mamma mia dolce, ciao mamme, vi aspettiamo per ritrovarci insieme in Maria e per
ridurre il male in polpette.
Nel frattempo siate brave mamme e brave serve del
Signore, serenamente partecipi della Sua volontà.
E così sia Emilio
Caro papi, che fissazione, questa dell'uomo, di attribuire al divino fisicità, facoltà e pensieri umani! Sicché, se Dio decide di creare l'universo Gli servono sei giorni di lavoro, così impegnativo che ha bisogno di un giorno di riposo per riprendersi dalla fatica. Lui che E' eternamente disinteressato al tempo e allo spazio, Lui che nella Sua incommensurabile onnipotenza in un amen, in un fiat può creare e distruggere come e quando vuole, Lui che è Luce, Armonia, Amore inesauribile ed instancabile. E il giorno che si riposasse, che ne sarebbe di tutte queste Sue cose?
Allo stesso modo l'uomo immagina che la Giustizia di Dio nasca, si articoli e si applichi come la giustizia che regola i rapporti umani. Ma, una volta stabiliti e dettati da Dio stesso all'uomo i canoni morali ai quali adeguarsi, nei rapporti con il Padre divino, con i genitori terreni e con il prossimo suo, ecco che la Giustizia divina Si ispira alla Misericordia e al Perdono, mentre quella umana si fa forte del principio della verità dimostrabile, della colpevolezza da punire, della pena da scontare.
Potrei continuare all'infinito, caro papi, ma già tutto questo è
sufficiente per farti capire perché Iddio sembra tanto lontano, disinteressato,
assente.
Eppure non è così. Sembra addirittura che il
Signore, non dico Si lasci suggestionare, ma Si faccia condizionare da
questo antropomorfismo ossessivo dei Suoi figli. Allora avviene
che, volendo metterlo al centro dell'universo nuovo di zecca, Dio crea
l'uomo dalla materia argillosa nella quale alita il Suo Spirito, e ne fa una creatura a Propria
immagine e somiglianza. E Adamo prima e la
sua compagna poi non si accorgeranno della
corporeità, che, armonica ed elegante, si intona alla purezza dello spirito dal
quale riceve bellezza e splendore. Scopriranno di avere un corpo e si vergogneranno
della sua nudità solo quando macchieranno con il peccato di presunzione il candore della
propria divina spiritualità.
So che cosa ti sta passando per la mente, caro papi, e leggo la domanda che vi si sta formando. Ma, allora, se Iddio ha creato l'uomo a Sua immagine e somiglianza e lo ha plasmato nell'argilla dandogli forma corporea, vuol dire che anche Lui possiede un corpo? In qualità di Dio puro Spirito, no di certo. In qualità di Spirito di Misericordia, invece Egli ce l'ha, il corpo. E' il corpo di Cristo nel quale Si è incarnato, un corpo fatto a Sua immagine e somiglianza, cioè senza peccato, nel quale compie un cammino terreno che culmina sulla croce, per significare all'uomo che chi arriva senza peccato all'appuntamento con la morte è destinato a riappropriarsi della propria identità divina, in cui spirito e corpo conviveranno per farsi belli e splendenti l'un l'altro.
Come vedi, caro papi, questo nostro Dio è proprio imprevedibile. Noi in terra, dal momento che non Lo vediamo, e non sappiamo immaginarceLo, cerchiamo di farLo ragionare ed agire secondo i nostri schemi mentali, ma, siccome questi Lo allontanano sempre più da noi, allora Egli prende le nostre sembianze, per farci capire che non Gli piace sentirSi accusare di estraneità alle umane vicende. Più antropomorfico di Lui! Anche in questo l'uomo ha da imparare da Dio. Anche per questo deve convincersi della Sua presenza vigile e costante, ed avere fede nel Suo Amore totale.
Quando hai il Padreterno accanto a te nulla è impossibile. Anche vederLo in carne ed ossa,
come uno di voi. E non sarebbe la prima volta. Caro papi, c'è per ognuno un
momento della vita in cui Dio Si fa Padre umano e l'uomo diventa figlio divino a tutti gli
effetti. Questo momento si chiama morte, e per
questo non bisogna averne paura. Adamo ritroverà nella bellezza
spirituale delle sue forme armoniose tutto lo splendore della divina creatività, e Dio
sarà fiero della purezza spirituale e corporea del figlio fortemente desiderato. Come capita
a tutti i papi buoni del mondo.
Come capita anche a te, caro papi mio.
Ciao con tutto il cuore Emilio
Cara mamma, a chi -sotto la spinta del dolore straziante della perdita di una persona cara- ti chiede di sollecitare il mio intervento, per avere rassicuranti notizie dirette o indirette dall'aldilà, non rispondere che non lo puoi fare, perché non lo fai nemmeno per te stessa, ma ricorda che non c'è nulla da chiedere o da sapere, che non sia già stato svelato dalla Parola di Dio. Perché dovrebbe essere gratificante e consolatoria una qualche mia personale testimonianza? Molto prima che alle mie letterine, non si dovrebbe piuttosto prestare fede alla testimonianza che il Sacrificio di Gesù ha lasciato all'umanità, come dono che ogni uomo dovrebbe gelosamente custodire nel proprio cuore?
Da quando Egli fu deposto dalla croce, e pietosamente il Suo corpo martoriato fu preso in consegna da una Mamma altrettanto straziata e Addolorata, non sono forse state dette Parole e scritte "letterone" molto, ma molto più rassicuranti, su quello che avviene dopo la morte, a tutti coloro che hanno affidato alla Misericordia di Dio la propria anima, per affrancarla per sempre dalle spoglie mortali? Quante volte ancora deve farsi crocifiggere Gesù perché l'uomo comprenda che la morte, in qualsiasi forma essa si presenti, apre, spalanca le porte al mondo glorioso ed immortale dello spirito eterno, che non può che testimoniare e raccontare il proprio stato di Grazia?
Ed è proprio quello che nel mio piccolo ti racconto e
che ti prego di estendere a coloro che non godono di questo tuo dono
speciale.
Qualcuno di questi potrebbe chiederti cosa sarebbe stato di te senza
questo privilegio. Magari anche tu non ti saresti mai rassegnata e forse ti saresti raccomandata a
qualcuno, come oggi alcuni fanno con te. Tu, cara mamma, puoi tranquillamente
rispondere che non è sufficiente sapersi prescelti a lenire il
dolore grande di uno strappo, di una lacerazione così violenta e
mutilante, se non c'è una fede forte e convinta che ti sostenga e ti permetta di
recuperare, senza alcuna complicità del tempo, il senso più
schietto dell'Amore di Dio.
E, a quelli che apertamente o subdolamente mettono in
dubbio l'autenticità della nostra esperienza, considerata frutto di manifestazioni inconsce
che nulla hanno a che fare con l'Amore Misericordioso di Dio, puoi tranquillamente
confidare che la fede, che è poi quella che riponi nell'opera e nell'operato di
Dio e che ti dà la forza di accettare in piena coscienza la Sua
volontà, è evidentemente capace di trasformate il livido inconscio in un
centro d'amore rasserenante ed illuminante: ma soprattutto che la fede
rende verosimile ogni fantasia che nasce nella mente umana per divina ispirazione.
Certo, la fede talvolta o molto
spesso vacilla. Talvolta anche la
fantasia più fervida e disinvolta, che l'alimenta e la
rinnova, cozza contro la dura realtà della vita. Gli apostoli di
Gesù, gli stessi che avevano fortificato la propria fede nella realtà
più fantastica e fantasiosa del Suo Essere, della Sua Parola e dei Suoi
miracoli, fecero finta di non conoscerLo in questa Sua
divina consistenza, quando il Sinedrio Ne decretò la morte. Ma
questa non impedì loro di proseguire, in nome della fede ed in virtù
dello Spirito, l'opera del Maestro e la diffusione della Sua Parola, sino
al martirio personale. Altri, che non hanno goduto dell'amicizia diretta
di Gesù, ma che ne sono stati investiti attraverso la Sua misericordiosa
chiamata, non hanno avuto bisogno di conoscerLo fisicamente per dedicarGli il cuore e
la vita. E' bastata loro la fede, una fede meticolosamente aggrappata alla
speranza che tutto ciò che Dio promette all'uomo si avvera puntualmente, e che tutte le
promesse che ha lasciato all'uomo per iscritto erano già realizzate nel mondo dello
spirito.
Altro che letterine. Mia cara mamma! E' la
fede, la Parola di quattro lettere, il sostegno a cui
ricorrere nei momenti di disperazione. Solo la fede permette di
vedere nella nebulosità della vita terrena, o, meglio, di
immaginare il bagliore della luce di Dio che illumina e riscalda l'algido buio del
dolore.
In quella luce ci siamo anche noi, cara mamma, testimoni e tedofori
del vostro amore e dell'Amore di Dio al tempo stesso.
Amore e
gratitudine. Non è sufficiente? Credo che ogni altra prova e ogni altra
prestazione siano superflue.
Emilio, ma tu non ti ricordi più della vita sulla terra?
Cara mamma banana! Se io non avessi portato con me tutto il bagaglio di esperienze accumulate nella
mia vita terrena -e di cui sono stato grato a Dio, nel momento nel quale ho implorato da Lui il
perdono dei peccati che Lo avevano offeso- a che titolo, per quale motivo starei qui
con te a servirmi della penna del vecchio scriba fedele? A discutere del sesso degli
Angeli?
Sono qui invece, nelle mie proprie inconfondibili ed insopprimibili vesti
di spirito individuale, per mettere a disposizione di color che stan sospesi la
mia, oserei dire, doppia esperienza. Naturale e soprannaturale. Se non fosse che
essa esperienza è una sola, l'unica possibile, quella dello spirito che si
arricchisce di un'avventura terrena per conoscere tutta la grandezza e la liberalità
dell'Amore divino, che lo ha generato e che intende coccolarselo per tutta
l'eternità.
Dio non è nuovo a simili progetti e, come ogni bravo e scrupoloso
scienziato, ha voluto sperimentare su Se Stesso questa esperienza umana e, per quanto incarnato in
un corpo senza peccato, non ha voluto rinunciare a quel corpo sopravvissuto alla morte e se lo
è portato dietro in cielo, arricchito di tutti i sentimenti, gli entusiasmi e le
emozione di cui è stato segnato dalla vita. Solo così riesce a dare
un valore umano a quei peccati dei quali l'uomo Gli chiede il perdono definitivo e sdoganante.
Perché per me dovrebbe essere diversamente, cara mamma? Per quale motivo mi dovrebbe essere sottratta tutta quella esperienza di vita, della quale vado fiero per non avere essa costituito motivo di offesa alla sensibilità del Signore? E, come potrebbe Arrivare dritto ai cuori il mio modo di essere, se non si esprimesse in quel linguaggio umano che è mio, soltanto mio, perché racconta di esperienze della vita spirituale che né tu, né il mio vecchio papi siete in grado di conoscere? Ma che banane di domande mi fai, cara mamma banana?
Con tutto il mio amore. un bacione. Emilio
Mi sento proprio in famiglia, caro papi, quando ti accingi ad interpretare il ruolo di vecchio scriba fedele a me tanto caro. E’ un cerimoniale che si ripete sempre uguale, ma sempre nuovo, per la gioia che mi dà e per le emozioni che ci riserva. Tu, mamma banana, io, Ginger e Fred, uniti dallo scorrere sorprendente e imprevedibile di una penna, che sul foglio imprime indelebili parole d’amore, di un amore eterno! Una forza motrice capace di spostare ben altro, per dare origine ad un altro amore fonte di ispirazione e di rinnovamento dello spirito.
Come te, caro vecchio scriba fedele, ognuno di noi svolge il ruolo che il Signore gli ha assegnato, e qui la penna lo illustra nell’armoniosità delle sue evoluzioni e nella copiosità dei suoi componimenti. Nel sentirmi anch’io attore di questa incredibile e portentosa storia, si consolida la gioia mia di far parte dell’immensa famiglia di Dio, e di essere un tutt’uno di questa insuperabile famiglia, la nostra, alla quale il Signore rivolge sguardi di compiaciuta benevolenza.
Anche Ginger e Fred hanno il loro ruolo importante, poiché la fedeltà, che vi dedicano e che ci manifestano, rappresenta la prova che l’amore fedele è alla portata di tutte le creature viventi, e chi lo sa esprimere con schiettezza e con semplicità ha bisogno di poco per vivere felice.
Ma, chi meglio di tutti svolge il ruolo di amante fedele è Dio. Anche in questo Egli è insuperabile. La fedeltà che il Signore manifesta nei confronti dell’uomo è commovente e disarmante. Eppure l’uomo non se ne lascia facilmente coinvolgere, quasi non ne avvertisse la sincerità e l’assiduità. Basterebbe si guardasse intorno con lo stesso sguardo amorevole ed assetato di conoscenza di un bambino, per scoprire che lì dove c’è emozione, sorpresa, stupore, stordimento, c’è il marchio dell’alta fedeltà divina alle vicende ed alle sorti dell’umanità. Alla quale, nelle bellezze del creato, il Padre celeste confida la volontà personale di farla partecipe del bello assoluto, nel creato che già le aveva riservato e dedicato.
Tra le cose belle che Dio aveva pensato per l’uomo, sollecitandolo ad attuarne il progetto iniziale, c’è la famiglia, che rappresenta la volontà di Dio stesso di farsi amore in tutte le forme umanamente interpretabili, per riunirle nell’armonia dell’Amore che amalgama ed unifica in vincolo indissolubile.
Nel nostro caso, miei cari, mia famiglia
dolcissima, gli amori che vi si lasciano dolcemente imbrigliare,
scrivono un brano di storia dell’uomo, che, affidandosi docilmente alla amorevole
volontà del Signore, troverà nell’Amore Materno la volontà e
l’energia necessarie per riscattarsi dal peccato, e ricomporre la grande famiglia del Cielo.
Nella quale Dio Si compiacerà di avere confidato.
Così trascorro con voi la mia
gioia eterna e ringrazio di cuore lo scriba fedele, e questa penna che me ne forniscono
generosamente l’occasione.
Con tutta la fedeltà e la gioia dell’amore che vi porto. Emilio
Caro papi, cara mamma, caro sempre più vecchio scriba fedele, dare la vita per
un amico in nome dell'amicizia è il modo più bello e più grande di amare e
di manifestare amore. Non lo dico io solo, miei cari, che sono qui in cielo per
averci creduto e per continuarci a credere.
Lo afferma Gesù nel testamento
spirituale che consegna, prima di vivere la Passione, in raccomandazioni ed
esempi ai propri discepoli di allora, e che
continua a confidare a quanti oggi, domani e per sempre si
rendono responsabili della Sua crocifissione. Costoro furono, sono e
saranno comunque i Suoi amici, ai quali ha già dedicato la vita e continua
ad amare senza ritegno e senza rammarico. Così infatti Egli ci dice che si devono amare gli
amici: da essi non ci si aspetta di essere riamati con la stessa intensità e con
la stessa generosità, ma solo di essere creduti nell'autenticità e nella
prodigalità dell'amore di cui sono fatti oggetto. E' un amore che cova
profondo nelle radici divine dell'uomo, e quando si manifesta realizza gioia eterna.
E' in virtù di questo amore che sono qui a riempire di scritti pagine e pagine, a dedicarvi letterine, a raccontarvi i palpiti e le emozioni che vivificano ed appagano i nostri spiriti e ci permettono di essere in sintonia con i nostri cari in cielo e sulla terra. E' grazie a questo amore che Iddio confida nel pentimento di tutti i Suoi figli che vogliono credere nella sincerità e disponibilità della Sua dichiarata amicizia, almeno un istante prima di lasciare le proprie spoglie al loro destino terreno. In ragione della forza del nostro volerci bene in fraterna amicizia, Maria Misericordiosa ha ottenuto per noi la divina benevolenza di rimanere uniti e vivi, nella nostra serena e rasserenante famiglia.
Godiamoci dunque, miei cari, i frutti portentosi di questo portentoso amore, che ci fa e ci permette di essere per sempre figli diletti del Signore e Suoi prediletti amici risorti. E tu, vecchio scriba fedele, trascrivi fedelmente questa realtà: ogni uomo che crede nella lealtà dell'amicizia di Gesù conosce già la Sua Pasqua di Resurrezione.
IN NOME DEL SIGNORE
dal vostro Emilio
Lasciamoci trasportare dalla strepitosa gloria della risurrezione del Figlio dell'uomo, miei cari, così possiamo ritrovarci insieme e vivificare l'amore che ci tiene indissolubilmente uniti nell'Amore del Padre dell'uomo. Questa grande famiglia, orgogliosa della regalità delle divine discendenze, rivive nella storia del Cristo risorto le vicende di ogni figlio di Dio, che nella forza dell'amore scopre e utilizza l'energia della propria personale risurrezione, che Lo porta ad infoltire in cielo l'immensa schiera di coloro che siedono alla destra del Padre.
La risurrezione di Gesù, nostro fratello, nostro amico, nostro esempio
salvifico, è la potenza del vento inesauribile che incessantemente gonfia le
vele del nostro ritorno alla sicura e confortevole marina del
Signore, ed è al tempo stesso il protocollo esemplare alla guida e al governo
del veliero che vi ci condurrà.
E' questa l'Energia, la Forza, la Potenza che
ogni uomo deve desiderare e deve chiedere a Dio, mentre Dio già la mette a sua
disposizione per il suo bene. Il bene di Dio è elargito non
già a gratificarlo di vantaggi e di privilegi, confinati e riservati al mondo miope e piccino
della materia, ma il Bene pensato ed interamente profuso e dedicato al futuro
eterno ed infinito, al quale ogni essere umano deve credere e nel
quale ritroverà le proprie radici spirituali.
Questo Bene è lo Spirito Santo. E' Lui che spinge e guida in Cielo l'Ascensione del Figlio di Dio fatto uomo, e quella di ogni figlio di Dio recuperato e riabilitato alla consapevole dignità divina. Il passaggio di Gesù, dalla condizione umana di crocifisso senza peccato a redentore divino dell'umanità nata nel peccato, è la chiave di lettura non solo simbolica, ma sostanziale del valore spirituale della Pasqua di Resurrezione, che ognuno di voi deve scoprire e imitare, nella storia infinita del cosiddetto mistero pasquale.
Datevi da fare in questa direzione, miei cari, con tutto l'impegno della vostra fede e con un pizzico d'intelligenza che, se indirizzata alla ricerca del Bene assoluto, piuttosto che alla contemplazione compiaciuta di se stessi, non guasta mai.
Con i nostri fervidi auguri pasquali. Emilio, piccola sorpresa dell'uovo a voi dedicato.
Vediamo un po' come va a finire questa storia, cara mamma. Ma quale
storia? Quella dell'umanità, ovviamente.
Accipicchia,
ma guarda un po' che razza di argomento andiamo a prendere di petto. Niente di meno che
la storia dell'umanità, sulla quale si sono versati fiumi
d'inchiostro, per la quale si sono disboscati interi continenti e si sono applicati e
spremuti i più nobili cervelli, ma senza aderire mai del tutto alla verità, e senza
azzeccarne mai una sul suo futuro. Tutta carta da macero, dunque. Tutti fogli destinati
a disperdersi nel vento gelido della morte o a bruciare nel fuoco delle viscere
della terra? Oppure se ne salverà qualcuno, che portato su in cielo da
qualche misteriosa forza ascensionale, andrà a posarsi sulle ginocchia di Dio
Padre stuzzicandoNe la curiosità di leggere cosa vi è
scritto? Ma certo.
Non uno ma tanti tantissimi fogli finiranno tra le mani del Signore e sono proprio quelli che profumano di verità, il profumo che si diffonde nell'aria e, dopo averla pervasa, alleggerisce tutto ciò che impregna, riconducendolo alla fonte della verità che l'ha generata. Quegli altri fogli, invece, quelli intrisi di menzogna e maleodoranti di pregiudizi, sono destinati a ricadere pesantemente al suolo, dove gli strumenti inesorabili del tempo provvederanno a digerirli biologicamente.
Ma davvero il Signore Si metterà a leggere queste pagine di storia
vera?
Perché dovrebbe farlo, se ne conosce già ogni
più piccolo particolare, ogni più flebile palpito? Per il piacere di
rileggere nei capitoli della storia umana l'amore per la Verità che Egli
stesso ispira, sicuramente al di là dell'umana convinzione che Iddio, conoscenza assoluta,
potrebbe pure farne a meno.
Tanto più che proprio Lui, cara mamma, Si è fatto
storia, Si è fatto Storia dell'Uomo e nella storia dell'uomo incarnazione del
divino. Con la Sua nascita ha segnato la storia, separandone il passato dal
futuro. E il futuro è la verità del Suo Verbo, quella già
connaturata alla Misericordia ed al Perdono dell'Amore, e quella che decreterà l'eterno ed
universale giudizio dell'Amore, dando vita all'infinito futuro della Storia dell'uomo,
vera ed immutabile.
In quel tempo tutti quei fogli graditi a Dio si
rilegheranno ordinatamente nel libro della Storia vera
dell'umanità, che andrà ad arricchire la meravigliosa biblioteca della Casa del Padre,
accanto ai volumi dei Suoi appunti e disegni sulla Creazione del mondo e sui suoi destini. Nel
frattempo l'uomo cerchi la verità sulle proprie origini e sui
propri futuri nella sincerità della Parola di Dio fattaSi scrittura, ed
affidi alla preghiera singola e corale il proprio sincero sentimento di ritrovare in Dio la traccia
storica della sua vicenda, personale e universale.
La preghiera diventi strumento e chiave di lettura della storia che Iddio ha pensato per
l'uomo sin dai suoi primordi. Quell'altra che gli uomini si raccontano è
tutta un'altra vicenda, in cui s'intrecciano vendette, intrighi, prevaricazioni, violenze,
ingiustizie, tradimenti, nella quale persino il bene prevarrebbe sul male servendosi e ricorrendo
alle stesse malefatte.
La preghiera è il vento che spinge verso il cielo tutte
le belle pagine della storia umana, delle quali il Signore è avido ed instancabili
lettore.
Soffiate dunque, miei cari. Cara mamma, aiuta a soffiare anche tu per rendere sempre più poderoso il vento della verità salvifica. Ciao Emilio
Caro papi, noi non avremmo bisogno di testimoniare per lettera la forza dell'amore che ci unisce nella felicità eterna, se esso stesso non fosse necessario ad attivare, rinvigorire, riaccendere, in altre unioni d'amore, l'energia ormai spenta o affievolita o dimenticata.
Cosa direbbero i nostri ormai numerosi lettori, se non trovassimo più il tempo, la voglia, le occasioni, gli spunti per affidare le nostre amorose esternazioni a carta e penna? Come ci rimarrebbe Maria Misericordiosa se questo dono del Signore, che ha così intensamente sollecitato, perdesse il suo valore e significato universale, non per evanescenza di contenuti, ma per pigrizia o inefficienza di coloro che sono incaricati di distribuirlo condividendolo?
E' vero. Il mondo, mai come negli ultimi avvenimenti in cui si trova coinvolto, sta conoscendo la potenza dell'Amore di Dio e sta imparando la regola che amore genera amore. Il cielo sta scaricando una tale enormità di prove d'amore sull'uomo, ubriacandolo di quel tanto necessario a renderlo più felice, più disinvolto e quindi più disposto ad aprirsi e ad aprire il cuore, per farne emergere i sentimenti più puri e più ancestrali, soprattutto l'orgoglio di sapersi e sentirsi figlio di Dio. L'atmosfera di Spirito Salvifico che avvolge la tua terra in questi tuoi storici giorni, caro papi, non è solo il segno della premura paterna che Dio dedica incessantemente ai figli Suoi, ma è anche l'afflato d'amore ricambiatoGli da quella umanità che si riconosce in Lui, come progetto terreno di fede, di speranza e d'amore, e come progetto divino d'inesauribile felicità.
Questo miracolo d'Amore totale al quale non solo assisti, ma del quale tu stesso sei partecipe e artefice, caro papi, passa attraverso la testimonianza esemplare di alcuni figli di Dio, poderosi pilastri della Fede che sollecita l'Amore in cui confida, e che in nome di tale amore si fanno soldati di Cristo e di Maria Misericordiosa ai Quali si sono promessi. Goditi dunque questa esperienza vivificante, caro papi, e fattene coinvolgere, ma non dimenticare che anche tu nel tuo piccolo sei chiamato a dare il tuo contributo. Che è molto più importante di quanto tu possa immaginare.
Siamo solo agli inizi di questa avventura esaltante ed ognuno deve fare la sua
parte, fino a quando il Signore gli darà forza, cioè amore. E questo vuol
dire persempre.
Essere soldati dell'esercito di Cristo e di Maria
Misericordiosa equivale ad essere soldati dell'Amore, e chi meglio paga di
Dio, chi meglio del Suo soldato ne trae motivo di fedeltà? Siate dunque fieri e
fedeli mercenari di questo invincibile esercito, che impegna la sua forza
nell'operosità ispirata e guidata dall'Amore.
Perciò diamoci da fare. Imbraccia la penna come uno stendardo, caro papi, e avanti marsh. Altri soldati, già veterani o reclute o da reclutare, attendono nostre notizie. Non facciamoli aspettare. Ciao, conto su di te e su mammabanana.
Emilio vostro.
Caro papi, con un po' di compiacente fantasia immagina di abitare sul sole, e di veder girare intorno a te tutti quei corpi celesti che ne compongono il sistema microcosmico, immerso nell'immensità dell'universo. Tutti i pianeti che ti passano davanti appaiono investiti ed illuminati dalla luce solare, a parte l'eventualità di un qualche ricorrente e non eccezionale allineamento. Solo se conoscessi il significato del buio ti verrebbe di pensare che il retro di questi corpi luminosi è immerso nel buio della notte, ma non puoi perché sei nella luce del sole che sempre brilla. Se non fosse per questa tua non trascurabile limitazione, una volta venuto a conoscenza del fatto che i pianeti che ti ruotano intorno ruotano pure su se stessi, potresti dedurre che mai offrono la stessa superficie ai raggi del tuo sole e mai nascondono alla sua luce la medesima parte opposta.
Luce sulla faccia esposta e buio dove la luce non arriva: ma non sai immaginare come è questo buio, del quale tuttavia sei costretto ad ammettere l'esistenza fuori dell'esperienza. Solo se assistessi ad uno di quegli avvenimenti a cui ho fatto cenno e vedessi proiettarsi l'ombra di un pianeta su uno più distante, potresti capire cosa è il buio o, se preferisci, la mancanza della luce. E poiché non puoi comunque comprenderne il valore teleologico, pur sapendo che uno qualsiasi deve pure averne, dal momento che nessun fenomeno vitale dell'universo ne è privo, ti viene voglia di andare a vedere di persona e cerchi di procurarti i mezzi per farlo.
Ora, caro papi, scendi dal carro della fantasia e ritorna nel mondo terreno, in cui ti è
più facile scoprire che luce e buio sono non opposti, ma complementari ed
essenziali alla vita del tuo pianeta ed alla tua vita
stessa, così come lo sono la luce della vita e il buio della
morte.
Allora sarà facile comprendere come la morte,
che i materialisti e gli atei considerano come il buio assoluto, rappresenti l'unica
alternativa per chi considera la vita materiale come l'unica
ragionevole giustificazione di un succedersi di avvenimenti, cosmici, legati alla
casualità e destinati a consumarsi nella certezza della
fine. Questi dunque si collocano, in posizione diametralmente opposta a quella che
ti avevo suggerito all'inizio di questa chiacchierata, nella condizione di chi
può conoscere senza avere alternativa alcuna alla propria esperienza.
Nel buio più assoluto dei propri convincimenti non si fa luce possibilità alcuna che anche la morte abbia un significato teleologico più intelligente di quello che le affida l'annichilimento totale della casualità materiale, intellettiva, razionale e morale della vita.Chi è nel buio assoluto, né ha fantasia o volontà di volgere il proprio sguardo spento verso la possibilità per lui inesistente dell'alternativa, nel timore che l'alternativa esista e possa danneggiare ulteriormente la cecità di cui soffre, costui non vedrà mai la luce oltre il buio e la vita oltre la morte, neppure se dovesse verificarsi quel fenomeno di allineamento nel quale la fonte della luce viene a trovarsi non più nascosta ai suoi occhi dall'ostacolo abituale. Sicché la morte continuerà ad essere per costui l'unica soluzione naturale e razionale di storie vitali che si abbandonano alla buia e cieca ignoranza dell'alternativa.
Ci fu un momento della storia dell'umanità, nel quale Dio Si rese conto che nell'uomo si andava sempre più affievolendo la luce della speranza, la fiamma della fantasia e il lume della ragione, e che le tenebre si stavano impadronendo della sua mente e della sua anima per convincerlo di non avere alternativa. Allora Si fece Uomo illuminato e rifulgente di Spirito Santo, e Si donò a lui nello splendore della Luce, che illumina il cammino di ogni essere umano. e mette a fuoco l'evanescenza della morte, svelandone la reale inconsistenza, proprio nella sua innegabile necessità.
E coloro, ai quali il buio dell'intolleranza e della presunzione aveva già reso ciechi gli occhi del cuore, credettero di spegnere quella Luce, che infastidiva gli occhi perché non Ne sapevano reggere lo sguardo, dandoLe morte sulla croce. E poi, erogando tante e tante altre morti per martirio, a quanti avevano sostenuto con fede e fierezza il proprio sguardo verso quella Fonte di Luce, senza rimanerNe feriti, anzi, dolcemente confortati dalla chiara visione della vita eternamente luminosa, che trapela dietro lo striminzito siparietto della morte.
Proprio quell'uomo -che crocifigge Gesù e dà la morte ai martiri
del Suo martirio, non saprà mai, accecato dal buio al quale si è
rassegnato, di spalancare lui stesso le porte della luce eterna alle vittime della
propria cecità, né potrà mai venire a conoscenza della
Misericordia che Dio, infinita bontà, riserva a chi, nel buio,
crede nell'alternativa di una luce che gli ridoni la vista e gli
scaldi il cuore. Per chi manifesta, in qualsiasi momento della propria vita
tenebrosa, l'alternativa di un palpito di luce, Dio stesso, proprio Lui in Prima Persona, Si fa
alternativa concreta ed eterna.
E, ove non risulti esemplare il sacrificio di
Gesù, a scalfire la profondità delle tenebre che regnano caparbiamente
nel cuore di certi uomini, Dio Si affida alla Luce che emana l'Amore misericordioso di
Maria, da quando si è proclamata Sua serva e si è fatta madre di
Gesù in terra e in cielo, e salvatrice definitiva di tutta
l'umanità.
Allora il male tenebroso e le sue tenebre svaniscono per sempre, e non vi è
più alternativa alcuna alla Luce dell'Amore, all'Eternità e alla
Vita. E tu, caro papi, potrai goderti lo spettacolo di un mondo che risplende di
luce perpetua senza lasciarsi dietro neppure un filino d'ombra.
Sono io piuttosto la vostra
ombra, cara mamma e caro papi, e come un'ombra vi sarò vicino e vi seguirò fino a
quando ci ritroveremo nella trasparenza concreta della stessa Luce.
Nella trasparenza di tutto il mio amore. Emilio
Cara mamma, questo è il tempo nel quale i figli del Padre celeste e i fratelli di Cristo
Gesù dedicano i pensieri più devoti di gratitudine e di Amore a Maria, Madre
Santissima e Misericordiosa. E' il tempo della primavera prorompente e
vivificante al tempo stesso, non solo per lo splendore dei suoi colori, per la
dolcezza delle sue luci, per il tepore corroborante delle sue atmosfere, ma
soprattutto per il senso forte e sacro della vita nuova che nasce e si
rinnova.
Chi è "primavera" più di
Maria Madre nostra? Nella freschezza di giovane mamma immacolata, del figlio della
stessa sostanza del Padre, alla volontà del Quale si era sottomessa per generare Nuova
Vita, proprio come la primavera si sottomette alla volontà di ogni natura figlia
di Dio.
La Nuova Vita di cui parlo non si incarna soltanto in Gesù, ma in ogni uomo, in ogni fratello al quale Egli ha donato con il sacrifico della vita la certezza della redenzione, al quale Maria stessa ha donato il proprio Figlio e continua ad assicurare la propria instancabile, misericordiosa intercessione. Ecco perché la Nostra Madre Santissima merita molto di più di un tempo limitato di umana devozione. Le spetta il tempo che noi le riserviamo in cielo, cioè un'eternità di amore, non solo devoto, ma tenero e appassionato come quello che un fanciullo prova per la sua mamma, testimoniandole l'attaccamento di chi non vuole staccarsene mai.
L'amore e la devozione delle creature umane per Maria non dovrebbe conoscere stagioni, cara mamma, così come io non ne conosco per te e come la Madre Nostra non ne conosce nell'amore per tutti i figli suoi in terra e in cielo. Solo amandoLa di amore filiale l'umanità riconquisterà gli entusiasmi e la volontà di una vita eterna, che profuma, riluce, colora di primavera, che non conosce stagioni, ma si rinnova senza fine.
Aprite dunque, mamma cara e miei cari tutti, i vostri cuori alla primavera dell'amore e della vita, perché vi faccia sbocciare rigoglioso ed appassionante il giardino spento ed appassito dai rigori di un inverno buio e malinconico, per trasformarlo nell'Eden della vita di gioia e di luce.
E se trovate qualche difficoltà, perché cardini e serrature si sono arrugginiti, affidatevi alla Misericordia di Maria, Che in ogni stagione della vita, da buona madre, sa trovare la soluzione di ogni vostro problema rugginoso. Ve lo posso assicurare, anzi garantire.
Il vostro amico garante Emilio
Cuore di mammabanana e di vecchio-cardiologo-scriba, eccomi qui a scaldarvi del mio immenso amore e ad illuminarvi dell'Amore di Maria Misericordiosa. Per intercessione della nostra tenera Madre e instancabile protettrice noi - ioconvoi- siamo eternamente famiglia.
Mi rivolgo al cuore vostro, miei cari, perché è il centro motore dell'amore e della fede, che rendono imperitura la grande famiglia di Dio, nella quale ognuno di noi e di voi è concepito e formato per la vita eterna, alla quale ognuno si deve ispirare se ne vuole mantenere legittima appartenenza. Non è difficile e tanto meno impossibile, per quanto possa sembrare gravoso nei tempi e nelle vicende terrene, il compito di unità familiare, se ci si lascia guidare e consigliare dalla Madre che si fece pilastro e fortezza inespugnabile. E se si presta l'orecchio del cuore e l'intelligenza della ragione alla Parola del Figlio, che all'umana famiglia ha dato tutto Se stesso e nella famiglia ha testimoniato tutto l'amore incarnato del Padre per le Sue creature predilette.
Queste sono le ragioni del cuore per le quali la famiglia, coesa nell'amore reciproco, diviene la sede ottimale per ricevere e accogliere il dono di Dio, e per elaborarlo come forza, energia e potenza d'amore, che si confronta con quello del Padre, colloquia con Lui ed a Lui lo riconduce nelle vesti di figlio redento. Cosicché la famiglia terrena, grande o piccola che sia, si tiene per mano con l'immensa famiglia celeste in un legame che nessuna forza contraria è in grado di spezzare. A dare man forte a questa unione, sollecitata da Dio e protetta dalla tenera pietà della Nostra Madre dolcissima, c'è la generosità del Generosissimo cuore di Gesù, che non smette mai di donarsi all'uomo come cibo e bevanda di vita eterna. L'eucaristia è infatti il cemento che salda il vincolo tra uomo e Dio, tra famiglia e Famiglia, tra temporaneo ed eterno.
Il tempo è quella grande illusione che solo l'amore concretizzato nella vocazione di far parte della famiglia di Dio è in grado di smascherare, per metterne a nudo la reale eterna identità e per ricondurlo alla propria eterna consistenza. Anche noi tutti, intendo noi qui in cielo, ma non per questo da voi disgiunti e lontani, ci diamo un gran da fare per mantenere saldamente serrate le maglie di questa imponderabile catena, dal momento che l'amore che la compone non è misurabile se non dall'onniscienza del Creatore di tutte le cose. Neppure l'intensità e il fervore e la sincerità della preghiera possono darne la misura reale. Purtuttavia essi sono essenziali e rappresentano un solido contributo dell'uomo, che, unito a quello divino del quale anche io sono messaggero, dà luogo e vita ad un altro portentoso legame che nessun evento contrario è in grado di spezzare.
Dunque amore, famiglia, preghiera, eucarestia, generosità del cuore di
Gesù e tenerezza della nostra Mamma Misericordiosa sono le dita intrecciate della mano di
Dio e della mano dell'uomo, che si stringono forte
forte per rinsaldare il proprio vincolo di fedeltà e per non
lasciarsi mai più.
Metteteci dentro tutta la vostra energia, tutta la
vostra convinzione, tutta la vostra fede, miei cari, sicché ci basti solo una piccola
trazione per riportarvi su nella Casa del Padre, dove dimora la famiglia più allegra e
spensierata che si possa immaginare e desiderare.
Ciao cuore di mamma e cuore di papi, mia dimora e mia famiglia.
Ciao a tutti. Emilio coccolone
Caro vecchio scriba fedele, uno dei passatempi ai quali l'uomo si dedica con maggiore impegno è quello di rivendicare la sacralità della vita, e ne diventa impareggiabile ed instancabile paladino quando ne riconosce e ne sottolinea tutti i diritti che gliene sono riservati. Quindi sacralità della vita perché diritto alla propria vita e, se questa si riferisce alla sfera della propria persona, vita di diritti.
Come al solito, si tratta dell'interpretazione addomesticata di un valore - e nel caso specifico di quello sacrale - che si attribuisce al percorso di ogni singola esperienza umana, che inizia con l'atto della procreazione e finisce con la morte. Emilio Crispo Diario di un angelo, 2005 giugno-agosto poiché Dio ha creato la vita, questa non può sottrarsi alla sacralità dell'ispirazione, dell'aspirazione e della sua finalità. Così come Dio ha creato l'uomo per un palpito d'Amore purissimo di Padre, l'amore che alimenta il desiderio di vita dei figli Suoi deve essere altrettanto sacro.
Allora è sacro pure nella sua istintualità il desiderio dell'uomo a dare
la vita ed è ugualmente sacro l'amore alla vita e per la vita, che egli
dichiara e per il quale si batte nel privato, nella famiglia, nella struttura sociale. Nel tempo
della vita e nel tempo dei tempi, è infatti il valore sacrale della vita terrena
a suggerire all'uomo la speranza di una vita da condividere eternamente con Dio, anche
dopo la parentesi terrena.
E' il valore sacrale della vita terrena a ispirarlo e spronarlo a
farsi marito e padre, sì da garantire nella continuità della specie quel divino
suggello che Iddio ha impresso nell'uomo, facendolo a Sua immagine e somiglianza.
In questa visione, in questo progetto, la vita è sacra
già prima della nascita del concepito, già prima della formazione del suo
embrione, già prima della scintilla d'amore che lo ha generato, già prima del
desiderio che lo ha programmato. E' sacra perché partorita dallo spirito del
Padre celeste.
Per questa sua peculiare sacralità la vita è
inviolabile: lo è nella sua temporaneità biologica come lo è
nella sua mortalità indifferibile. Ti sembrerà un controsenso, caro vecchio scriba
fedele, ma è proprio così, perché la morte fa parte di quel
progetto che previde peccato, pentimento, misericordia e perdono come punti
cardinali della bussola che orienta il percorso della vita verso il porto
sicuro della gioia della vita eterna con Dio. Allora è evidente
che la morte non intacca la sacralità della vita, ma ne esalta la purezza
nell'eternità.
A maggior ragione, la inviolabilità della vita è sacra in ogni istante del suo percorso e, paradossalmente, lo è allontanandosi dalla morte ed avvicinandosi alla scintilla amorosa che ne ha avviato l'inarrestabile avventura, inarrestabile perché nessun evento che sia stato preventivato o condizionato da umana volontà è capace di cambiarne la destinazione, che le riserva di essere partecipe del divino per sempre.
Per questo l'uomo non ha da rivendicare alcun diritto che non gli sia stato già concesso. Quello supremo di essere stato concepito nell'Amore di Dio li comprende tutti, eccetto il diritto divino dell'onnipotenza e onniscienza con le quali solo Lui sa tenere a bada il male assoluto. E lo ridurrà all'eterna impotenza.
Anche sui destini della vita terrena l'uomo non può accampare alcun diritto, se non quello di scegliere tra il bene supremo e razionale e il male limitato e irrazionale, che lo sollecitano in ogni istante della sua brevità. Quindi non può opporsi alla vita, né può proporre forme alternative di vita transeunte che non rientrino nel progetto di Dio. Che non si esaurisce con la morte ma con la morte chiude la parabola del confronto, prevedendo anche il corrente rispetto della sacralità della vita nelle sue radici e per il suo futuro eterno.
Manipolare la vita con mani umane è il più presuntuoso peccato di presunzione di cui l'uomo possa macchiarsi. L'uomo ha bisogno di un solo istante di vita per costruirsi e garantirsi l'immortalità, non ha bisogno né di allungarsi né di abbreviarsi l'esperienza terrena per riuscirci. Gli basta soltanto quell'attimo di pentimento, e il perdono di Dio gli assicurerà l'immortalità che pretende. Fate che il pentimento vi costi di meno di quanto può costare il soggiacere all'antico peccato di presunzione, miei cari. Questa è l'unica formula che apre la vita sull'eternità.
Eternamente vostro Emilio
Non ho non ho mai dato motivo pensare, caro papi, che questa nostra meravigliosa ed intima esperienza sia arrivata alla fine. Se hai potuto temere una cosa simile sei in errore, per almeno 2 motivi. Il primo è che Colui che ci ha prescelti per vivere la grande ed entusiasmante avventura dello spirito non la pensa così. Il secondo è che la nostra storia, e quindi con essa le cronache e le corrispondenze che pervengono, non sono private, ammesso che lo siano mai state, ma sono dedicate a uno stuolo di lettori che sono divenuti i miei, i nostri amici più affettuosi e i più convinti ed impazienti sostenitori dell'Amore Misericordioso di Dio Padre, di Gesù e di Maria. La vostra impazienza nasce ovviamente dal desiderio di conferme e dal bisogno umanamente comprensibile di saperne di più. La mia non è evidentemente impazienza vera e propria, perché qui da noi si praticano solo le virtù, ma è l'entusiasmo che deriva dal sentirmi utile a Dio e a voi al tempo stesso, e pertanto meritevole del Suo e del vostro amore. Questa è certamente la mia gioia più grande e gratificante.
Poi viene quella di far procedere su un foglio di carta immacolata la penna del mio papi, per
riempirlo di sentimenti immacolati, perché -non dimenticatelo mai- in tutto
questo gioca un ruolo non secondario l'Amore Misericordioso della nostra Mamma
celeste. E siccome qui non c'è prima e poi o primo e secondo all'infuori
dell'essenza di Dio, del Suo Progetto e della sua attuazione, tutto avviene nel segno
della volontà e dell'eternità del nostro Padre sempiterno e nella
contemporaneità degli eventi che le rappresentano. Sto cercando di spiegarti
che mentre a te può sembrare disperante un silenzio che si protrae per
molti dei tuoi giorni, al punto da farti temere che i rapporti epistolari si siano interrotti per
sempre, per noi del persempre l'amore che vi dedichiamo e che desideriamo
testimoniarvi non si esaurisce mai e vi arriva sempre in tutti i modi possibili ed
immaginabili, ed anche in quelli impossibili ed inimmaginabili.
Non ci
sono solo le penne e gli scriba fedeli. Noi disponiamo di altri sistemi, ben
più sofisticati, per farvi sentire la nostra vigile ed amorevole presenza e per proteggervi
da tutto quel male che tende ad anestetizzare i sensi, di cui dispone il cuore dell'uomo per
sentirsi vicino ed eternamente unito a noi e a Dio. E' lo spazio che crea le
distanze che il tempo della mente non sa né potrà mai
sormontare. Per noi lo spazio non può esservi e senza di esso non
vi è quella lontananza che voi soffrite. Lontananze e ritardi si
superano e si cancellano affidando il
cuore all'immensità dell'eternità e all'eternità
del nostro volervi bene, che non conosce la paura delle distanze e dei tempi di
percorrenza.
Forse che l'amore per una persona amata deve correre più veloce se questa è lontana mille miglia e se la può prendere più comoda se questa abita alla porta accanto? L'amore non viaggia a velocità alcuna e arriva in conformità alla disposizione d'animo di chi lo riceve. L'amore è ed è sempre tempestivo, se proprio vuoi dargli un significato temporale: se la penna è diventata pesante, non significa che si è esaurito, ma semplicemente che il tempo e lo spazio di tua pertinenza si sono frapposti alla fonte, e non vuol dire che si è chiusa al mio amore la porta del cuore. Perché, fino a quando la terrai aperta al Signore anch'io non avrò difficoltà a rimanervi. Avere fede nell'Amore di Dio equivale a ravvivare ogni forma d'amore che da Lui discende e a Lui s'ispira. E il mio per voi e il vostro per me è fra questi. E poiché Iddio è eterno ed eterno l'Amore che ci dedica, così come lo sono tutte le emozioni e tutti i sentimenti che da questo prendono vita.
Perciò buon lavoro caro, vecchio scriba fedele, solerte provocatore di queste straordinarie
vicende. Ciao.
L'amore è qui alla vostra portata, attingete a piene
mani, non abbiate timore di farne una bella scorpacciata, perché non
è indigesto, anzi rende gradevole e digeribile ogni avversità dolorosa della vita.
Ciao ciao Emilio
Caro papi, quante volte nella mia breve ed intensa vita di innamorato, nei momenti di subbuglio amoroso mi sono sentito in paradiso! Lo hai provato anche tu, ne sono certo. Ma come facevamo entrambi ad esprimere uno stato d'animo riferendolo ad un posto dove sino ad allora non eravamo mai stati? La risposta è molto semplice, caro papi.
L'avventura umana inizia infatti nel Paradiso e non può essere
altrimenti, se è Dio ad averla pensata ed attuata, ponendo l'uomo, figlio Suo per purezza di
spirito e per santità di materia, al centro del Suo cuore. Il Paradiso è
proprio il centro dell'immenso e generoso Cuore di Dio.
Certo, non è facile
immaginare questa verità, ma, una volta liberato dalla materia che nei sensi aveva goduto
l'innamoramento, ogni dubbio si è disciolto come neve al sole ed io mi sono ritrovato proprio
in quel Paradiso che è la nostra unica, eterna casa, quella nella quale si
realizza la Beatitudine di essere concretamente amati da Dio, condividendoNe tutti
i doni d'Amore, la Sapienza ,
la Gioia , la Luce ,
l'Armonia, la Fortezza ,
la Giustizia , la Santità eterna.
Oltre alla concretezza dell'Amore del Padre, qui in Paradiso si gode di tutta la consapevolezza di sapersi amati da Lui, consapevolezza che non è quasi mai possibile realizzare in terra, dove il dolore e le rinunce dell'umana condizione inducono a dedurre che il Signore se ne disinteressi o non ci faccia caso. Ah se potessimo sentirci in Paradiso anche in quei momenti di disperazione. Credere anche allora all'esistenza di questo posto bellissimo ed ineguagliabile non è poi tanto difficile, se si inforcano gli occhiali della Fede.
Se la vita viene spesso definita un inferno, altro luogo di cui l'uomo è
solito parlare senza conoscerne o riconoscerne l'effettiva consistenza ed
ubicazione, non deve essere difficile trovare nell'immaginazione il suo esatto
contrario, non solo come speranza e aspettativa, ma come idea o se
preferisci come ricordo di un'esperienza già vissuta e
rivissuta non soltanto dall'uomo, per immagine e somiglianza figlio di
Dio, ma anche da Dio stesso fattoSi uomo. Esattamente.
Lì
dove si compì il Suo poderoso progetto creativo, lì prese Corpo il piano divino di
Misericordia e di redenzione, lì fecero ritorno nel corpo glorioso Gesù e la Sua Mamma
terrena, già paradisiacamente Santa nella carne dopo averNe portato a termine il mandato
sacrificale. E' lì, in paradiso, che l'umanità riscattata nel perdono
già fa ritorno per tutti i secoli dei secoli.
Credere nell'esistenza del Paradiso è facile, caro papi, anzi è molto più facile e meno oneroso del non credervi. E questo né per ignavia né per pigrizia. Chi si appresta prima o dopo a raggiungere questo Luogo di nascita, sappia che ignavia e pigrizia non trovano posto in Paradiso, ove ognuno, partecipando alla generosità di Dio, deve anche ricambiarLa in amore da dedicare a Lui e a tutte le Sue creature in cielo e in terra.
Tutto ciò significa darsi un gran da fare, per di più per l'eternità. Ma anche questo è Paradiso! Adoperiamoci tutti dunque per il Paradiso di tutti. Lo farete con maggiore lena e convinzione quando scoprirete che il Paradiso celeste è esattamente uguale a quello che si immagina in terra, il posto dove l'amore che si riceve è amore ricambiato, ed entrambi producono quell'amore capace di sopravvivere aldilà della morte e desideroso di arricchirsi dell'Amore di Dio.
Vi amo, miei cari, nella totalità del vostro amore e nella generosità dell'amore che ci riempie la vita eterna. Bacioni dal vostro eternamente innamorato Emilio
Mio caro vecchio scriba, vi sono momenti in cui si desidera il silenzio più assoluto per ascoltare la voce del cuore, che è difficile udire se si è convinti che il cuore parla con gli stessi organi di fonazione con i quali si traducono in parole i pensieri, i sentimenti, le emozioni. Ma l'uomo, fino da quando è vivo nel grembo materno, dispone di un altro potentissimo ed efficientissimo strumento comunicativo, piano piano dimenticato quando le regole della vita lo costringono ad esprimersi a parole. Ma il pensiero dell'anima continua a parlare con la voce del cuore. Bisogna ritornare bambini per riappropriarsi della facoltà di sentire, senza dichiarazioni verbali, ad esempio l'amore materno, un afflato che non ha bisogno di parole per dirsi, ma si traduce in sguardi, intese, carezze, baci, coccole, atmosfere.
Con il trascorrere del tempo le parole perdono lo smalto, la brillantezza, la freschezza, la spontaneità dei buoni sentimenti e dei buoni propositi, e diventano opache, evanescenti, aride ed avvizzite come le menti che le usano per nascondere le primitive, istintive, innate speranze d'amore. Allora gli sguardi si fanno obliqui e le intese sembrano dissonanze, i baci e le carezze diventano lascive e le atmosfere impenetrabili.
Queste parole, che sbarrano le porte del cuore a qualsiasi tentativo di effrazione del bene, sono lapidarie come come massi che schiacciano l'anima, togliendole il respiro e vietando l'accesso all'alito vivificante dello spirito. Sono parole che offendono, feriscono, uccidono, mortificano la naturale dignità di ogni essere umano e il Padre dal Quale questa discende. Eppure Egli parla, Egli non fa mai mancare una Sua parola, la Sua Parola di conforto detta con discrezione e cercando di non alzare mai la voce, perché altrimenti manifesterebbe una potenza devastante. Il Padre parla sommessamente come è sommesso il suo Amore sincero e totale, si dichiara delicatamente come si conviene ad un Amore che conquista senza sconvolgimenti e violenze. Parla, insomma, silenziosamente. Per questo motivo c'è bisogno di silenzio per udire la voce di Dio celata e custodita nel proprio cuore.
Se l'uomo dedicasse meno tempo a coltivare l'uso improprio delle parole e meno compiacimento al loro ascolto, se si applicasse piuttosto ad ascoltare la loquacità di certi silenzi ed in particolare di quello di Dio, allora capirebbe quanto è grande L'Amore e quanto dolce la Misericordia di cui Egli lo fa partecipe.
Nel silenzio si riscopre il valore dei messaggi affrancati dalle catene delle
parole convenzionali, detti con lo sguardo e il sorriso nel linguaggio del cuore e
dell'anima. Nel silenzio la fede fortifica l'udito per ascoltare
Dio che ci dichiara il Suo Amore e la vista per cogliere nel Suo sguardo il
compiacimento di essere ascoltato. Godiamo in silenzio questa meravigliosa esperienza.
Io,
vostro loquace messaggero, sono qui con voi per amplificare il significato del
cosiddetto silenzio di Dio. Spero di esserne capace.
Ciao. Emilio blablabla.
Caro papi, lasciati dondolare dalla voce del mare e dal frangersi ritmico delle onde, nella culla generosa e confortevole della natura alla quale affidi il corpo da ritemprare e rinvigorire. Lasciati guidare dalla bianca luce lunare, che non hai visto sorgere e che forse non riuscirai a vedere inabissarsi nell'orizzonte del mare, mentre ti perdi nel bagliore disegnato sulla sua superficie. Lasciati incantare da questo spettacolo portentoso, affascinante come lo sono tutti quegli eventi dietro la cui sconcertante semplicità si nasconde, ma non troppo, il compiaciuto sorriso di Dio.
Lascia che i tuoi pensieri si rispecchino nello specchio che squarcia il buio delle tenebre e diventino essi stessi riverbero e fonte di luce. Fa che riscoprano la luce ed il sorriso del creato e del Suo Creatore e la gioia e la forza di farsene testimoni privilegiati.
In poche, essenziali parole, caro papi, affidati come sempre al
Padreterno e goditi tutto il bello che ti mette a disposizione.
E soprattutto
non ti dimenticare della Sua prodigalità, quando la vita ti mostra il lato doloroso e crudele
della sua realtà, dietro il quale Dio continua a sorriderti in un sorriso di
solidarietà, di conforto.
Con il quale ti dice: “Non disperare, figlio mio, non ti ho abbandonato, sono sempre accanto a te nella buona e nella cattiva sorte, solo che tu non mi abbia cacciato via, non mi abbia ripudiato. Abbi fede. Vedrai che il mio sorriso diventerà incontenibile quando potrò mostrarmi a te, molto ma molto di più di quanto appare in una splendida notte marina di luna piena. Questo dipende da te, dalla forza e dalla convinzione della tua fede in me, che non si lasciano sconfiggere dalle avversità della vita terrena. E che, se mai questo dovesse accadere, trovano nuovo vigore e nuovo conforto dall'emozione che si prova a vivere lasciando i propri pensieri in balia della luce… che solca la superficie del mare in una notte di plenilunio”.
Quante volte hai vissuto nella tua vita simili emozioni, caro papi? Sicuramente tante, però, se ci fai caso, nessuna è identica all'altra. Questo non deriva dai diversi stati d'animo del momento, ma dal fatto che il Signore non è mai monotono, scontato, ripetitivo, è invece fantasia assoluta ed inesauribile, sicché sta all'uomo coglierNe ogni espressione, ogni sfumatura e tutta la generosità.
Impariamo dunque a conoscere il Padre anche nella prodigalità del Suo Amore e a riconoscerNe i segni inconfutabili con i quali Lo esprime.
Buona notte di luna piena e di luce chiarificatrice. Ciao, Emilio
Caro vecchio scriba fedele, è molto più facile e meno impegnativo affermare che trovare un amico equivale a trovare un tesoro, piuttosto che andare a caccia di tesori con l'intento e la speranza caparbia di trovare degli amici. Se i proverbi sono veramente il frutto della saggezza dell'uomo, intesa naturalmente come esperienza vissuta, allora è evidente come l'indole umana tenda a defilarsi di fronte a compiti gravosi e complicati, come quello di farsi cercatori di vera amicizia, specialmente quando viene coinvolta nell'ambito della spiritualità che l'istituto sacro dell'amicizia comporta.
L'amicizia è sacra. E' l'altro luogo comune al quale l'uomo ricorre per sottolineare il valore etico del vincolo e della reciprocità morale alla quale l'amicizia dà vita. Salvo poi infrangerlo ad ogni occasione, a testimoniare che la retorica di cui egli ama compiacersi vale più dei sentimenti e dell'amore che lo hanno generato. Ma il vero motivo della sua sacralità sta nel fatto che essa nasce dal cuore del Creatore di tutte le cose e - come l'uomo e tutte le specie che popolano la terra, le piante che la ricoprono, le acque che la bagnano e la solcano, le rocce, la sabbia e i minerali e la modellano- essa incarna lo spirito amoroso di Dio.
Incarnare è la parola giusta e più appropriata, caro vecchio scriba fedele, per descrivere con quanta cura e con quanta accortezza il Signore abbia voluto significare che questo sentimento, sgorgato dalla forza vivificante dell'amore divino, ha bisogno di farsi corporeo, di assumere la fisicità che lega il patto dei contraenti. L'amicizia infatti si fa concreta nei sensi che l'animano, la rinfocolano, la saldano. La parola, gli sguardi, gli atteggiamenti, le espressioni sono essenziali a rendere visibile e godibile il nocciolo che ha alimentato questo atto d'amore che si fa dono, e che chiede di essere almeno ben accetto, se non ricambiato.
E chi più di Dio può desiderare di essere gradito all'uomo in ogni attimo della Sua
eternità che gli dedica?
Chi più di Lui può desiderare di essere
amato dal figlio prediletto, al quale dedica in segno d'amicizia le bellezze e le gioie
di quella natura divina alla quale lo ha formato? Chi più di Dio anela a farsi dono della Sua
infinita e inesauribile generosità, che manifesta anche nell'amichevole natura vitale che fa
da cornice all'uomo? Chi più di Dio rappresenta il vero puro spirito
dell'esploratore che va alla scoperta del tesoro dell'amicizia?
Nel rapporto preferenziale che Egli aveva riservato alla Sua creatura
più perfetta, aveva confidato per primo nella verità che l'amicizia
è sacra. Ma fu proprio l'uomo a dissacrare il patto, a tradire la fiducia
che sta alla base del vincolo e l'amore che ne rappresenta il culmine, lui che ad ogni piè
sospinto continua a riempirsene la bocca, anche mentre se ne svuota il
cuore.
Dio, invece, non è venuto mai meno all'eterno impegno che Si era
dato come regola primaria della creazione. Essere amico fedele dell'uomo prima che Padre, Madre e
Fratello, e si fece amicizia incarnata nel corpo divino di Cristo, per testimoniare in
Lui il valore più alto dell'afflato che non si ferma neppure di fronte al
sacrificio. Si fece amicizia totalizzante e non privata, Si fece amicizia disinteressata e gratuita,
si fece amicizia redentrice e vivificante, si fece incomparabile tesoro d'amicizia che trova nel
vincolo il tesoro profetizzato e accanitamente cercato.
Da sempre Dio opera come il cercatore d'oro che setaccia montagne di umanità terrena per estrarre qualche pagliuzza di prezioso metallo, che lo contraccambi dell'impegno che Egli dedica all'opera redentrice del genere umano. Dovrebbe essere l'uomo, piuttosto, a farsi tenace ed indefesso cercatore di quell'oro nascosto nella terrosità della sua natura in pepite, altro che pagliuzze, che rappresentano la ricchezza derivata dall'essere oggetto della calda, sincera, indistruttibile amicizia di Dio e dall'essere fatto a Sua immagine e somiglianza, quindi in grado di ricambiarGli questa meravigliosa prova d'amore.
Perciò, caro vecchio amico nonché scriba fedele, cari amiconi miei tutti e tu mamma banana amica mia, prendiamoci per mano e, unendoci alle mani che Dio eternamente ci tende, stringiamoci forte intorno a Questo nostro Amico per dirGli che l'amicizia che Gli dedichiamo è veramente sacra, incorruttibile ed eterna.
Ciao a tutti, dal vostro migliore amico Emilio
Caro papi, tra i tanti e tanti sforzi, che l'uomo fa per ridurre alle sue dimensioni l'eternità incommensurabile degli attributi e delle attitudini di Dio, c'è quello, in verità assai velleitario, di misurare l'amore di Dio. La difficoltà di una simile impresa non dipende solo dalla sua incapacità di ragionare al di fuori dei parametri temporali e spaziali che gli sono congeniali, ma sta nella quasi totale mancanza di un valore di riferimento, che non sia il suo limitato e modesto modo di amare.
Come può, infatti, la mente umana immaginare la totalità dell'Amore divino, se
l'uomo non sa donare quasi nulla di se stesso, quando ama?
Quando ama. Ecco
l'altro limite dell'amore umano, che non è sempre disponibile, sempre fruibile, sempre a
portata di mano. C'è quando gli pare, quando gli fa comodo, quando ci ha un tornaconto. E
già. Senza vantaggio, senza prospettiva di un qualche
vantaggio, è difficile che l'uomo sia disposto a darsi o a
rendersi disponibile in termini d'amore
caritatevole. Anche e soprattutto quando ne fa dichiarazioni
convinte nell'intimità o nella collegialità delle
preghiere, che indirizza al Signore, direttamente o per il tramite di un qualche
sponsor volonteroso d'intercedere, come Gesù, Maria Misericordiosa, gli Angeli, i Santi,
l'Angelo custode ecc. ecc. Per non parlare dell'infedeltà e delle
diaboliche deviazioni. Nulla a che vedere con l'Amore dichiarato del Signore, totale, completo,
fedele gratuito e soprattutto caritatevole. Dio è onnipotente ed onnisciente
anche nella capacità di elargirSi in forma d'Amore totale.
E in cambio l'uomo che Gli dà? Un
amore striminzito, un po' distratto e comunque interessato. Ma, se
è sincero, il Signore lo gradisce lo stesso e non Si scandalizza o Si
risente, perché conosce la Propria potenza e i limiti dell'uomo, che si è perso per la
propria presunzione e per questa ha disimparato ad amare come il suo Creatore aveva progettato per
lui.
Nell'ispirazione dell'Amore totale e sconfinato, Iddio non si perde d'Animo
di fronte a certe pochezze, Lui Che per amore Si è fatto talmente umile da
annullare la propria umanità con il sacrificio della croce, da rinunciare a Se stesso fatto
uomo, e fatto dono per tutta l'umanità da ricondurre in seno ai valori universali dell'Amore.
Ecco che l'uomo ha l'opportunità di dare interpretazione umana alla valenza
umana dell'Amore divino.
Questo è un moltiplicatore capace di
levare all'ennesima potenza il calore e la debole fiammella dell'amore
dell'uomo, per farlo forte ed incancellabile a somiglianza di quello di
Dio, sicché diventi il lasciapassare per la vita eterna.
Dio come moltiplicatore, che si contrappone all'instancabile divisore, è un'immagine che non mi dispiace, perciò moltiplicate per quanto vi è possibile la vostra voglia d'amare. E non vi aspettate nulla in cambio, miei cari, perché già siete stati stra-amati.
Con tutto il mio personale amore, Emilio vostro.
Caro scriba fedele, caro vecchio papi semiologo, quanto ti piace cimentarti nel risalire alle origini delle parole per riscoprirne il valore semantico, espressione massima della capacità di sintesi della mente sulla base delle sensazioni visive o fonetiche o altrimenti cognitive, che la ragione elabora in idee. Origini della parole come radici, radici di una vita vissuta non solo sulla terra, ma altrove e da vivere altrove in un futuro eterno.
Come il pensiero si fa consistenza dell'essere –penso quindi sono- così le radici delle parole diventano la cifra che racconta la storia dell'umanità, dai suoi nobili e santi primordi divini a quella più recente di una sopravvivenza nella materia per un ritorno al divino.
La più antica, la più profonda e inestirpabile radice è dunque Dio e, per quanto l'uomo faccia di tutto per farla avvizzire, questa rimane saldamente conficcata alla base della sua vita, per garantirgli la linfa vitale necessaria a produrre i buoni frutti dell'amore, senza i quali i rami della pianta-uomo non si proiettano nell'infinito della vita eterna. Anche la linfa è Amore perché è frutto di Dio, che ama, che mette a disposizione tutto Se stesso, che Si concede senza limiti e senza ritegno e che, poiché ama, E', esiste, è presenza reale ed insopprimibile: anche se tu non te Ne vuoi fare investire, non Ne vuoi godere, non Ne vuoi trarre vantaggio.
Trasferire all'uomo l'assunto divino “Amo quindi sono” era stato un giochetto da ragazzi per il Padreterno. Un alito di Spirito Santo e via. Il problema era quello della capacità dell'uomo, una volta progettato come fonte d'Amore, di farNe partecipe il prossimo oltre che se stesso, ma l'uomo si dimostrò incapace di sottrarsi all'influsso diabolico della parte oscura della mente, nella quale albergano presunzione ed ingratitudine, espressione vitale di una linfa che sgorga dalle radici della malapianta della materia che, poiché odia, è, esiste, è presenza reale. Ma non è insopprimibile, dal momento che l'uomo è in grado di estirparla scegliendo l'amore e per il volere divino che ne ha decretato la fine per sempre.
Una volta rifiutato il male, anche l'uomo che ama è, esiste e il suo essere è eterno. Certo, la sua capacità di amare, cioè di concedersi, di rendersi disponibile, non è minimamente paragonabile all'onnipotenza dell'amore di Dio ed alla Sua incommensurabilità. Ma al Signore poco importa. Quello che conta è la qualità dell'amore, che più è darsi e più è aprirsi all'altro, più è gradito in cielo. E in cielo è altrettanto gradito il sentirsi amati. Dio Si compiace di Amare ma Si inorgoglisce di sentirSi amato. Anche qui non conta la quantità, ma la qualità dell'amore ricambiato, amore filiale, amore riconoscente, amore confidente.
Lo strumento per dichiarare al Signore questo amore è la preghiera. Con essa l'amore diventa un flusso inarrestabile d'amore bidirezionale, che è il motore della vita eterna. Amo, quindi esisto per sempre, vivo per sempre. Come me che vi amo con il Signore e ho il Suo e il vostro amore.
Siamo già nell'eternità, non vi pare? Ciao, Emilio blablabla.
Miei cari, in un tempo dell'umanità in cui l'effimero prevale sul concreto, l'apparire sull'essere, la forma sulla sostanza ed ognuno è portato a farsi su misura il proprio codice morale, potreste pensare e temere che la verità sia un bene in via d'estinzione. Ma per fortuna le cose non stanno così, perché, pur se disconosciuta, la verità non si esaurisce mai. Si esaurisce più semplicemente l'uomo nel cercarla, volerla, raggiungerla, scoprirla, inseguirla come se gli scappasse via ad ogni istante, mentre essa è lì, evidente, immancabile, insostituibile, eterna.
La verità è realtà, essenza, concretezza. Proviamo allora a capire perché la si cerca altrove e la si immagina in sembianze diverse. Forse perché l'esperienza umana è abituata a confrontarsi con una realtà dinamica in continuo divenire, e l'attore di questa esperienza diventa sempre più il responsabile principale di questo rinnovarsi affannoso e scoordinato. Ne deriverebbe una comprensibile inadeguatezza allo stare al passo coi tempi. L'uomo non sarebbe dunque in grado di metabolizzare le proprie conoscenze. Questo potrebbe anche rispondere a realtà, se non fosse invece un artificio mentale, un sotterfugio razionale di chi, come l'uomo, si vuole proiettare nel futuro suo materiale, bruciandone il presente ed evitando di arricchirsi del passato.
In questa atavica ignavia a fare tesoro delle precedenti esperienze proprie e altrui, l'uomo perde il senso della vera ed unica realtà vera di cui fa parte, cioè di quella che è stampata nella memoria dell'umanità, nelle sue vicende e nella sua storia. E se, nei suoi scomposti tentativi di prefigurarsi un futuro reale, si affidasse alla verità che gli è già stata rivelata, allora scoprirebbe che l'essenza della sua vita reale in terra e la realtà del suo destino spirituale coincidono perfettamente nella stessa, unica verità.
La verità che Iddio esprime in terra e quella che promette in cielo sono della medesima sostanza e nascono dall'unico testimone possibile. E' la verità rivelata ai progenitori dell'umanità, è quella codificata nella tavole, è quella testimoniata da Gesù Redentore, è sempre quella sincera verità che trionferà per sempre il giorno del Giudizio. Dio è stato ed è chiaro in questo impegno, perché verità è schiettezza, franchezza, sincerità, doti che Egli elargisce a piene mani non solo perché gli sono congeniali, ma affinché la Sua creatura preferita le esibisca dal profondo dell'anima, almeno al momento del redde rationem nella richiesta del perdono che la consegna all'eterna vita reale, alla verità. E, perché sia il più sinceramente pentita, il Signore le indica una dirittura morale, una via da percorrere in modo retto, cioè il più breve possibile e nel rispetto dei sentimenti di onestà e di lealtà di cui Egli Stesso Si è fatto interprete incarnandoSi nel Figlio prediletto.
A questi sentimenti ci si deve adeguare nel rispetto di se stessi e nei riguardi dei propri
simili.
In questo il Signore è inflessibilmente Buono. E'
Regola, è Norma e non potrebbe essere altrimenti, Lui che Si è fatto
artefice dell'Ordine Etico, dell'Ordine Cosmico, dell'Ordine naturale delle cose con i quali
distinguere il Bene dal male.
Eccoci arrivati al termine del nostro ragionare sulla verità. La Verità, è essenza, è dirittura morale è lealtà e norma. Ricapitolando: la verità è Dio. Ecco il solo motivo per il quale non possono esservene altre a cui tendere e di cui inebriarsi.
Veramente vostro Emilio
Caro vecchio papi mio, hai voglia di fare il fanatico con la complicità di Ginger e Fred, che fai passare per cani da rimorchio. Vecchio seduttore brizzolato! Il fascino, la seduzione sono tutt'altra cosa. Per quanto possa essere accostata all'inganno che tende a conseguire per soggiogare e sedurre, tuttavia la seduzione può essere esercitata con mezzi e con finalità esattamente opposti, cioè nel pieno della sincerità più spontanea e gratuita e nell'intento di procurare libertà e sapienza. In questi termini Cristo è il seduttore più affascinante che si possa immaginare. Amare Cristo vuol dire lasciarseNe prendere totalmente, ma rispettando e mantenendo pienamente dignità e libertà: libertà di scelta tra bene e male, tra Cristo e satana, tra gioia eterna ed eterna disperazione; dignità della condizione umana e delle origini divine che la segnano inequivocabilmente.
La seduzione che Gesù esercitò sull'uomo mira a farlo cosciente della
dignità di figlio di Dio e quindi di fratello Suo, dando risalto alle doti
interiori ed alle suggestioni esterne di cui dispone per rendere più solidale e convinta tale
dignità, facendoseNe esempio e vessillo d'amore degnamente
vissuto, alimentato e condiviso.
Gesù affascina e seduce perché è
essenza e potenza d'amore che non annulla né schiavizza, ma Si sacrifica,
Si annulla, Si sottomette affinché la potenzialità dell'amore dei fratelli terreni si
esprima in tutta la Sua forza deflagrante e contaminante.
Chi è l'altro seduttore che l'uomo incontra immancabilmente nelle peregrinazioni terrene? Costui è satana, il diavolo affascinante in spregiudicatezza, provocante in sfacciataggine, seducente in faziosità. La forza della sua seduzione si esprime nella atavica attitudine ad allontanare l'uomo dalla sfera fascinosa di Dio, promettendo il conseguimento terreno di ricchezza, potenza, fama, grandezza, beni che anche l'uomo più sprovveduto sa vanificati dalla morte -perché nessuno di essi riesce ad annullare il peso e la deperibilità della materia alla quale è intimamente legato- anche la tanto decantata immortalità, l'illusione più raffinata e menzognera con la quale belzebù allontana l'uomo dall'unica, vera e sempiterna immortalità, che Iddio gli ha destinato in spirito e promesso in carne. Il fascino diabolico è dunque tentazione e non reale, eterna realizzazione, né tanto meno reale, eterna condivisione di una condizione beata ed esaltante nell'Amore di Dio. L'unica immortalità che satana è in grado di assicurare alle vittime impenitenti delle sue tentazioni irreali, fuori del tempo e dello spazio, è quella della disperazione delle anime ribelli alle cure pietose di Cristo Redentore, Che rigettò al proponente le tentazioni di sempre. Anche in questo Suo agire esemplare Gesù è molto, ma molto più seducente e affascinante del diavolo, ed ispira i Suoi fratelli in Dio affinché, respingendo le tentazioni della materialità ed esaltando i valori della dignità spirituale, si riapproprino del fascino che nasce dalla bellezza e dalla purezza dello spirito non contaminato dalla materia, ma ingentilito da fattezze corporee immaginate e confezionate per esso da Dio.
Vi voglio bene, miei cari, e quindi vi seduco. Ciao dal vostro di sempre Emilio
Il giorno dopo, alla Santa Messa, abbiamo ascoltato questa lettura.
Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre; mi hai fatto forza e hai prevalso.
Sono diventato oggetto di scherno ogni giorno, ognuno si fa beffe di me. Quando parlo devo
gridare, devo proclamare: violenza, oppressione! Così la parola del Signore è diventata per me
motivo di obbrobbrio e di scherno ogni giorno. Mi dicevo: non penserò più a lui, non parlerò più
in suo nome!
Ma nel mio cuore c'era come un fuoco ardente, chiuso nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo
ma non potevo.
(28 agosto, XXII domenica del tempo ordinario.
Liturgia della Parola, prima lettura - Dal libro del profeta Geremia: 20,7-9)
Caro papi, devo ammettere che te la cavi bene quando ti metti a rinfrescare la casa. Sei altrettanto solerte quando si tratta di dare una rinfrescata all’anima? Quando l’hai fatto l’ultima volta, quando ne hai aperto le porte a Dio? Se è così, allora ne è passato di tempo. Vuoi che non si sia formata qualche crepa dei muri, che non sia saltato un po’ d’intonaco o non si sia formata qualche macchia di umido? Non pensi che sia ora di rimettere le cose in ordine, specie se l’ospite di riguardo è Iddio o il Figlio Suo? Io dico di sì, perché l’anima è come la casa e come una casa deve essere pulita, messa in ordine e resa ospitale per chi la abita e per chi ha bisogno di ospitalità.
Molti fanno con la propria anima esattamente come per la casa, senza adoperarsi in alcun modo a curarla per mantenerla nell’antico splendore e, una volta che il Signore ci si è comodamente sistemato, non si preoccupano più di farlo trovare a Suo agio, tanto è entrato, ha firmato il contratto e ha pagato le mensilità anticipate. Se vuole stare più comodo, può provvedere personalmente alle proprie esigenze. Così ragionano molti cosiddetti uomini di fede, buoni cristiani! Una volta affidata l’anima a Dio approfittano della Sua generosità e tolleranza, dimenticando di continuare a prendersene cura:
“E’ una questione personale e me la vedo io direttamente con Lui. Se è contento di abitare qui, sono sicuro che chiuderà un occhio sul disordine perché è buono e comprensivo, ma soprattutto perché non può fare a meno di me. Soffre della fissazione di crederSi pastore di un gregge e non sta tranquillo finché l’ultima pecora non è rientrata all’ovile, allora si abbozzerà un po’ di polvere e qualche ragnatela. Sono queste le uniche distrazioni o manchevolezze di cui si deve dolere, ma può stare sicuro che io torno sempre all’ovile e, tranquillo Lui, anche io sto in pace con me stesso”.
E potrebbe essere un
procedimento ancora tollerabile se, nel
frattempo, la storia e in primo luogo il Padreterno -in Persona e per
mano dello Spirito Suo- non avessero consegnato
all’umanità un figlio, il Figlio da sacrificare per
redimerla dal peccato insegnandole la Via per la Vita della verità,
e per costruire la Chiesa depositaria di tutte queste
verità, alla quale affidare anche il più piccolo affanno,
il più piccolo granello di polvere delle proprie anime, da
mondare e restaurare attraverso la
confessione.
E’ questo il miglior sistema, caro papi, di cantarsela e
suonarsela da soli, senza dover dare conto a nessuno del proprio rapporto con Dio.
Per farla breve, caro papi, il fai da te talvolta può dare anche buoni risultati, ma ne dà sicuramente di migliori il confidare la propria anima ad una seria e competente impresa di pulizie e restauro. Non c’è niente di meglio di una bella chiacchierata liberatoria con un degno rappresentante ufficiale di Cristo abilitato al perdono. Il perdono di Cristo è “la fulgida” che ti rimette a nuovo la casa, facendola più confortevole e dolce per condividerla con Dio. Te lo posso assicurare.
Tu credimi, caro papi, anche se come imbianchino occasionale non sei da buttare via, né mi dispiace di farti da assistente. Ti porterò i pennelli, ti preparerò le tinte e terrò il cantiere sempre in ordine.
Un bacione grandissimo con i colori dell'arcobaleno Emilio
Caro papi, devo ammettere che te la cavi bene quando ti metti a rinfrescare la casa. Sei altrettanto solerte quando si tratta di dare una rinfrescata all’anima? Quando l’hai fatto l’ultima volta, quando ne hai aperto le porte a Dio? Se è così, allora ne è passato di tempo. Vuoi che non si sia formata qualche crepa dei muri, che non sia saltato un po’ d’intonaco o non si sia formata qualche macchia di umido? Non pensi che sia ora di rimettere le cose in ordine, specie se l’ospite di riguardo è Iddio o il Figlio Suo? Io dico di sì, perché l’anima è come la casa e come una casa deve essere pulita, messa in ordine e resa ospitale per chi la abita e per chi ha bisogno di ospitalità.
Molti fanno con la propria anima esattamente come per la casa, senza adoperarsi in alcun modo a curarla per mantenerla nell’antico splendore e, una volta che il Signore ci si è comodamente sistemato, non si preoccupano più di farlo trovare a Suo agio, tanto è entrato, ha firmato il contratto e ha pagato le mensilità anticipate. Se vuole stare più comodo, può provvedere personalmente alle proprie esigenze. Così ragionano molti cosiddetti uomini di fede, buoni cristiani! Una volta affidata l’anima a Dio approfittano della Sua generosità e tolleranza, dimenticando di continuare a prendersene cura:
“E’ una questione personale e me la vedo io direttamente con Lui. Se è contento di abitare qui, sono sicuro che chiuderà un occhio sul disordine perché è buono e comprensivo, ma soprattutto perché non può fare a meno di me. Soffre della fissazione di crederSi pastore di un gregge e non sta tranquillo finché l’ultima pecora non è rientrata all’ovile, allora si abbozzerà un po’ di polvere e qualche ragnatela. Sono queste le uniche distrazioni o manchevolezze di cui si deve dolere, ma può stare sicuro che io torno sempre all’ovile e, tranquillo Lui, anche io sto in pace con me stesso”.
E potrebbe essere un procedimento ancora tollerabile se,
nel frattempo, la storia e in primo luogo il Padreterno -in Persona e per mano dello
Spirito Suo- non avessero consegnato all’umanità un figlio, il Figlio
da sacrificare per redimerla dal peccato insegnandole la Via per la Vita della verità, e
per costruire la Chiesa depositaria di tutte queste verità, alla quale
affidare anche il più piccolo affanno, il più piccolo granello di polvere delle
proprie anime, da mondare e restaurare attraverso la
confessione.
E’ questo il miglior sistema, caro papi, di cantarsela e suonarsela da
soli, senza dover dare conto a nessuno del proprio rapporto con Dio.
Per farla breve, caro papi, il fai da te talvolta può dare anche buoni risultati, ma ne dà sicuramente di migliori il confidare la propria anima ad una seria e competente impresa di pulizie e restauro. Non c’è niente di meglio di una bella chiacchierata liberatoria con un degno rappresentante ufficiale di Cristo abilitato al perdono. Il perdono di Cristo è “la fulgida” che ti rimette a nuovo la casa, facendola più confortevole e dolce per condividerla con Dio. Te lo posso assicurare.
Tu credimi, caro papi, anche se come imbianchino occasionale non sei da buttare via, né mi dispiace di farti da assistente. Ti porterò i pennelli, ti preparerò le tinte e terrò il cantiere sempre in ordine.
Caro papi, tra i tanti mari che solchiamo qui nei cieli, con le vele del cuore
gonfie del soffio inesauribile e rassicurante dell’Amore di Dio, quello che
più mi emoziona traversare è l’oceano della Misericordia. Da
una parte delimitato dalle frastagliate, aspre e minacciose rocce della materia, questo oceano
immenso si estende fino a quell’infinito che solo l’occhio onnisciente di Dio riesce a
vedere.
Noi spiriti celesti lo percorriamo in lungo e in largo, io stesso mi ci avventuro con
una ormai consumata esperienza, ma ogni volta che il Signore mi dà
l’occasione di navigarlo, per trasportare in carico prezioso dell’Amore
Misericordioso e del Divino Perdono ai destinatari che l’attendono trepidanti, o soltanto per
testimoniarNe la concretezza, mi sento pervadere dalla indescrivibile euforia che mi
prese quando Iddio mi rimise tutti i peccati che Gli confessai e mi aprì le porte della
vita eterna. Anche allora il soffio potente e protettivo del Suo Spirito sospinse,
con il vento pieno di gioia, il guscio che accoglieva la mia anima redenta verso l’approdo
tanto sperato e così ardentemente desiderato.
Ricordo che la traversata fu emozionante ed inebriante. Mano a mano che mi allontanavo dalla materia la navigazione diveniva sempre più veloce e sicura, e non so dire se tutto questo derivava dall’ardore amoroso, che sempre più si impadroniva di me, o dall’energia che il Signore sempre più mi infondeva con l’intensità dell’Amore che mi manifestava e dichiarava. O forse era la somma di tutti e due. Ricordo pure come l’Amore che Egli dichiarava era fuori di ogni misura umanamente concepibile.
In questo tumulto di gioiosi sentimenti, ricordo distintamente che le acque del mare non erano increspate da alcun vento e che il vento che spirava sulle vele non sapeva di procelle o di tempesta. Le acque scintillavano della calda luce di Dio e il vento Ne trasportava la Parola rassicurante e melodiosa.
Ecco perché vengo sempre con il cuore pieno di gioia per la realtà che vivo e per i ricordi che mi appresto a rivivere. Non si cancellano mai, nemmeno quassù, le esperienza di una felicità già partecipata e vissuta, anzi, sono propedeutiche per comprendere a pieno il significato ed il valore vero della parola “felicità”, e per godere a pieno dello stato d’animo, o meglio del sentirsi spirito, che ne deriva.
Un altro motivo che rende sempre coinvolgente il mio navigare nell’oceano della Misericordia è la sensazione che provo man mano che mi avvicino ai confini con la materia, sì, la sensazione, ma non si tratta di nostalgia. Avverto l’atmosfera che nasce dal contrasto tra le energie negative espresse dalla materia nei confronti del pentimento e la Misericordia divina, che si manifesta con forza sempre crescente a favore e a sostegno dell’uomo, ancora prigioniero di quella stessa materia.
Lì in mezzo ci sono io, inesorabilmente sospinto a portare il messaggio di verità che
mi ispira e mi fa testimone. E che dice:
La Misericordia di Dio, per quanto non conosca
limiti, non può condurre alla remissione delle colpe se non vi è specifica
richiesta di perdono. E questa può essere presentata solo da chi ha la facoltà
concessagli da Dio di scegliere tra il bene e il male. Questo non vuol dire che il
Perdono non è gratuito. Lo è proprio come è gratuita la libertà di
scegliere. Entrambi richiedono però in cambio il convincimento sincero di chi ne vuole fare
uso. Cristo, il Figlio di Dio, è venuto incontro all’uomo per
ragguagliarlo sulla Misericordia del Padre, sempre pronto a concedere perdono, e
per indicargli la via di un pentimento da dedicare a
Dio come scelta consapevole di vita, e non come moneta da
offrirGli in cambio di un futuro generosamente e gratuitamente già
prefigurato e concesso.
Il Signore ha già fatto le Sue scelte, dapprima come Creatore, successivamente nelle vesti di
Dio fattoSi uomo. Dalla Sua morte in croce in poi, le scelte spettano solo
all’uomo e l’uomo ha tutte le doti divine per operarle
correttamente.
Il pentimento è l’unica scelta, esercitando la
quale l’uomo riesce ad esprimere la propria nobiltà fuori dall’ispirazione
divina. Perciò è giusto e lodevole che se ne faccia carico. E noi, navigatori
entusiasti ed esperti dell’Oceano della Misericordia, percorriamo le vostre coste per farvene
diventare consapevoli.
In bocca al lupo! Sempre al vostro servizio gratuitamente e nella volontà del Signore. Emilio
Cara mamma, ho da dettare una letterina tutta dedicata a te. Papi è bravo a scrivere sotto dettatura le letterine che gli arrivano direttamente al cuore, ispirate dall'amore della comunione dei santi. Tu, mamma, devi essere altrettanto brava a farne il manifesto dell'Amore misericordioso di Maria e il vessillo del Suo esercito trionfante.
La cosa è molto semplice a dirsi, a scriversi e a farsi, perché nasce dalla volontà di Maria, di essere amata non solo come madre di Gesù e come mamma di tutta l'umanità, ma soprattutto come Colei che sconfiggeràpersempre il maligno, e riscatterà i figli di Adamo ed Eva dal peccato ereditario.
Perché si avveri questo progetto, Maria Misericordiosa deve sentirSi forte della DEVOZIONE che i Suoi figli Le manifestano con la PREGHIERA . Per quanto i Suoi fedeli Le si rivolgano dedicandoLe suppliche ed invocazioni di ogni genere, la preghiera che più di tutte La conforta e La commuove è il ROSARIO. Nel quale la nostra Madre Amatissima desidera Le sia riservato un angolo di devozione tutto per Sé e per la storia della Sua vita al servizio di Dio e dell'Uomo.
Questa parte tutta dedicata a Lei costituirà il MISTERO MARIANO. E sarà così raccontato
Nel Primo Mistero Mariano si contempla la Nascita di MARIA, creatura senza peccato
Nel Secondo Mistero Mariano si contempla l' Assenso di Maria al Progetto di Dio.
Nel Terzo Mistero Mariano si contempla la Vestizione di Maria nello Spirito di Misericordia e di Intercessione.
Nel Quarto Mistero Mariano si contemplano le Apparizioni e Lacrime di Maria.
Nel Quinto Mistero Mariano si contempla Maria alla testa del Suo Esercito trionfante
E così sia.
Cara mamma, non ti sarà difficile imparare queste semplici e vere PAROLE, le quali si esalta l'ammirazione per questa nostra Madre Speciale. Con esse,
Uniamoci con Lei in questa preghiera, tenendoci per mano formeremo un interminabile serpentone d'Amore, che non darà tregua al serpente maligno fino a quando non l'avrà cancellato per sempre dalla storia eterna dell'umanità.
Ciao, mammabanana, contiamo su di te. Grazie, prezioso scriba fedele.
Il vostro Emilio per l'eternità.
Caro papi, non farti incantare da coloro che dicono di parlare in nome della
verità e per amore della verità. Non perché le loro
dichiarazioni non corrispondano a verità, ma perché quasi sempre esse si
riferiscono ad una verità in continua evoluzione e incessante divenire.
La
verità che l’uomo ha acquisito ieri con gli strumenti della
conoscenza di cui dispone è quella che oggi testimonia, ma può essere
cancellata o contestata domani, dal momento che essa nasce da
esperienze di una realtà inesorabilmente mutante nei soggetti, negli
oggetti e nei mezzi che ne fanno parte in qualità di protagonisti insostituibili.
Se
ci pensi bene, caro papi, questa fugacità effimera, ma non evanescente,
delle verità accessibili all’uomo nell'esperienza terrena, non
è finalizzata all'ignoranza ed alle frustrazioni che ne possono derivare,
ma è tutta tesa alla conoscenza dell’unica Verità
immutabile, indistruttibile, ineludibile, incontrovertibile,
eterna, che si configura in Dio. E se Iddio è Amore,
come Iddio è Verità, come si può dire di parlare per amore di
verità, se Amore e Verità sono la stessa essenza di
Dio?
E se il nome della Verità è Dio, come si può pensare
di presentarsi a Suo nome, spacciandosi per Suo portavoce?
Solo la parola di Dio può
accreditare i Suoi profeti perché parlino a Suo nome ed in nome della Sua Verità,
cioè del Suo Amore.
Solo la parola di Dio può inondare di santità coloro che Egli chiama a glorificare la potenza della Sua Verità e del Suo Amore. Solo gli uomini che credono nella Verità e nell’Amore della Sua Parola sono destinati a goderNe per l’eternità, secondo la Volontà inflessibile del Creatore dell’universo e nel segno ineludibile del sacrificio redentore del Figlio Suo Gesù, nel Quale si compiacque di incarnare Amore, Verità e Parola.
“In verità, in verità vi dico”, esordiva Gesù nelle Sue predicazioni, nei Suoi insegnamenti esemplari d’Amore, poiché Egli era ed è Verità, Egli era ed è Parola, Egli era ed è Amore. Quanti ascoltarono ed ascoltano la Sua Parola sono destinati a rifletterNe la Luce e a irradiare la Verità del Suo Amore Misericordioso.
Perciò, caro papi, diffida dalle imitazioni dei falsi
profeti e di tutti quei millantatori che si riempiono la bocca e il petto di
parole di verità che sono figlie dell’amore rivolto solo verso se
stessi.
Ora ti lascio a meditare su questa letterina, insieme a quanti sono
veramente amanti della verità e se ne fanno strumento esclusivamente per la Gloria e
nella Gloria di Dio. Ciao papone, ciao mammabanana, ciao amici miei tutti, un abbraccio amoroso
dal vostro Emilio ubriaco d’Amore per la Verità.
Ciao Emilio
Caro papi, questo foglio immacolato va riempiendosi del segno di una penna che traduce
i pensieri in parole. Se questi
sono ispirati dalla forza e dalla purezza della verità e se le
parole esprimono l’amore per la verità e la verità dell’amore, il
foglio rimarrà immacolato pur se occupato da una scrittura fitta fitta.
Essere
immacolato vuol dire infatti non conoscere macchia né contaminazione, significa possedere
la purezza. E non si perde purezza se si è ricoperti e riempiti dall'amore
che viene investito per produrre e testimoniare amore.
Maria Immacolata è l’esempio più vivido e puro di come si può rimanere incontaminati nello spirito e nella materia, quando la materia è costantemente pervasa dallo spirito e tutta protesa a servirlo e assecondarlo. Se il corpo risponde alle sollecitazioni di un codice genetico spirituale, oltre che materiale, allora la materia non evolve nell’impurità, ma si mantiene incontaminata e non perde la primordiale, connaturata dignità divina.
Dio ha dato corpo al Suo progetto-uomo plasmando la materia argillosa come
un vasaio che dà sembianze e forme, e vivificandola come
Creatore che vi alita dentro il Proprio Spirito d’Amore che la rende
immacolata. Non poteva essere diversamente con Maria, scelta come Madre di Dio che
Si faceva Figlio in umane e incontaminate sembianze, per redimere l’uomo
dal peccato.
Nell'atto del concepimento, cioè del pieno e
consapevole assenso al progetto divino, la corporeità fecondata da Iddio di Spirito
Santo si mantenne pura. E il Figlio venne alla
luce in modo naturale, conoscendo e provocando dolore nel grembo
materno mantenuto immacolato per opera della Purezza Assoluta dello Spirito
Creativo Assoluto, Che è il Signore.
Così, in unione
indissolubile con Gesù, rimase immacolato il corpo di Maria dopo
l’esperienza terrena del Figlio crocifisso per redimere, sino
all’assunzione regale nella comunione dei Santi.
Nel comune destino la Madre
è altrettanto Misericordiosa, altrettanto Redentrice
del Figlio, che indirizza le sue doti divine nella vocazione a divenire Madre
Celeste di tutta l'umanità, predestinata dal Grande
Progettista a liberare per l’eternità le creature contaminate dal
peccato. Un'altra donna era stata creata pura, ma, diversamente da
Maria, si macchiò di peccato perché non aveva ancora
conosciuto il dolore di donna e di madre e non seppe schiacciare sotto il tallone
il serpente drago.
Lo farà la nostra Madre Immacolata, che
è già in azione affinché si avveri la profezia.
A pensarci bene, proprio per aver creduto senza riserve nel progetto salvifico del Cristo Redentore, Maria è la prima cristiana della storia dell’umanità. E per aver dato alla luce la Luce che squarcia e dissolve le tenebre del disamore, è la vera Annunciazione del modo che verrà. Per Sua intercessione e Sua volontà questi fogli mantengono il candore riempiendosi di parole e pensiero incontaminati. Noi quassù e voi quaggiù non vorremo mai contraddirla. Non è vero papi? Dunque lasciamo che Maria Misericordiosa sia materna ispiratrice del nostro e vostro operato e che operi per nostra e vostra mano.
E così sia. Bacioni dal vostro Emilio di sempre per sempre
Caro papi, quando in una casa, quando in seno ad una famiglia nasce un
bambino, seppure annunciato ed atteso, si
crea sempre una gioiosa rivoluzione, un imprevedibile e
amoroso scompiglio.
Non accade altrimenti, quando la nascita
annunciata riguarda Dio fattoSi uomo, neonato divino nel grembo
dell’umanità. Allora come ora, la nascita di Dio figlio di Dio
non può passare inosservata, né come anonimo evento anagrafico, né come
asettica sequenza da catalogare in un epocale censimento. Anche questa nascita
è destinata a scompigliare, a rivoluzionare il
monotono e tradizionale andamento della
famiglia, specie se questa famiglia è l’umanità e
se questa nascita è destinata a condizionare per sempre i giorni presenti e futuri
dell’umanità fatta famiglia.
Ogni nascita porta con sé, per sé e per gli altri, nuova linfa vitale, nuove energie, nuovi aneliti; risveglia emozioni acquietate e ne sollecita altre sconosciute ed impensabili. Riaccende fantasie o realtà obsolete, scaccia la pigrizia e l’indifferenza, rivitalizza il desiderio di vivere, di agire, di produrre, di amare, di sognare, di pianificare. Tutto questo per il bene di chi è sbocciato alla vita, ma anche di chi gliel’ha procurata e gliela deve garantire. Se ogni nascita è destinata a portare luce rinvigorendone la forza, a riaccendere la vita con la vita, la luce con la luce, pensa che emozione grandissima, che tumulto indescrivibile, che terremoto sconvolgente, caro papi, se colui che viene alla luce è la Luce stessa, se colui che si apre alla vita è l’Ispiratore della Vita, se colui che concretizza il frutto dell’amore è la Sorgente dell’Amore. Pensa dunque, caro papi, se il bambino è Luce, Vita e Amore al tempo stesso nella stessa persona, nella Prima Persona e in prima persona.
Come può un cuore, anche il più freddo ed inaccessibile, non sciogliersi di fronte
a questo miracolo della vita? Al miracolo di una vita tutta dedita alla rivitalizzazione
dell’Amore, tutta sacrificata in nome di una vita senza morte, di una luce senza buio, di
un amore senza odio?
Non a caso il terremoto con il quale Gesù, figlio
di Dio e Dio stesso fatto uomo, è nato in grembo all’umanità, ha creato
un solco tra le vicende dell’umanità prima della Sua nascita e
nella storia che Ne ha ereditato la morte e la risurrezione, così come ha
segnato una demarcazione netta e ineludibile tra bene e male. Oltre questo
confine solo il pensiero di Dio Si può spingere con il Perdono e la Misericordia, per
riportare indietro chi lo ha scavalcato e se ne pente sinceramente.
La nascita di Gesù, il Suo Natale, è nascita della Luce, Luce da seguire per ritrovarLo in fasce, cioè in essenza di Vita, in una mangiatoia dalla quale attingere il Cibo della vita eterna, Luce alla quale affidare i propri cuori, i più umili e diversi come quelli dei pastori, i più assetati di giustizia, di solidarietà, di amore, ma soprattutto i cuori sprofondati nel buio dell’indifferenza o della disperazione.
Lasciare entrare nel cuore la luce del Natale equivale a spalancare le porte alla speranza che Gesù ha fortificato con la Sua Parola ed ha concretizzato con il Suo sacrificio, per risorgere dal buio dell’odio, dell’ingiustizia, del pregiudizio, della prevaricazione e della violenza con l’energia inestinguibile ed incommensurabile della Sua Luce, faro e guida infallibile per chi brancola nelle oscurità terrene alla ricerca della dignità e identità di figli di Dio, senza la quale non si varcano le frontiere dell’eternità. Lasciamoci illuminare e guidare dalla Luce del Natale e lasciamoci suggestionare, caro papi, da tutte le gioiose emozioni che ogni vita nascente ha il potere di ispirare ai nostri cuori.
Che il Signore non si stanchi mai di riaccendere nei cuori le attese emozionanti per un bambino che sta per venire alla luce. E così sia.
Ciao e Buon Natale dal vostro Emilio lanterna umile, vigorosa, inesauribile e fedele del Signore della Luce, della Vita e dell’Amore.
← Letterine 2004 Letterine 2006 →