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Madre, perché piangi? Non lasciarti sovrastare dall'enfasi del ricordo e non permettere che
il
dolore, oltre che annichilire la mente, devasti e demolisca il tuo cuore.
Altrimenti come vi si
potrà rifugiare nella speranza di trovarvi conforto l'Amore di Dio, Padre ripudiato e
delegittimato dai legittimi figli? E se avrai fatto a brandelli il tuo cuore per la
disperazione e per il rancore, dove pianterà questa umanità la prossima
croce, alla quale inchiodare il Figlio di Dio e ogni altro figlio da Lui creato a Sua immagine e
somiglianza?
Preserva dunque il tuo cuore anche per questo, perché
si
consumi sulle sue pendici la crocifissione di chi crede nella sacralità della vita e nella
pietà di Dio Misericordioso. Sia perciò il tuo
cuore solidale con l'Amore del Signore onnipotente, pieno di
gratitudine per Colui che Si è sacrificato per redimerci dal peccato,
e aperto a quanti non rinunciano alla propria dignità per sottrarsi al peso
della
croce.
Rendilo disponibile anche per tutti quelli che hanno chiuso le porte in faccia all'unico e vero Dio dell'Amore, della Solidarietà e del Perdono, dopo averle spalancate alla cinica, miope ed ostinata presunzione della ragione asservita al grande illusionista ed alle sue schizofreniche allucinazioni. Verrà anche per loro il giorno del giudizio, nel quale si troveranno faccia a faccia con l'Unico giudice in grado di giudicare, nel nome e nei codici dell'infallibile giustizia divina, quei peccati del quali si sono auto assolti e si sono fatti assolvere da giudici compiacenti e fuori della Grazia di Dio. Allora verranno schierati non più a favore o contro, ma alla destra o alla sinistra di Colui che Si sacrificò e Si sacrifica anche per loro, e dalla mano e con mano apprenderanno e toccheranno la definitiva consistenza del proprio futuro destino.
La ragione è la luce dello spirito che il Signore ha dato in
dote
all'uomo per illuminare i sentieri della vita, lungo i quali Lo si può
incontrare occasionalmente o Lo si può cercare con convinzione ed a ragione, prima del
definitivo redde rationem. E' l'occhio di bue che Lo cerca, Lo scova e Lo illumina
per
darGli il giusto risalto tra le tenebre nella quali viene sempre più sfrontatamente
relegato. E' la scintilla che crea ed alimenta il fuoco della fede in una
vita della quale ci portiamo dentro l'ancestrale esigenza, pur senza averla conosciuta o mai
esplorata. E' la stessa luce divina che Dio rivelò
all'uomo
della creazione, per distinguere il Bene che gli affidava dal male, di cui lo aveva tenuto
all'oscuro.
Lo volle mettere in guardia, invece l'uomo ne usò e ne
continua ad abusare per illuminare se stesso mettendosi in evidenza con
presunzione,
nel convincimento che tutto gli è concesso da quel bene che gli spetta di diritto e che con
esso
potrà a ragione rivendicare il diritto di vita e di morte e coltivare illusorie pretese di
immortalità.
Se facesse buon uso della ragione, l'uomo si troverebbe a constatare la realtà del
suo
desolante fallimento di fronte all'impenetrabilità delle tenebre, nelle
quali
presunzione, cinismo ed egoismo vanno sempre più avviluppandolo. Allora potrebbe
contare sulla Misericordia di Dio, Che non dimentica che ogni figlio Suo è
figlio unico e perciò Suo unico erede, da perdonare e ammettere alla vita eterna.
E'
un'occasione da non perdere. Vi consiglio di ragionarci su con calma, con serenità e
soprattutto
con quel pizzico di umiltà che è tanto cara a Dio.
Non si illuda l'uomo
di
varcare i confini della vita e della morte confidando sulle sue misere forze, o con
quelle
che ormai sempre più sfrontatamente gli vengono offerte e messe a disposizione dal signore
delle
tenebre. Non canti vittoria per i progressi tecnologici di cui si è reso artefice e non si
faccia
bello delle potenzialità, delle scoperte scientifiche che è stato capace di attuare,
con la
complice compiacenza del Padreterno. Da apprendista stregone, sinora è stato
artefice
di danni morali e materiali verso se stesso e verso quella meravigliosa natura che non gli
è
accanto per caso, ma per dote Paterna. Forse può solo vantare di avere
allungato di un infinitesimo d'eternità la durata della propria vita, ma, non contento di
questo
successo, si sta ultimamente adoperando a prolungare i tempi della propria morte.
Che il Signore abbia pietà di questo poveruomo. In nome della sincera solidarietà con la comunione e in seno alla comunione dei santi, pregherò anch'io con tutte le mie forze, affinché ciò avvenga in nome della fede e nel rispetto di quella ragione che Dio affida ai Suoi cari figli ed eredi.
Passa parola. Ciao papi, ciao mammabanana. Con tutto il mio Amore. Ciao dal vostro Emilio
Nota di mammabanana: nella prima riga di questa letterina, Emilio scrive "Madre" con la M speciale che i suoi lettori ben conoscono.
Ciao caro papi, mettiamoci al lavoro. Tu fa' la tua parte e io faccio la mia. Tu prenditi cura dei problemi e delle malattie del corpo, io mi occupo di ogni disagio dell'anima.
Tu naturalmente non te ne puoi interessare in termini esclusivamente materialistici, ma in quelli più complessi ed affascinanti dei processi vitali nei quali l'anima gioca un ruolo non indifferente. Io, d'altro canto, pur nella sostanza di spirito incorruttibile e incontaminabile, forgiato nell'Energia inesauribile del Bene Assoluto, e fortificato dall'Amore del Padre e di tutta la Comunità Celeste, mi porto appresso il ricordo di una esperienza terrena dalla quale ho imparato quanto possa essere difficile scalfire e rimuovere le incrostazioni che disagi, sofferenze e malattie fisiche fanno depositare sull'anima. E per questo mi devo confrontare con loro.
Come è facile per chiunque dire "non ho paura della
morte, mi fa paura la sofferenza del corpo". Come è più
difficile dire con sincera convinzione "ho paura dell'una e
dell'altra, ma, nel rispetto e per il rispetto della mia dignità di figlio
di
Dio, sono disposto ad affrontarle entrambe confidando nella pietà
paterna".
Forse per questo il mio compito è un po' più
complicato del tuo, specie quando tutti rivendicano il diritto ad una
buona
morte. Ma tu sai pure molto bene, come medico e come credente,
che anche
l'anima ha diritto alla salute e alla vita, condizioni ideali che si ottengono non
solo se vi è predisposizione alla fede e vocazione all'amore, ma anche se corroborate dal
sentirsi bene, dal non essere oberati da un corpo appesantito da malattie e tribolazioni
correlate.
Per questo, quando ti prendi cura di qualcuno che ti affida la salute confidando nella tua capacità di tenergliela in forma, o di rimetterla in ordine dal caos della malattia, non dimenticare mai, caro papi, di dedicargli insieme all'esperienza tutto l'amore rispettoso per ogni forma di sua sofferenza fisica e spirituale, che renderà comunque sempre più credibile e più positivo il tuo intervento. E quando, nonostante ogni tuo competente proposito, il caos della malattia o l'ineluttabilità della morte prevarranno sull'armonia della vita, allora ispirati a quanto ti hanno insegnato coloro che hai accompagnato sino all'ultimo alito vitale della loro esistenza, e non dimenticare mai quanta serena e dignitosa determinazione ti hanno lasciato in eredità.
A questo punto interverrò io, interverremo noi medici dell'anima. E se voi sulla terra non l'avrete abbrutita di rivendicazioni a diritti senza senso; se non l'avrete ubriacata di promesse irrealizzabili e narcotizzata con i veleni di certe menti che pubblicizzano improbabili progressi scientifici, capaci di garantire soluzioni per la qualsiasi in tema di vita e di sofferenze e soprattutto in tema di morte; se non l'avrete annichilita con il più sfrenato materialismo, la rimetteremo in ordine per presentarla al Signore. E lì dove non c'è proprio più niente da fare, ad esempio nei casi in cui vi sono anime apparentemente senza padrone, nel senso che i legittimi proprietari fanno di tutto per disconoscerlo o per negarne l'esistenza, lì ci pensa direttamente il Primario medico, sollecitando insospettabili se pur tardive richieste di scusa, che, se sincere, vengono regolarmente accettate. Dove nemmeno Lui può non c'è nulla che salvi o guarisca, perché anche tra le anime ci sono gli incurabili.
Come per la tua professione, caro papi, che non si può mai sottrarre del tutto
dall'impicciarsi
di problemi di anime, anche a noi medici dello spirito capita talvolta di dover
superare i
confini delle nostre competenze. Accade quando l'amore e la
solidarietà
e la pietà umana per una persona particolarmente amata, che soffre di una
malattia considerata inguaribile, raggiungono un tale fervore da divenire energia
rivitalizzante e ristabilizzante. Noi colleghi di quassù
sappiamo
come convogliarla lì dove c'è disordine organico per ripristinarvi
l'ordine.
Come vedi siamo proprio i veri medici senza frontiere, caro
collega. Dunque al lavoro, tutti nel nome del Signore e per il Bene e l'Eterna salute, che attendono
in
terra tutti gli uomini che credono in Dio e nel Suo disegno misericordioso.
Ciao papi caro,
abbi
cura anche di te e di mamma banana e del piccolo Fred.
Bacioni a voi tutti Dottor Emilio
Ciao caro papi e vecchio scriba fedele, ciao mamma leprottina e un po' banana, ciao caro Fred
vecchio
amico fedele. Ginger! Vuoi smetterla di farmi solletico con quella coda scodinzolante?
Eccoci
di
nuovo riuniti come un tempo e nel tempo di sempre, in questo attimo di
eternità
che mamma banana vorrebbe non finisse mai. Eppure lei sa molto bene, perché ne ha le prove
concrete, che questi nostri incontri niente affatto casuali sono pur sempre
frammenti indimenticabili della vita eterna, che ci prepariamo a vivere
insieme.
Lasciamo da parte la nostalgia di sentimenti trascorsi ed il rammarico di attese andate deluse.
Abbiamo percorso e condiviso l'esperienza propedeutica alla vita vera grazie alla
tenerissima
Misericordia della mamma più dolce e premurosa che ci sia. In terra e in cielo
si faccia ora avanti il tempo della gioia concreta ed inesauribile, delle lodi
appassionate al nostro Padre celeste.
Le vicende umane non scalfiscono la fiducia nel
Suo
progetto creativo e nella sua attuazione definitiva, né la devozione e
la
gratitudine meritata per il Cristo risorto.
Non ci lasciamo condizionare dalle
superficiali esperienze che coinvolgono ed affliggono quotidianamente l'uomo.
L'essere umano è essere di superficie. Si muove sulla crosta terrestre e sulle acque che la ricoprono, senza prendersi troppa cura delle energie che vi covano sotto va alla disperata ricerca di fonti energetiche alternative, e si lascia puntualmente travolgere dalle forze della natura che si agitano sotto i suoi piedi. Si tratta di eventi naturali che il Dio del creato conosce molto bene nella loro potenzialità violenta, così come conosce altrettanto bene le corde violente dell'animo dell'essere umano al quale ha inflitto la punizione di transitorio domicilio coatto sulla terra, molto più spesso prodiga di bellezze e di meraviglie vitali che di tradimenti imprevisti e luttuosi. E pensare che la potenza di queste manifestazioni naturali è pressoché insignificante rispetto all'energia esplosiva della vita che si rinnova incessantemente in natura, che è a sua volta un'inezia di fronte all'Energia inaudita che genera e muove l'Amore di Dio! E' questa, l'energia alternativa, che l'uomo deve incessantemente ricercare, non solo nelle più piccole e apparentemente insignificanti manifestazioni della natura in cui è immerso, ma soprattutto nel proprio cuore. E se lo trova vuoto e spento non tema di aprirGli le porte, di farGli spazio, di accoglierLo con serenità, perché l'Amore di Dio è dolce come la quiete dopo la tempesta ed è caldo come la gioia che cancella il gelo del dolore. E' a misura d'uomo, nato e destinato per volere di Dio ad essere Suo erede naturale ed universale. E così sarà.
Bacioni energetici dal vostro Pippo santo. Scodinzoloni inesauribili dalla piccola Ginger e relativi solletichini. Ciao a presto. Emilio E come energia, più M come miliardi di baci, più IO cioè proprio me medesimo in spirito inesauribile d'Amore.
Cara mamma, con la presente scrittura ti delego a rappresentarmi come
testimone
dell'Amore di Dio, non solo nella nostra vicenda ma soprattutto nell'infinita storia
dell'uomo, nel rapporto che Lo lega indissolubilmente a tutte le creature che ha creato a Sua
immagine e
somiglianza, e che ha eletto Suoi eredi universali.
Ti chiedo dunque in nome di Dio, di Maria
Misericordiosa e del Loro Figlio prediletto, di farti anche tu ancella devota ed interprete
consapevole
della volontà del Padre celeste e della Sua onnisciente lungimiranza, affinché
l'esperienza che ti è chiesto di testimoniare e di raccontare sia prova suggestiva ed
inoppugnabile dell'unica verità, che sta scritta nel patto che Dio Padre ha stretto
con i
figli Suoi per gli anni a venire nell'eternità, e che ha voluto sollecitare,
rinnovare e fortificare con il sacrificio del Figlio prediletto Gesù Cristo.
Dio è Amore ed ama manifestare questa Sua incorreggibile debolezza attraverso tutti coloro
che ha
dotato di attitudine e vocazione a farsene interpreti, portavoce e testimoni esemplari. E tu, cara
mamma, fai parte di questa schiera, destinata a rappresentare nella propria esperienza il
segno
indiscutibile dell'Amore del Signore, e a tradurre in sentimenti umani la
santità
dell'Amore materno della Madre di Gesù, così fiera della propria obbedienza e
così
umile nella consapevolezza della propria tragedia. Non temere dunque di sorridere,
poiché
l'amore che sei chiamata a raccontare e a commentare non è mesto, ma è gioia e
sorriso. Mostrati orgogliosa di questa forza che ti porti dentro
e
al tempo stesso umile, perché essa è frutto della volontà di Dio e
dono della Misericordia di Maria Santissima. Sorridi anche a chi cercherà di
irridere la nostra storia e tutto l'amore che la ispira e che lei stessa ispira, ma fallo pesare sia
nelle vesti tue di madre che in quelle di credente, che sa
convivere
con gioiosa dignità con il proprio dolore ed è capace di confrontarsi
con
chiunque, senza complicità di pietà o commozione.
Sii soprattutto sincera
nel
non voler convincere o prevaricare o, peggio, convertire scettici, agnostici e non
credenti. Confida nella tua ormai consumata esperienza epistolare, telefonica,
conviviale
di consigliera, consolatrice, sostenitrice ecc. ecc. ecc. E non farti trascinare in
trabocchetti o coinvolgere in tentativi di risse e scazzottate. Afferma la piena
buona
fede, l'ortodossia del nostro pensiero con quello di Colui che ce lo ispira, e i buoni frutti che
produce nei cuori di quanti si rivolgono a noi, nella speranza di verità e di giustizia e,
sopra
ogni cosa, di solidarietà e di consolazione.
Se sollecitata, parla il meno possibile di papi. Che è capace di rubarti la scena anche se assente. ... E ricordati che se non c'è papi ci sono io a fare da sostegno e da suggeritore, specialmente negli argomenti di buon senso. Perché in fondo sei e rimani una mamma banana, ed è anche per questo che ti voglio bene.
E ora a nanna, con il bacino della buona notte. Questa volta sarò io a dartelo, dopo averti rimboccato le coperte con tutto il mio amore. Ciao.
Emilio tuo per sempre.
Quando un papà buono si prende cura amorevole dei propri figli,
manifesta loro tutto il suo amore, coccolandoli non solo di carezze e baci ma
dando soprattutto sicurezza, protezione, attenzione, ESEMPIO, e
garantendone il Futuro, un futuro pieno di serenità e di gioia, frutti
dell'amore.
Allo stesso modo si comporta il Padre supremo e -per quanto
contestato, inascoltato e molte volte dimenticato o ripudiato dalla propria figliolanza- tuttavia Si
adopera con immutato affetto ed inesauribile Amore per assicurarle un degno futuro di vita eterna.
E'
quanto Egli fa caparbiamente da quando ha messo al mondo la Sua discendenza umana,
fecondandola del Suo Santo ed amorevole Spirito, ed offrendole fin dai primi palpiti di vita
un'eredità di gioia da condividere con Lui nell'eternità inesauribile della Sua Natura
divina.
Chiamala come ti pare, caro papi: Spirito universale, Amore santo e sublime, Paradiso stracolmo di gioia, Potenza ed Essenza incontenibile di Amore; comunque, il Padre nostro, che abita i cieli edificati per noi tutti, non ci fa mai mancare quel calore rassicurante che emana la Sua presenza autorevole e la Sua dedizione esemplare. Quel calore, che istintivamente avvertiamo da neonati e che siamo portati a dimenticare, o a mal sopportare mano a mano che ci lasciamo prendere dalle mille curiosità della vita, e dagli interessi che ne derivano, andrebbe gelosamente conservato e assiduamente custodito nel cuore. Perché, sia che nasca dal genitore naturale, sia che provenga dal Padre soprannaturale, è comunque frutto dello Spirito di Dio e del Suo volerci bene.
Quante volte Egli ne ha dato prova con imprevedibile umiltà e con insospettabile pazienza e fiducia, affinché i Suoi figli non rinunciassero in alcun modo ai reiterati doni promessi della vita eterna. Nella convinzione che la morte fisica annulla tutte le speranze e le illusioni, anche quelle dell'esistenza di Dio, Si è fatto esempio umano affrontando l'esperienza terrena in maniera coerentemente esemplare. Così, un paio di millenni fa lo Spirito assoluto, il Motore ispiratore e propulsivo del Suo stesso creato, Dio in Persona, con la complicità consapevole di una donna preparata nella purezza e consacrata per volontà divina a dare filiale vita umana allo Spirito paterno di Dio, si incarnò nel Figlio Gesù. Così come un qualsiasi essere umano, desideroso di diventare padre di un figlio al quale dedicarsi lo concepisce come frutto dell'amore creativo, condiviso con la compagna della sua vita, consacrata a dare la vita.
Lo Spirito inscindibile del Padre Si fece dunque Figlio umano in Cristo e Si rivestì di santa umanità, seguendo tutte le tappe biologiche di quella vita da Lui stesso creata e programmata per i figli Suoi. A costoro avrebbe testimoniato che il loro futuro e quello di Gesù è quello di ritrovare e riscoprire tutto il calore dell'Amore paterno, nell'unica vita che il Signore ha loro lasciato in eredità, la vita oltre la morte. Quella morte che ogni essere umano, ispirato e guidato dallo Spirito di Dio, sorretto dalla fede per il Padre che dà conforto e sicurezza, è chiamato ad affrontare e vincere per godere definitivamente delle ricchezze dell'eredità paterna.
Caro papi, tu come tanti altri potresti farmi notare che il sacrificio di Gesù, cioè del Dio incarnato, stessa sostanza del Padre, era confortato dalla consapevolezza divina e assicurato dalla sua innata onniscienza della propria resurrezione ed ascesa al cielo. Ma il Cristo che andò sulla croce era uomo in carne ed ossa, un uomo che si era formato alla vita condividendo con parenti ed amici passioni, gioie e dolori, che aveva goduto gli slanci affettuosi, l'ammirazione, il rispetto dei suoi consimili, così come era stato ferito ed umiliato dal disprezzo e dall'odio degli stessi. Ed era uomo in carne ed ossa quando in fin di vita invocava il Padre, proprio come quei mortali che invocano i propri cari in cielo prima di esalare l'ultimo respiro. Ed è proprio in questa umanità assoluta di Dio fatto uomo, che va letto il sublime significato del sacrificio di Gesù.
Qualsiasi creatura umana, a condizione che confidi nell'Amore del Padre buono e misericordioso, ha la forza divina di sconfiggere la morte e il diritto di risorgere a nuova vita e a godere per sempre dell'Amore esemplare di Dio. Chi più di Lui sa amare e farsi amare, specialmente dopo aver consumato in Cristo l'esaltante esperienza umana? Affidiamoci dunque a Lui e alla Sua bontà di Padre attento, coscienzioso, rassicurante, protettivo e soprattutto esemplare. E così sia.
Bacioni filiali dal vostro Emilio
Mio caro vecchio scriba, come ti sei invecchiato dall'ultima volte che ci siamo sentiti! Non sarai
mica
andato in pensione. E se sei in vacanza, fa un piccolo strappo e dammi una mano a scrivere due righe
ai
miei cari.
Cari mamma e papà, eccomi a voi per rassicurarvi della mia buona
salute e
per testimoniarvi tutto l'amore che vi porto insieme a quello della comunione dei santi
di
cui faccio ormai parte a tempo pieno e indeterminato.
L'eternità dello spirito è il nostro elemento, è la realtà immutabile nella quale viviamo e della quale gioiamo, perché rappresenta non solo la nostra condizione di vita, ma soprattutto l'essenza del nostro Padre celeste. Essa ci fa simili a Lui nell'urgenza di consolidare i rapporti d'amore che tengono saldamente unito il divino onnisciente con l'umano incosciente sin dal tempo della creazione del mondo e dell'uomo, e ci sprona a non lesinare con i nostri fratelli terreni tutto l'amore di cui essi hanno inconsapevolmente bisogno per raggiungerci nella casa del Signore e per condividervi tutta la gioia di sentirsi amati da Lui incondizionatamente.
L'uomo ha infatti una innata difficoltà a credere in questo generoso dono del Signore, in questa Grazia di vita eterna che Egli assicura ad ogni creatura umana, come Sua erede universale ed eterna. E' più incline a pensare che Dio sarà grazioso con lui nella misura in cui egli stesso sarà buono e riconoscente nei confronti del Padre. Sembra proprio che l'indole umana sia poco incline alla generosità fine a se stessa, al dare senza nulla chiedere, all'amare senza tornaconto, mentre l'Amore di Dio, e con Lui il nostro, è finalizzato esclusivamente ad aprire all'uomo al strada che conduce all'inebriante avventura dell'eterna felicità.
Se dunque l'amore viene visto ed usato dall'uomo come merce di
scambio, Dio invece ricopre d'amore le Sue creature affinché possano
compiutamente godere dell'eredità divina, che ha loro elargito dal momento in
cui
sono venuti alla Luce. In questo sforzo sovrumano, chiedo scusa,
divino, al quale il Padre benevolo e misericordioso si sottopone in ogni istante,
noi comunione dei santi cerchiamo di darGli una mano, nel nostro piccolo.
Tutto
ciò ci distoglie ovviamente, per quanto il tempo e le energie non ci difettino,
dal dedicarci a coloro che ci stanno più a cuore e che hanno già avuto la
grazia
di conoscere in vita il progetto di Dio e la consistenza dell'eredità di esserNe
figli.
Voi, miei cari, siete fra questi, fate parte di quei prescelti ad ampliare con
l'esperienza e l'esempio la voce di Dio che si fa umanamente percepibile nella vostra storia,
nel nostro vissuto così intensamente ricco d'amore condiviso e partecipato.
Forti di questo dono non vi dovete dunque sentire trascurati se in questi ultimi tempi sono meno
assiduo con voi, miei cari, perché sono impegnato ed operativo su altri fronti ed in
altre
umane vicende. Sappiate che vi sono sempre vicino in presenza di spirito e per delega
del
Capo, oltre che per l'intercessione di Maria Misericordiosa e Santissima alla quale mi avete
sempre affidato e raccomandato.
Vi voglio bene, vi amo intensamente. Vogliamo bene anche a quel lavativo del vecchio scriba
fedele.
Bacioni a tutti. Emilio
Cara mamma banana, la nostra Madre Misericordiosa, alla quale tu dedichi tanti
pensieri
e tanti palpiti del cuore, è grata e commossa per la sincerità e il fervore dei
sentimenti
che li ispira, ed è al tempo stesso felice di condividere con te
ogni
istante di amore materno, che il Signore testimonia ed alimenta in ogni
mamma.
Infatti il Padre di tutti noi, proprio Colui che
in
Maria si fece Figlio di Amore totale, misericordioso ed eterno, Si fa Amore
materno
in ogni madre che concepisce in ispirazione d'Amore e diventa amore
umano,
amore privato nell'atto creativo, amore sussidiario nel rapporto
di
coppia, amore essenziale nell'ambito familiare, amore filiale
nella
discendenza, amore esemplare nella vita di relazione. Tutte varianti di un
unico, inesauribile motore d'amore che è Dio, che non ama evidentemente di donarsi sotto
forma di amore indecifrabile, irraggiungibile, asettico, impersonale, ma Si impersona
nei
sentimenti umani del padre, della mamma, dell'amico, del confidente e nello spirito della
lealtà.
Della gratuità, della fedeltà e della gioia.
E a chi, se non alla donna, a colei che aveva precipitato l'umanità nel baratro del peccato, della presunzione, dell'infedeltà, della disobbedienza poteva Dio offrire motivo, occasione di riscatto attraverso l'umanizzazione del Proprio Spirito, l'incarnazione del proprio Misericordioso Perdono?
In Maria, esente da peccati come lo fu Eva sino a che non cedette alle tentazioni
dell'Ego, il divino seme si fece uomo per accreditarne e consacrarne la fortezza dei
sentimenti
e la consapevolezza del ruolo di donna e di madre. Elevandola al tempo stesso a
quel ruolo umano familiare e sociale, che sino ad allora non le era stato riconosciuto
dal
maschio, e che invece Gesù Dio incarnato le attribuì nella
persona della madre e in quella di tutte le donne che L'accompagnarono nella sua umana
Esperienza.
Maria che acconsente al progetto divino si fa serva del
Signore
e, grazie alla fortezza dello spirito, dell'anima e alla forza della fede in Dio e in se
stessa, così come tutti i personaggi femminili che animano la vicenda terrena di Gesù
sono
ricchi della stessa fortezza mariana e per questo il figlio del Padre le ama, le ammira e se
ne
fa redentore.
In questo inno alla donna Dio manifesta la propria urgenza di esprimersi per divina giustizia come amore polivalente, e nell'Amore fatto donna attribuisce a Maria, oltre al Suo stesso dono di Amore Misericordioso, anche quello speciale e particolare di Amore intercessorio dal quale ella trae la forza e l'autorità necessarie e formare l'esercito del Signore, che Lei stessa consacrerà e guiderà all'eterna sconfitta del male. Allora si compirà il Progetto divino secondo la volontà del Padre celeste.
A noi non rimane altro, nell'attesa che la Madre Sublime ci ordini di attuare il volere di
Dio,
che sollecitare l'umanità a pregare Maria, non solo perché interceda per il
perdono e per la misericordia del Signore, ma anche affinché ci faccia tutti forti
della
Sua fortezza, della Sua fede, del Suo Amore smisurato per il Padre del Figlio, per il Figlio suo
nel
Padre e nell'uomo.E così sia. Ciao miei cari. Viva Maria e che Maria vi
protegga.
Bacioni mariani, bacioni emiliani.
Ciao
Emilio
Miei cari. Come poteva pensare l'uomo di essere il tardivo ispiratore dei festeggiamenti di Maria Assunta in cielo, quando qui si festeggia l'evento dall'attimo in cui Dio Ne volle l'immacolato concepimento, ed ancor più si esulta di gioia dall'istante in cui Ella liberamente e consapevolmente accettò la Sua volontà di farSi Figlio in Lei? E' evidente che Maria nata senza peccato fosse già predestinata a salire in cielo. Ella aveva infatti già sconfitto la morte e, pur nello stesso struggimento del dolore materno, la sconfisse nuovamente ai piedi della croce, sulla quale il Figlio Suo divino moriva per liberare dalla morte quell'umanità che ce lo aveva condannato. Così come è ovvio che Gesù ritornasse al Padre una volta compiuto il proprio sacrificio. E dunque doveva attendere qualche millennio la Sacra Famiglia per ricomporsi nella figura del Padre, del Figlio e della Madre? Perché mai Maria avrebbe dovuto subire un'anticamera multisecolare prima di riabbracciare il suo Figlio diletto?
Incarnano dunque il destino dell'uomo la Madre e il Figlio che sono stati incaricati da Dio
di
redimere dal peccato che fa vittoriosa la morte. E' sufficiente che ciascun
uomo
nato nel peccato riceva la misericordia divina nella grazia battesimale perché
egli
stesso, come Maria Immacolata e come Gesù, prediletto figlio del padre, sia segnato nella
lista
di coloro che sono assunti in cielo a tutti gli effetti. Questa è la prima condizione
essenziale.
La seconda condizione è che l'uomo, una volta
sollecitato a partecipare al progetto divino della vita eterna, sullo stesso esempio di Maria,
sappia
aderirvi in libertà e consapevolezza, e al tempo stesso tragga ispirazione
dall'esempio
di Gesù, che si affida risolutamente alla volontà di Dio.
Nello stesso modo l'uomo non cessi mai di confidare nella Misericordia del Signore, di Maria e di Gesù, sempre generosamente disposti al perdono, che ristabilisce nella sincerità del pentimento il ripristino dello stato di grazia, che garantisce l'assunzione a chiunque si impegni a tutelare come marchio di fabbrica la propria dignità di figlio ed erede universale di Dio.
Rinverdite e riscoprite dunque, miei cari, nel celebrare l'Assunzione di Maria in Cielo l'umana vocazione o, se preferite, la speranza di una vita eterna da trascorrere accanto a Dio per sempre. Se poi a queste si unisce la fede che Gesù ha così divinamente ed umanamente manifestato verso il progetto divino di debellare la morte nel segno dell'Amore universale, festeggiando Maria festeggeremo noi stessi e gioiremo di essere già in paradiso accanto a Lei, dal momento che Lei già vive nei nostri cuori. E se c'è Lei vuol dire che hanno trovato posto anche il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. VIVA MARIA!
Persempre bacioni dal vostro e Suo Emilio
Miei cari sono molto pacioso. Comodamente spaparanzato nei vostri cuori mi godo la dolcezza e la
serenità di tutto l'amore che nutrite per me. Non vi dovete quindi meravigliare o rammaricare
se
vi appaio ozioso o svogliato. In effetti mi sento così a mio agio in questa mia simbiosi con
voi
che quasi quasi smetto di scrivere letterine. Che cos'è che non possiamo dirci con il
cuore? La nostra ormai indissolubile unione spirituale ha proprio la necessità
di
essere fissata nero su bianco per farci sentire felici?
State tranquilli,
stiano
tranquilli i nostri affezionati lettori, continuerò a lasciare segni della mia
presenza perché non voglio deludervi, ma ribadisco che vi è stato
concesso
tanto di quel conforto spirituale che lamentarvi di scarsa attenzione celeste nei vostri confronti
sarebbe quantomeno ingeneroso.
Caro papi, vedi di non addormentarti altrimenti chi tiene la
penna?
E come faccio io a spiegare a mamma banana che il nostro cammino insieme è appena cominciato
e
che io non sono andato via per sempre? Io che sono stato capace di prolungare di un mese la mia
permanenza nel suo pancione, per quanto mi ci trovavo bene. Rischiavo di invecchiarmici.
Ora
vorrei
invecchiare nel suo cuore, ma non è possibile. Non si diventa vecchi di
eternità. L'aspetterò per rinvigorirmi con lei dell'Amore di
Dio, quando con giovanile entusiasmo i nostri spiriti correranno mano nella
mano per le sconfinate e mai stancanti strade del cielo. Allora non avrà da
accampare scuse né di che lamentarsi, la mia dolce mamma banana.
Io l'attenderò con pazienza, anche se qui da noi praticamente non esistono attese o futuri. Tutto si avvera o, meglio, è fuori del tempo. Il tempo è talmente dilatato da non occupare spazio, e dove non c'è spazio non c'è materia, ma solo spirito. Non ci sono letterine da raccogliere in faldoni, perché lo spirito comunica e si esprime non con le parole o per mezzo della scrittura, ma grazie all'energia vitale che lo ispira e alimenta, perché egli stesso si faccia motore rigenerante.
Mi arricchisco dello spirito di Dio Che è Amore, e allora io stesso genero amore. Con
la
forza dell'amore guido la mano di un vecchio scriba fedele, per fargli trascrivere amore e
fargli
suscitare amore. E tutto l'amore suscitato viene dedicato a Dio in un ciclo
inesauribile.
Miei cari, l'ho fatta un po' lunga per convincervi del fatto che voi
siete oggetto d'amore, mio, del Signore, di Maria Misericordiosa, e che vi abbiamo sommerso d'amore
sin
dalla prima letterina che il cielo mi ha ispirato e mi ha fatto imbucare perché vi
raggiungesse a
domicilio. Continuerò a scrivervi, non perché voi ne abbiate ancora
bisogno ma per gratificare i miei e vostri estimatori, che chiedono attraverso voi conforto,
sostegno e
solidarietà.
Caro mio vecchio scriba fedele, non li deludiamo, facciamo questo piccolo sforzo.So che per te le giornate si fanno più corte e che le ore scorrono sempre più veloci e la fatica si fa sempre più precoce. Per risparmiare un po' di forze, perciò va' a fare la ninna. Mi farò vivo io al più presto.
Buona notte e sogni d'oro. Ciao. Emilio
Miei cari, leggo nei vostri cuori una ingiustificata nostalgia, come se fossimo distanti mille miglia e non ci sentissimo da mille anni. Ma non è così e voi lo sapete molto bene, anche se la nostra intensa corrispondenza di un tempo va sempre più diradandosi. Mi riferisco ovviamente alla corrispondenza epistolare, non a quella spirituale. Questa infatti si fa sempre più fitta, più intensa e più appagante, perché non sono le letterine che vi parlano, ma sono i nostri cuori che si parlano con le parole indelebili ed inesauribili dell'amore, che non conosce spazi da percorrere, tempi da trascorrere. Semmai li annichilisce, li dissolve, li ridimensiona nel fisiologico ruolo di unità di misure terrene. I nostri cuori invece si lasciano pervadere dall'universalità senza confini dell'eterno, che riconosce come unità di misura l'Amore di Dio per tutte le Sue creature. Un amore smisurato, eppure contenibile nelle virtuali pareti di un cuore capace di esternarlo e di diffonderlo incontenibilmente.
E' questo il motivo per il quale, quando il Signore mi ha chiamato a sé e Maria Misericordiosa si è presa cura di me accogliendomi tra le sue braccia materne, mi è stata concessa la grazia -senza peraltro che io insistessi più di tanto- di non farvi sentire soli e abbandonati nella desolante disperazione di avermi perso per sempre. E siccome l'amore indelebile che io avevo l'urgenza di manifestarvi perché mi sentiste vivo non si sintonizzava con i vostri animi, storditi ed in preda ad un terremoto di sentimenti e di umori, mi sono fatto vivo mettendo nero su bianco in maniera un po' notarile, ma molto efficace. E le letterine fioccavano numerose e frequenti, perché il mio cuore ne leggeva l'urgenza nei vostri cuori sconquassati e traballanti. Vogliamo sapere come stai, che fai, chi frequenti, come stai in salute, se ti trattano bene o se hai bisogno di qualcosa: proprio come due genitori che hanno un figlio lontano, magari all'estero, e temono di averlo perso per sempre. Io invece ero lì accanto a voi e riempivo fogli su fogli, non tanto per rassicurarvi sul mio stato di salute, quanto per indicarvi la strada, il cammino da percorrere per ritrovare nella volontà di Dio la genuinità della vostra fede e la generosità dell'amore che siete capaci di provare, di esprimere, di donare, di condividere.
Nulla di nuovo sotto il sole o meglio sotto l'occhio teneramente amorevole del Signore e nello splendore della Sua luce vivificante. Infatti è Lui la via ed è solo Lui l'unica verità che si configura e si fa Verbo nelle Sacre Scritture, che io vostro figlio mi prendo cura con orgoglio filiale, di figlio vostro e di Dio, di ribadire nelle nostre letterine, nel mio diario di bordo. Nel frattempo voi siete cresciuti, avete approfondito le vostre conoscenze, avete acquisito certezze, avete rimosso dubbi e pregiudizi, avete visto rafforzare la vostra fede, avete riscoperto la genuinità dell'amore verso voi stessi e verso gli altri. Nell'esempio dell'Amore predicato, testimoniato ed auspicato da Gesù, avete cominciato ad esplorare il mistero della morte, avete ritrovato il piacere della preghiera come strumento colloquiale e come legame insostituibile con Dio e con tutti i santi del paradiso. Ma soprattutto vi siete fatti apostoli della Parola e dell'Amore del nostro Padre celeste, Che nella vostra particolare esperienza ha manifestato la Sua incontenibile vocazione misericordiosa, la Sua benevolenza, la Sua carità.
Cosa potete, cosa possiamo desiderare di più, miei cari e dolci genitori? Qualche altra letterina? Che parli di Amori già dichiarati, di Speranze ben riposte, di promesse già mantenute, di misericordie già elargite a piene mani? Quanto sinora è già stato scritto, ritenete forse sia insufficiente a rimuovere scetticismi, timori, pregiudizi, a sollecitare speranze, a confermare certezze, a stimolare verifiche, ad auspicare confronti, a godere dell'Amore? Certo, repetita iuvant e nulla vieta che ciò avvenga ancora. Prima che si esaurisca la vostra attesa laboriosa e proficua, se non doveste ricevere per qualche tempo notizie celesti non cessate mai di credere nella forza della Comunione dei santi che veglia su di voi, e soprattutto nell'Amore di Dio, che io ricevo e riverbero sui vostri cuori. E godete i frutti rigogliosi che il vostro, il nostro diario ha prodotto così rigogliosi tra i nostri lettori.
Un bacione senza fine. Emilio vostro per sempre
Ciao mio caro scriba, ti ricordi i nostri primi scarabocchi, scritti da una mano incerta, incredula e timorosa, ispirati da uno spirito ancora stupefatto e stordito dalla volontà di Dio? Ebbene, spirito e scriba sono entrambi cresciuti e si sono fatti maturi. Il mio spirito si è colmato della sapienza dello Spirito Santo e la tua mano è divenuta leggera, ferma e consapevolmente responsabile. Che vuoi che sia qualche incertezza calligrafica di fronte a quello che vado a dirti? E' solo questione di forma e non di sostanza e questo può costituire problema alla tua coscienza, non già alla mia. Perché proprio di questo che voglio parlarti. Esistono due coscienze.
La prima, quella primordiale, è antecedente alla Creazione dell'Universo. Essa preesisteva già nella mente di Dio quando vagheggiò un Mondo fatto a misura d'Uomo, quel figlio con il quale avrebbe amorevolmente condiviso l'Eternità. Questa coscienza concepita dallo e nello Spirito divino ed affidata all'uomo nell'atto della sua creazione è la coscienza eterna.
Poi c'è la coscienza materiale. E' la coscienza che l'uomo scoprì di
possedere quando si trovò tutto solo a confrontarvisi, dopo essere caduto consapevolmente e
imprudentemente nel peccato di superbia. E' la coscienza transeunte, la
coscienza che accompagna l'uomo lungo il cammino della vita e della morte. Anch'essa
ispirata da Dio, ma suscettibile dei cambiamenti d'umore della materia e della sua
adattabilità a
quella stessa terra di cui è essenzialmente composta e per la quale l'ego prova intolleranza,
specialmente quando pretende di dominarla.
Quando Dio si avvide di ciò che
già sapeva, che la coscienza spirituale ed eterna e quella materiale e precaria andavano
sempre più allontanandosi l'una dall'altra, incaricò un uomo saggio,
ispirato
ed autorevole di trascrivere (un po' come accade a te, caro scriba, anche se con mezzi più
sbrigativi e in lettere più indelebili) una decina di regolette da osservare e con le quali
confrontare la coscienza materiale per migliorarne le prestazioni spirituali. Dunque
Dio dettò dieci comandamenti, la cui coscienziosa
osservanza
conduce inevitabilmente l'uomo a riappropriarsi della primordiale coscienza eterna, ovviamente dopo
aver
preso coscienza del valore della vita e del significato della morte.
E' evidente che questo
discorso a facile da dirsi ma difficile da attuarsi, per lo stesso motivo che spinse Adamo ed Eva a
disobbedire al Signore e a cedere alla tentazione diabolica: non è vero che
morirete se non rispetterete la volontà del Signore. Per quale
motivo il Signore, che dichiara in ogni istante il Suo Amore paterno per voi e la Sua volontà
di
condividere con voi, Suoi eredi, tutte le incommensurabili ricchezza del mondo dello Spirito,
dovrebbe
così puntigliosamente negarvi lo sfizio di conoscere tutto il conoscibile, Passato, presente
e
Futuro? E poi, una volta condannati a morte proprio per suo volere, e praticamente diseredati,
chi vi assicura che basta l'osservanza di dieci regole, anche abbastanza scontate
per
non dire banali, per ritrovare da morti il Regno promesso? Se dopo la morte
c'è
invece un bel fico secco, a che vale confrontare la vostra coscienza con queste dieci regole di
vita?
Qui sta il punto cruciale della questione. Questo è il crocevia dove le due coscienze
si
incontrano o divergono, magari per sempre. Qui sta il valore del Verbo, della
Parola data, della Promessa fatta. Qui sta la parola chiave, la cifra segreta, che apre
entrambe le coscienze e le rende palesi all'uomo che aspira a farsi Dio in Dio, e non a diventare
dio a
dispetto della materia dell'umanità a cui appartiene.
La parola è
Fede. Solo la fede infatti rende verosimile la vicenda terrena di un'umanità
fatta
ad immagine e somiglianza del suo Creatore, predestinata ad ereditare per discendenza diretta i
Tesori
del Padre, diseredata per insubordinazione e presunzione, riabilitata per
Misericordia e, da ultimo, sempre che il Padreterno non cambi idea, redenta dal
sacrificio di Gesù crocifisso. Perché come da Vita nacque morte,
da
morte nascerà la Vita. E così sia.
Fatevi guidare dalla Fede quando vi rendete conto che le vostre coscienze non riescono a tenere il passo con i consigli divini. E se vi accorgete di averli trasgrediti non abbiate paura di fare ammenda e di chiedere perdono al Sommo Consigliere. Abbiate piuttosto paura a non farlo, cedendo alla presunzione, alla superbia e al narcisismo dell'io sempre sensibile all'adulazione e ai cattivi consiglieri. Siate coscienti delle potenzialità divine della vostra coscienza personale e individuale e della potenza della coscienza universale ed eterna di cui portate impressa la matrice. Scoprirete quanto è breve il passo tra cielo e terra, noi e voi. E soprattutto vi accorgerete che Dio non conosce distanze e separazione.
Caro scriba fedele, non vorrei aver troppo abusato della tua penna, e ti sono grato per la mano che
mi
hai dato. Tuo affezionatissimo e devotissimo figlio.
Un bacione grandisimo alla mia tenerisima
mamma banana e un pilucchino sul tartufo del piccolo e fedelisimo Fred. Vi voglio bene. Voglio bene
a
tutto il mondo e mi auguro che dando ascolto alla propria coscienza l'umanità si
riprenda
il posto che le compete accanto a Dio.
Qui c'è posto per tutti. Ve lo
assicuro,
purché abbiate fede.
Ciao a tutti. Emilio vostro per sempre
Caro vecchio scriba, finalmente ti rifai vivo, altrimenti avrei dovuto affidare alla più disponibile e compiacente befana questa letterina, che mamma banana attende impazientemente e con trepidazione da tanto tempo. Mi viene da ridere. Io che esorto te a farti vivo, mentre dovresti essere tu a sollecitarmi a farlo! E’ paradossale ma è così.
Cos’è il paradosso, se non l’affermazione di una cosa, di un’idea, di un’opinione contraria al senso comune? Io risulto all’anagrafe il defunto, e quindi spetterebbe a me l’onere di resuscitare. Il fatto è che io non sono mai morto, nel cuore misericordioso di Dio, nel mio cuore e soprattutto nei vostri cuori di madre e di padre, che mi concepiste e mi avviaste a quella vita eterna che felicemente vado trascorrendo. Dunque, paradosso nel paradosso, io sono realmente vivo in barba alle apparenze, io vivo la vita vera che si ispira al senso divino e costantemente e simbioticamente si adegua alla Sua volontà.
Voi invece, che vivete una vita ad ostacoli, il più insormontabile dei quali non è la morte, ma il peccato mortale non rimesso a causa id umana superbia, e nel disprezzo della divina Misericordia; voi dovete confidare nella fede, nella carità del Signore, se volete farvi vedere vivi. E lo divenite realmente quando è la fede a sostituire quel senso comune delle cose al quale ho fatto cenno. A ben riflettere, anche il peccato originale nacque dal malinteso senso della paradossale generosità paterna. L’uomo aveva tutto: l’Amore smisurato del Padre, il Paradiso in terra e in cielo a disposizione, la libertà di perseguire il Bene bene operando, la sottomissione di tutti gli altri esseri viventi.
Invece che fa? Abbandona il buon senso, la buona direzione, la giusta via e si caccia in una situazione paradossale, che ancora segna il destino dell’umanità. Ci vorranno esperienze millenarie, seppure infinitesimali rispetto all’infinito dell’eternità, per riappropriarsi del giusto senso delle cose, definitivamente affrancato dal pregiudizio delle umane opinioni. Non è bastato infatti che Dio si facesse Uomo, e che l’Uomo Gesù si manifestasse come Via, Verità e Vita, per convincere i figli dei rinunciatari che il paradiso promesso è rimasto tale e quale a quello da cui furono scacciati, coperti della vergogna per la perduta simbiosi dello spirito con la materia. La via che Gesù indica a costoro è quella che ripristinerà la genetica unione , dopo la morte di quella materia che si fece contaminatrice dello spirito. La verità rappresentata da Gesù nella sua dimensione trinitaria è quella già scritta nel pensiero creativo di Dio.
La vita promessa da Gesù è quella di cui si riempiono tutte le creature del cielo, ivi accolte per divina Misericordia. Essa si protrarrà e già si rinnova in eterno nei corpi che risorgeranno e sono già risorti, dal momento che il Figlio di Dio è già venuto, è già risorto e ritornerà per risorgere in ogni istante della nostra vita terrena ed in ogni eterno palpitare della nostra vita celeste. E così sia.
Sei contenta, cara mamma banana, di tutti questi paradossi così paradossali? Come faremmo infatti a proseguire insieme, mano nella mano, il nostro percorso verso l’eterna ed inalienabile felicità, lungo la via tracciata dal Figlio di Dio? Attendo una tua risposta e intanto ti dedico tutto il mio amore filiale.
Tuo per sempre. Emilio
Ciao miei dolcissimi e tenerisimamente cari mamma e papà.
Quanto tempo è trascorso
dalla
nostra ultima letterina!
Ma, quanto tempo è trascorso dalla nostra ultima letterina?
Questione di punti di vista, che ovviamente cambiano se l’osservatore guarda
dall’infinitamente grande all’infinitamente piccolo o viceversa. Allora ripropongo la
domanda: quanto tempo è che non ci sentiamo? Allora la
risposta non può essere che una
sola, per me che vivo l’infinitamente grande e per voi che vivente ancora
nell’infinitamente
piccolo. Il nostro sentirci, cioè il nostro vibrare
reciprocamente di amore armonioso
è
istantaneo ed eterno al tempo stesso. Quindi incommensurabile.
Voi non ve ne rendete conto, ma sapete quanto è stupendamente lungo il percorso che abbiamo fatto insieme, mano nella mano, grazie alla guida misericordiosa del Signore e alla protezione amorosa della nostra Madre divina. Sappiate che questo cammino non si misura con il numero delle letterine spedite e pervenute, ma con l’intensità dell’amore profuso da entrambe le parti. E’ la stessa forza che dall’infinitamente grande, cioè Dio, fa nascere l’infinitamente piccolo, l’uomo. Ed è la stessa energia che dilata l’infinitamente piccolo nell’infinito Spirito dell’Amore eterno. Vedete dunque che le distanze tra le due dimensioni sono solo apparentemente enormi, ma quante volte nell’arco di un giorno di vita umana, fatta di nascite e di morti e di rinascite a vera vita, queste distanze vengono coperte in un soffio di spirito? Tante di quelle volte che il tempo perde il valore metrico che gli attribuisce l’uomo, e si dilata nella vastità assurda dell’amore di Dio. Per cui anche questa infinitamente piccola letterina diventa nella sua essenzialità il vasto, infinito crogiolo nel quale il mio, il nostro, il vostro amore si riconoscono e si dissolvono nell’Amore assoluto del Padre.
Come vedete, l’amore che ci portiamo, che ci
ispira e che vi guida ha praticamente annullato
ogni
distanza, e non perdete la fede in quanto vi è stato sinora confidato. Ecco perché la
corrispondenza epistolare cede il posto a quella spirituale -quella alla quale con
maturità
vi
dovete affidare nella preghiera, nella meditazione e negli esempi- per tuffarvi fiduciosi nello
sconfinato e sereno mare dell’eternità. Bacioni con eterno ed infinito amore dal
vostro
Cari mamma e papà, ora che pare sia terminato lo sciopero delle poste desidero congratularmi con voi per la perseveranza con la quale festeggiate le vostre e le nostre ricorrenze*. In particolare l’inossidabilità del vostro amore e del vostro vincolo matrimoniale, del quale io, vostro figlio, sono e rappresento nell’eternità il dono più bello e prezioso. Contare e celebrare anniversari, mesiversari, cronoversari, è uno dei tanti modi con i quali si riconosce al tempo il ruolo di benevolo gentiluomo. Ma, quando il tempo scandisce storie di amore eterno come le nostre storie, che senso ha contabilizzarne le ricorrenze, riducendole a sterili e fredde operazioni matematiche? Fino a che punto è importante ricordare a quando risale la promessa e l’impegno di un amore che ha in sé la premessa dell’eternità? In definitiva il tempo è un millantatore quando si spaccia per galantuomo, quando fa del buonismo ritmando i ricordi di storie liete, di eventi gioiosi, di avvenimenti gratificanti. Ma mostra la sua reale natura maligna quando decide di dare un valore definitivo alla durata di una vita.
Non bisogna dunque dar credito al tempo quando si commuove per una vita recisa nel fiore degli anni, perché questa visione antropologica della vita misurata in anni rappresenta il vero limite razionale del tempo. Ci sono vite brevi, ma così intensamente e totalmente vissute che, a qualsiasi età vengano concluse, possono essere considerate interminabili. Io ne so per esperienza da vivere all’infinito, quando già si poteva dire vissuta. Non è un caso infatti che le esperienze si facciano esclusivamente nell’arco di una vita, delimitato tra nascita e morte e misurato dal fluire del tempo in cadenze e scadenze inarrestabili. Nei tempi incomprimibili dell’eternità, invece, non esistono esperienze da collezionare, bensì certezze assolute e precostituite, da condividere e di cui gioire senza alcun impegno , se non quello di affidarsi e di lasciarsi andare all’abbraccio amorevole di Dio.
Lo stesso discorso vale per l’intensità dell’amore che vi unisce dall’eternità, miei cari, e che è nato prima di voi e si perpetuerà in voi e con voi in quella vita che di lui si alimenta, e in lui si eternizza e si fa erede. Io ne sono il frutto e l’esempio vivente al tempo stesso, nonostante lo stesso tempo abbia decretato la mia fine apparente senza troppi complimenti, mentre l’eternità dell’amore non ha dato alcun peso all’ufficialità precaria delle certificazioni competenti. La mia vita e le vostre non conoscono dunque i lacci del tempo, né se ne lasciano irretire. Esse si fondono fra di loro traendo reciproco sostegno e rafforzando la certezza di vivere in simbiosi tra di noi nella volontà del Signore, Che sin da tempo immemorabile stabilì e predispose le stagioni della nostre esistenze, così come regola da sempre la vitalità del creato. Lasciate dunque che il tempo, crudele e galantuomo al tempo stesso, svolga il suo ruolo di metronomo delle vicende della vita, ma guardatevi dall’affidargli ricordi gioiosi e gratificanti o dolori incontenibili e indimenticabili, perché gioie e dolori sono le esperienze dell’anima e non del tempo ed è lì -nell’anima- che vanno riposte e custodite per farsi anelito di speranza e di fede, in quella vita che non è fatta per riscattarli ma per dissolverli, nella placida ed esaltante serenità dell’Amore eterno di Dio. Egli è il vero ed unico metronomo che scandisce i tempi e i modi della condivisione con Lui della gioia senza fine.
Ma questa è un’altra storia. Ancora per poco per voi misteriosa, alla quale dovrete adeguatamente prepararvi non già nei tempi necessari, ma negli stati d’animo, o, se preferite, nello spirito galantuomo. E io sono qui per questo, per aiutarvi a riconoscere la supremazia dello spirito sulla limitatezza del tempo e l’illuminante vocazione della fede a vedere oltre le consuete e fallaci misure di riferimento, con le quali gli uomini si divertono a mentire a se stessi. Fatevi dunque vivi un po’più spesso, senza contare quanti giorni o settimane o mesi, ma, ogniqualvolta ne sentite quel solletico, quel pizzicorìo d’amore che fa vibrare i vostri cuori. E il mio. Bacionisimi dal vostro amore eterno. Emilio
* Oggi ricorre il nostro anniversario di matrimonio
Ciao ciao. Sono felice, strafelicisimo di essere con voi, miei cari in questa pigra e sonnacchiosa giornata di festa, civile per voi ed eterna per noi in cielo. Non è che quassù non abbiamo anche noi i nostri grattacapi, anche se –per l’Amor di Dio- non si tratta di problemi personali. Mi riferisco piuttosto al gran da fare al quale ci costringono le vostre follie terrene, le distrazioni e le distorsioni dell’animo umano, che sta seguendo una deriva preoccupante e assai rischiosa. E mentre sulle strade e nei cieli della città sfilano e sfrecciano esseri umani armati di tutto punto e avvolti nell’enfasi del patriottico tricolore, a testimoniare il malinteso e ipocrita sentimento collettivo a difesa dei valori di libertà e di pace. Noi quassù ci dobbiamo fare in quattro per soccorrere, sollevare, consolare, accogliere una umanità mortificata e martirizzata in nome e per conto di questi due diabolici sostantivi. La pace e la libertà -parlo solo di quelle vivibili e realizzabili- sono quelle condizioni che, partorite dalla mente di Dio Padre, conferirono ordine ed armonia al caos primordiale. Sono gli stessi privilegi che il Signore dette generosamente in dote alle prime su creature umane, doppie e inscindibili come lo sono libertà e pace, che tuttavia necessitano di una assoluta, convinta e consensuale aderenza al Progetto divino, per essere praticabili e fruibili in tutta la loro spontanea essenzialità, per essere vissute senza sovrastrutture e autoreferenzialità.
Invece Adamo e la sua compagna, sollecitati dal grande mentitore e illusionista a conquistare una libertà tutta personale, e svincolata da qualsiasi legame e determinata nel liberarsi dalla protezione amorosa e premurosa del Padre- l’incauta coppia rinunciò alla propria connaturata indole di spiriti liberi ed eternamente in pace con se stessi e con Dio, per sprofondare l’anima contaminata sotto il peso doloroso di principi di libertà e di pace che offendono e tradiscono tutta l’umanità originata nel loro peccato di presunzione.
Per fortuna in cielo non è andato disperso l’originale modello di questo sacro ed indivisibile binomio. Chiunque vi fa ritorno ne viene immediatamente e totalmente pervaso e gratificato, manifestandone i segni visibili nella speciale veste luminosa propria di tutti coloro che nella pace assoluta si sentono eternamente ed illimitatamente liberi di operare per la pace figlia dell’Amore di Dio.
Sicché, mentre sulla terra sfilano eserciti destinati a distruggere pace e libertà, qui in cielo, in nome di questi sacri principi divini, si addestra il variopinto e gioioso esercito di Maria Misericordiosa, che si appresta ad assestare il definitivo colpo mortale all’immondo serpente che ha avvelenato la storia dell’uomo, con il diabolico inganno della libertà vissuta e goduta fuori dal vincoli dell’amore, l’Amore del Padre che Si incarna nell’Uomo per (dare) donare la Sua pace. E così sia.
Miei cari mamma e papà. Vi voglio bene e nella nostra libertà di amarci senza riserve sta il segreto del nostro vincolo indissolubile e dell’eternità della nostra pace eterna. < Bacioni dal vostro Emilio. A presto. Ciao ciao
Mio caro vecchio scriba fedele, cara mamma banana, caro papi e miei cari e affezionati lettori. Caro scriba, metti da parte l'emozione e lo stupore di ricevermi dopo un lungo silenzio, e anche voi affezionatissimi amici, che vorreste che le mie letterine non finissero, state tranquilli. Non sono scomparso, non sono morto per sempre, anzi, vi assicuro di non essere mai stato vivo come in questo attimo della mia eternità, né proprio ora potrei permettermi pause di distrazione o momenti di relax, poiché noi abitanti del cielo siamo fortemente impegnati a fronteggiare il veemente ed attesissimo attacco che le forze del male e dell'odio hanno sferrato e stanno conducendo con inaspettata violenza contro il bene e l'Amore, ai quali Iddio affidò sin dai tempi della Creazione l'ordine vitale dell'universo.
Siamo dunque presi dal doppio compito di dispensare tutto l'Amore che si fa Energia e che governa le immutabili leggi dell'universo voluto e attuato dal Creatore, e al tempo stesso di accorrere lì dove i diabolici malefici del peccato tentano di impossessarsi delle anime più fragili e più sensibili alle fatue promesse del grande illusionista.
E' evidente che tutto questo superlavoro mi sottrae al piacere di farmi quattro
dolcissime
chiacchiere
con voi. In un momento del genere è invece necessario che proprio
voi, miei cari tutti, vi
attiviate per darci man forte con le vostre preghiere individuali e collettive ed io sono qui
proprio
per sollecitarvi a trasmettere questo messaggio, che nasce dal Cuore Misericordioso di Maria,
la
nostra
Madre amatissima.
Solo dall'unione delle nostre forze con la forza delle vostre
preghiere riusciremo a fermare e rispedire al mittente
il maremoto di odio e di follia che rischia di
sommergere
l'umanità, e in particolare di quegli uomini dimentichi
dell'Amore Misericordioso del Signore e
dell'esortazione di Gesù di amarsi vicendevolmente così come Egli ci ama.
Concentriamoci dunque a rafforzare le nostre sinergie. Per le mie letterine, che voi tutti aspettate trepidanti, c'è tempo. E poi, cosa dovrei ancora raccontarvi che non vi è stato già letto e già scritto? E quanto potrei dirvi di più di quanto mi sia stato concesso di dirvi? Cosa vi aspettate di nuovo sull'aldilà che non vi sia stato già raccontato?
Una ultima cosa potrei darvi per sicura, ed è questa: tutti coloro che si ricongiungono a Dio nel nostro Paradiso non si aspettino di annoiarsi. C'è tanta di quella Energia da produrre e tanto di quell'Amore da emanare per mantenere intatto l'Ordine delle cose, che non è sufficiente una vita eterna. Quassù chi si ferma è perduto, ma è una cosa che pare non sia mai avvenuta nella storia dell'Eternità.
Perciò datevi da fare da subitissimo con le vostre preghiere sincere e accorate, energetiche
e
rivitalizzanti. La vostra storia umana e la nostra eterna storia non possono farne a meno. Di esse
si
riempie gioiosamente il cuore di Maria e di Gesù e Si inorgoglisce lo Spirito del Padre
celeste.
Preghiamo e il male sarà ridotto al Suo destino. Preghiamo
e l'esercito di
Maria si
farà forte anche del contributo umano e per il serpente drago non
vi sarà scampo.
Così è scritto, così sarà.
Ora me ne torno al mio superlavoro. Vi devo lasciare. Momentaneamente, s'intende. E se non ci sentiremo per qualche tempo fatemi sentire voi il coro delle vostre poderose preghiere. Bacioni grandisimi. Emilio semprevivo.
Caro papi, cara mammabanana, c’è qui in cielo una gioiosa agitazione e battiti di angeliche ali da quando alla Casa del Padre ha fatto ritorno il grande scodinzolatore, il caro, dolce e fedele piccolo Fred. Con il suo sorriso accattivante, impreziosito da un cuscino floreale che porta tra i denti, è andato trotterellando a smusare le ginocchia della nostra tenerissima Madre, dalla quale ebbe il dono dell’obbedienza e delle fedele ma consapevole sottomissione, per strapparle quelle amorose carezze di cui si è sempre compiaciuto, per la facilità e la semplicità con le quale sa conquistarle.
Sornione e soddisfatto si è poi accucciato ai piedi della Vergine, rimanendovi il tempo –quello di quassù, si intende- per fare rifornimento di coccole materne. E poi si è scatenato in un turbine di salti, giravolte, sleccazzate e travolgenti abbracci e scodate, inseguito e festeggiato da tutti i suoi e nostri dolcisimi amici a quattro zampe: Ginger e Greta, una alla sua destra e una alla sua sinistra, gli stanno accanto orgogliose, impettite. E vaporosamente la piccola Bichi, che ne ha già tanto sentito parlare e ogni tanto gli dava una sbirciatina da quassù, mi va confidando che di persona è proprio un gran fico. Con quelle sue zampotte nelle mie mani – nessuno si scandalizzi ma è proprio così, perché lo spirito non si spoglia mai della memoria delle tenerezze terrene – mi riferisce tutto compiaciuto che ha condotto a termine e con successo la missione che gli avevo affidato, nel lasciare la terra per vivere nell’eternità dell’Amore, e per portare con lui e con la piccola Ginger quell’amore rasserenante di cui avevate bisogno. So che lo ha fatto con tutta la forza e la dedizione dell’amico fedele, e vedrete che continuerà a proteggervi e ad amarvi ancora di più, se è possibile, così come già fanno le sue fedeli compagne di avventura terrena, che lo hanno accompagnato in cielo per non lasciarlo solo in quell’ultimo attimo di tempo e di spazio, che le anime pure impiegano per raggiungerci in cielo e per riappropriarsi del loro destino.
Non vi lasciate dunque prendere dallo sconforto, miei cari, perché le carezze che vi chiedeva e che pretendeva da voi, e le ruvide ma dolcissime carezze di cui vi faceva oggetto con quelle sue zampotte da orsacchiotto, o con le le sue proverbiali sleccazzate auricolari, rimarranno indelebilmente conservate nei vostri cuori per diventare eterne, sino a quando io stesso, accompagnato dal festoso codazzo dei nostri amici fedeli vi correrò incontro per ricondurvi alla Casa del Padre. Quel giorno si terrà conto anche di tutto l’amore e la dedizione con cui vi siete applicati per rendere felice l’esistenza di questi nostri straordinari ed insostituibili compagni di vita. Bacioni, slurpate e scodinzoli da tutti noi. Emilio
Caro vecchio scriba fedele, c’è ancora tempo e strada da percorrere nella vecchiaia, ma non esagerare. Sia negli impegni sportivi, sia nelle preoccupazioni eccessive per la tua salute, fa prevalere dovunque e comunque il buon senso, quello che conduce nella giusta direzione ad affrontare in modo equilibrato, a vivere le vicende terrene e a prepararsi consapevolmente a quelle ultraterrene della vita eterna.
Gli entusiasmi per l’una e l’altra vita sono senza dubbio auspicabili, ma non devono superare la soglia della ponderatezza, quella regola o, se preferisci, quella virtù che ti insegna a soppesare sempre la realtà degli obiettivi prima di affrontarli. Tu mi dirai: l’esperienza, la conoscenza, l’istinto mi saranno d’aiuto, nel frenare entusiasmi ed impedire fanatismi nella vita di tutti i giorni, ma come faccio a prepararmi ad una prospettiva di vita a me completamente estranea, inimmaginabile e sconosciuta, perché non ancora esplorata? Ed io ti rispondo che è proprio questo che devi fare. Devi vestire gli abiti dell’esploratore. Ogni uomo ha in sé la vocazione e gli strumenti per farlo. La vocazione sta nell’umana propensione a non accettare confini definitivi e tempi improrogabili che possano impedirgli lo sviluppo della conoscenza attraverso nuove acquisizioni cognitive e nel pieno impiego della forza della ragione.
L’uomo non è mai sufficientemente appagato da quanto gli deriva dalla generosità della natura, che lo accoglie e lo aggiorna, e da quella di tutti gli uomini che hanno operato a creare benessere e progresso, in forza dei quali aspira ad ulteriore miglioramento delle proprie condizioni di vita. Procede dunque dalla realtà consistente del suo proprio essere, per raggiungere -non sapendo quando- probabili stili di vita terrena più appaganti. Ma nell’animo umano vi è un’altra vocazione molto misteriosa e proprio per questo molto affascinante nella sua primordialità. E’ la vocazione a conoscere Dio, il creatore del mondo visibile ed invisibile, il Padre di tutti gli esseri e di tutte le creature viventi. Vocazione alla conoscenza, ma soprattutto attrazione a ricongiungersi con Lui.
Anche qui, si pone la domanda da dove nasca e proceda questa pulsione dell’uomo, se non dalla ricchezza di esperienze che l'umanità, più o meno evoluta, ha accumulato nel corso di secoli di storia. Esperienze di uomini scelti proprio da Dio, per farne nel mondo profeti di verità del Suo progetto e testimoni della Sua onnipotenza e onniscienza.
La parola di Dio, fattaSi umana nelle tradizioni orali e scritte, racconta in modo inequivocabile la realtù storica dell'uomo, che ha già condiviso e condividerà con il Creatore l'esperienza della vita eterna.Anche qui non sono necessari fanatismi o pregiudizi, ma si richiede quell'entusiasmo che si identifica nella fede che apre gli occhi sulla realtà storica dell'incontro di Dio con l'uomo, e diventa luce di verità quando Dio, rinnegato dall'uomo, Si fa Egli stesso uomo in Cristo per sconfiggere la morte, unico, ma non solo unico ostacolo all'attuazione del Suo progetto.
E' ormai tanto, del tempo terreno, che io stesso, attraverso queste letterine vado ripetendo, nel mio piccolo, che la vocazione spirituale dell'uomo e quella umana di Dio originano dall'unica fonte divina dell'Amore, e manifestano tutta la loro Energia nella concretezza del ricongiungimento: promessa mai ripudiata dal Sugnore.
A proposito di ricongiungimento. Miei cari, qui a me vicino c’è un cagnolone biondo oro che scodinzola da quando gli ho detto che vi sto scrivendo. E’ Fred che allegramente condivide con me, Ginger, Greta e Bichi la gioia immensa di godere del vostro amore, che nulla ha da invidiare a quello di Dio, perché è proprio della sua stessa sostanza. Vorrebbe manifestarvi il suo amore con l’orma della sua zampetta e con l’umido di una sua slurpatina, ma lo ho convinto ad avere pazienza sino a quando arriverete anche voi quassù. E allora sarà “si salvi chi può”. Vi mando un mondo ovviamente eterno di bacioni ai quali partecipano tutti coloro che quassù vi amano. E siamo tanti. Ciao Emilio & company.
Miei cari e dolci mamma e papà, mio vecchio scriba fedele, voglio approfittare dell'occasione per rivolgervi alcune domande facili facili. Perché meditiate, anche dopo che l'impigrito scriba mi avrà tolto la parola
Prima domanda.
Che bisogno ha Iddio, Lui che è
l'eternità in persona, di celebrare ogni dodici mesi l'incarnazione nel
Bambinello che i pastori andranno ad adorare?
Forse l'uomo ha una memoria talmente labile da non ricordare che la nascita di
Gesù non
rappresenta soltanto l'evento storico da festeggiare annualmente, ma è il patto
spirituale
che il
Signore propone una volta per tutte all'umanità disperata dalla
vita ed ossessionata dalla
morte.
Facendosi uomo, Dio si è alleato con l'uomo stesso in maniera definitiva ed
imprescindibile,
legandosi in un giuramento al quale, anche se la controparte dovesse tradirLo, non verrà mai
meno
sino alla fine dei secoli. Perché Gesù è ed incarna l'Amore
salvifico, l'Amore
sacrificale, l'Amore Assoluto.
Sicuramente mi risponderete che
è santa madre Chiesa che
sollecita i propri fedeli a ricordare il sacro evento. Ma la Chiesa è il corpo stesso di
Cristo,
di cui noi credenti siamo paragonabili alle membra. Allora perché ad ogni Natale i
seguaci di
Cristo sono colti dalla stessa sorpresa, per non dire dallo stesso spavento che i pastori del
presepio
manifestarono all'apparizione dell'angelo, che annunziava loro e all'umanità tutta la
portentosa
nascita del Bambino Gesù?
Ho il timore, miei cari, che l'uomo, sia quello antico che
quello
moderno, non sappia ancora riconoscere nel Natale di Gesù l'eterna offerta d'Amore di Dio.
E da qui nasce la mia seconda domanda.
Nella grotta in cui era venuto alla
luce il
Redentore, cosa teneva per sé Maria nel profondo del cuore e nel silenzio
della
serva di Dio, oltre alla consapevolezza del destino del figlio divino? Forse
già
sapeva che la Passione di Gesù non si sarebbe consumata sulla croce, ma si sarebbe reiterata
per
l'atavica incapacità dell'uomo ad aprire a Dio il proprio cuore? Sin dai tempi remoti della
creazione il Signore, che aveva riposto nell'umana creatura tutto il Suo paterno orgoglio per
l'opera
ispirata e compiuta dall'Amore, ha trovato nell'uomo, e sperimentato nel rapporto amoroso al quale
si
è abbandonato con lui, una incredibile ed imprevedibile ritrosia a lasciarsi amare, a
lasciarsi
possedere dall'assolutezza dell'Amore del Padre. Forse il Signore, che tutto sa e tutto prevede, non
aveva previsto il lato oscuro della Sua creatura prediletta? Qualcuno potrebbe
interpretare e giustificare questo umano comportamento come il frutto del risentimento
dell'umanità per le sciagure alle quali il Padre severo l'ha esposta a seguito del peccato di
presunzione. Nonostante i ripetuti tentativi e le insistenti iniziative divine a riallacciare il
primigenio rapporto d'Amore, l'uomo si mostrò sempre restio e sospettoso, comunque non
completamente convinto dei sentimenti paterni. Né fu sufficiente la garanzia di un Padre
Eterno
che si fece limitato nel tempo, affinché si compisse il sacrificio definitivo nello spazio
carnale di un agnello sacrificale. Incarnandosi in Gesù e parlando con la sua bocca
all'umanità Dio offriva, o meglio svelava il Suo Amore completo e partecipativo, non limitato
al
rapporto diretto e privato Dio-uomo, ma esteso al rapporto interpersonale uomo-uomo. Meglio ancora,
Egli
si faceva interprete di un più solido legame d'Amore tra Sé e ogni singolo uomo, a
favore
dell'intera l'umanità.
Ma noi tutti ogni volta che festeggiamo l'ennesima nascita di
Gesù,Salvatore dell'umanità nel nome dell'Amore definitivo ed unico, già
sappiamo
come andò a finire a causa della chiusura totale dei cuori a Dio. Però sappiamo anche
che
molti altri cuori si aprirono totalmente a Dio e si sacrificarono per Lui alimentando l'Amore
travolgente che ha dato vita e rende vitale il Corpo di Cristo, e testimoniando che Dio è sempre
qui accanto a noi in paziente e fiduciosa attesa di diventare ospite gradito e definitivo dell'animo
umano.
E di qui nasce la terza domanda: a quando questo appuntamento, questa scadenza?
Lascio a voi la risposta , miei cari ed affezionatissimi lettori, nella certezza che la troverete già scritta nel profondo dei vostri cuori. E se doveste trovarli al buio, approfittate della luce di Dio che oggi illumina i vostri presepi per fare chiarezza. Vi lascio a tu per tu con le vostre coscienze, miei cari, e vi auguro di cuore un vero buon Natale, una sincera rinascita del vostro amore in Dio e negli uomini di buona volontà.
Bacioni natalizi dal vostro Emilio per sempre eeeeeeeeeeeeeeeeee
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