Le letterine di un Giovane Angelo
Emilio nel nostro
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GENNAIO 2001
UN ANNO PIU' VECCHIO
Un anno di meno
1 gennaio 2001
Caro papi, un po' più vecchio, se conti gli anni che aggiungi alla vita del tuo corpo, un po' più giovane, se li sottrai dagli anni che ti separano dalla vita del tuo spirito. Comunque, scriba fedele, io vorrei che durasse all'infinito questo tempuscolo, così privato e breve, che ti divide dalla mia eternità. Questo, non tanto per augurare alle tue membra di campare almeno cent'anni, quanto piuttosto per vedere lo scriba sopravvivere al tempo, per farci rivivere le emozioni di questi appuntamenti e di queste chiacchierate, così intime e pubbliche al tempo stesso. Al di là del mio desiderio puramente filiale e assolutamente privo d'egoismo, sappi comunque che tutto ciò che nasce dal volere e per la misericordia di Dio, o per intercessione della nostra Madre Maria Misericordiosa, è sempre pervenuto e arriverà a umana destinazione per il tramite di scriba e testimoni molto più poderosi ed autorevoli di te.
Non devi avertene a male, caro papi. Ad ognuno il suo ruolo, poco importa se grande o piccolo. Importante è che sia svolto con umiltà, zelo, spirito di servizio e, cosa che conta più di tutto, con amore. Amore per Chi ci ha dato la vita e per la vita che ci ha donato. Amore per la vita della quale questa tua vita di scriba è propedeutica, amore per i tuoi simili, ai quali ti accomuna la paternità e la destinazione di questi messaggi. Perciò, caro papi, non ti sentire come uno più vecchio di un anno, ma vivi con entusiasmo e speranzosa certezza, prestando la tua penna alla trascrizione di queste armoniose sintonie d'amore, che la sempre più acciaccata, ma sempre più ispirata mamma banana, saprà unire in un poema sinfonico, destinato a cantare le lodi del Signore, che rinfocoleranno cuori già spalancati alla Speranza e faranno cedere molte porte sbarrate, o sbattute in faccia a Dio.
Che il vostro nuovo anno sia carico di doni da ricevere e da elargire, nella Benedizione del Signore. Ciao, a presto.
CAGNOLINI A GUIDA DEI CIECHI
4 gennaio 2001
Ti sono vicino, caro papi, veramente vicino, e tu mi ascolti con l'orecchio dell'anima, che quasi sempre, o molto raramente, è sensibile al richiamo dell'amore. Come me e con me ti è vicino il Signore con tutto il Suo Celeste Consesso, ma tu non riesci a vederci pur se ti sforzi di farlo con tutta la forza della Fede. Questa Fede che ti aiuta a credere pur non vedendo, che ti rende palpabile e godibile l'amore di cui ti avvolge e ti riempie tutto il mondo dello Spirito Santo.
La Fede può essere paragonata a quella particolare dote di cui via via si arricchisce il cieco, nella conoscenza della realtà in cui è immerso, che comunque non necessita della vista o dello sguardo per cogliervi l'amore, l'indifferenza o l'odio, il calore o la freddezza di chi ne condivide con lui le vicende. Solo che, a differenza della vista e dello sguardo, che ti possono mostrare fallacemente realtà vere, o ti possono fare apparire genuine e corrette false esternazioni, la Fede ti chiede di immaginare solo il bello, il buono, il giusto, il santo, della realtà alla quale è destinata in Mente Dei la tua conoscenza. Grazie ad essa tu, cieco sin dalla nascita per errore genetico, per peccato originale, non perdi mai la vocazione della speranza nel Mondo dell'Amore Soprannaturale e puoi, al tempo stesso, nutrire la speranza di trovare Amore anche nel mondo transitorio della disperazione, dove puoi avvertire e trovare la presenza di Dio, pur nel buio più assoluto.
Ti ricordi, papi, degli occhiali della Fede di cui ti ho parlato tante volte?
Essi sono la Grazia e non devono mai essere dimenticati nell'elegante astuccio, ma portati
sul naso giorno e notte, per abituare la vista ai bagliori accecanti dell'effimero
e per renderla più acuta e profonda attraverso la cortina dell'ignoranza, della malvagità e dell'indifferenza.
UNICA DIMORA
Casa, regno e reggia
10 gennaio 2001
Caro papi mio, vorrei che tu spiegassi a mamma banana che il mio non è un rapporto
preferenziale
con te, ma che quando scrivo caro papi è come se scrivessi cara
mamma
banana, perché
Cara mamma banana e caro vecchio papi al tempo stesso, fino a che vi unirà l'amore per me e
la
nostalgica certezza della vita nostra trascorsa insieme, allora non avrò motivo di
raccontarvi
separatamente la mia vita in cielo. Poi,
Voi sarete sempre il mio vecchio papi e la mia mamma banana ed io il
vostro Pippo, però non dovremo più significare
nel caro il valore dell'amore che ci accomuna, perché allora saremo un
tutt'uno, accomunato dall'Amore e con l'Amore.
Capite quello che vi voglio dire? Vi voglio dire che
Ciao papamma. Bacioni dal vostro Pippo persempre
L'ORDINE GENERALE DELLE COSE
Finale a sorpresa
27 gennaio 2001
Ciao, miei cari mamma e papà, Ginger e Fred, un ciao a tutti con tutto il mio amore.
Vi
ho
rivolto il mio benvenuto nella redazione della
Voce del
cielo assegnandovi un ordine preciso, che non vuole
significare una classifica nel mio cuore, ma l'ordine temporale
L'ordine naturale delle cose è la legge divina, che regola armonicamente e guida amorevolmente il destino del mondo. L'Ordine è Dio stesso. E' Dio, che nella creazione e con la creazione ha conferito -nella natura degli eventi che via via prendevano corpo dai Suoi pensieri e dalla Sua Volontà- la successione dall'alfa all'omega, applicandovi la regola benefica che l' Amore è ordine, l'Amore è armonia, e che tutto ciò che a tale regola si sottrae o ne viene sottratto è destinato a ripiombare nel buio, nell'odio e nelle sregolate nefandezze del caos.
E' quanto è già accaduto nell'ordinato giardino dell'Eden ed è quanto sta
accadendo
in questi istanti della vita del mondo. Ieri e oggi, l'ispiratore e
Il peccato con il quale
Eppure, la vita riserva alle creature umane tanti momenti nei quali
La natura è invece la forza dell'uomo, è l'energia che Dio gli mette a
disposizione perché ne faccia tesoro e la trasmetta in tutta la suaintegrità
alle generazioni future. Se l'uomo fallirà anche in questo compito, si macchierà dell'ennesimo
peccato contro Dio e Dio gliene avrà comminato la pena, cioè
l'autodistruzione.
Ma tutto ciò è contro
l'ordine naturale che Dio ha imposto alle cose e il finale sarà tutto diverso,
tutto da scoprire.
Solo Dio lo sa, e lo
saprà
anche ogni uomo che si affida alla Sua incommensurabile
Sapienza, manifestata
nell'Amore
divino smisurato
e senza confini.
Dalla redazione della Voce del cielo giunga il mio amore, a voi tutti in uguale misura e tenerezza.
Immenso giardino felice da ripopolare
30 gennaio 2001
Caro vecchio scriba, fedele nella fede e negli scritti, io
Ma, se tutto ciò mi fosse stato concesso, io non vi racconterei una parola di più di quanto sono stato amorevolmente autorizzato a condividere con voi tutti per intercessione misericordiosa. Nulla di più, o di nuovo di quanto il Signore in Prima Persona, o per mano dei profeti, degli apostoli del Suo Verbo incarnato e dei santi, non avesse già reso noto agli uomini di fede, agli increduli e ai non credenti. Ma in una forma, in uno stile e in un linguaggio più aderente ai tempi del vostro cammino terreno, nel quale si va sviluppando e maturando il destino dell'uomo, nell'apparente mistero del divino progetto.
Vi sembra proprio tanto indecifrabile la volontà di Dio? O non vi appare evidente, piuttosto, come Egli miri unicamente a raccogliere, a recuperare, a rassicurare i propri figli, divisi e dispersi dalla tempesta devastante del peccato originale. Per ricondurli alla riappropriazione di quella ricchezza e bellezza di spirito, che appartiene loro per diritto di primogenitura e per riconsegnarli purificati a quel paradiso terrestre al quale li aveva affidati, e che nessun peccato è riuscito mai a distruggere o cancellare dalla Sua Mente.
Il paradiso terrestre è lì che attende il ritorno dei suoi accreditati abitanti, cosa che avverrà quando Iddio chiederà, alla Madre del Figlio fatto uomo, di riscattare, con la distruzione del male e per sempre, il peccato di cui si rese colpevole l'altra donna nata come Lei senza peccato. Allora ogni spirito riprenderà le sue umane sembianze, e popolerà quell'immenso giardino felice al quale Dio lo aveva destinato, sin dalle prime luci dell'alba della vita.
Prima che tutto ciò si avveri, perseverate nella fede di una vita migliore, e non vi aspettate di saperne di più di quanto Dio non voglia, anche se avete i classici santi in Paradiso. E' stupendo il Paradiso. Non cessate mai di desiderarlo e non stancatevi mai di conquistarlo. Dio non desidera altro che darvi una mano, una spinta, un calcione per farvi entrare. L'ingresso è libero, lo spettacolo è assicurato.
Parola di . Un ciao a tutti.
10 febbraio 2001
Ti vuoi impegnare nel tuo compito di scriba o no, caro papi? Sembra quasi che questa penna, che ora scorre leggera come una piuma, certe volte ti pesi una tonnellata. Non vuole essere un rimprovero, caro papi, ma un incoraggiamento a sentire questa penna sempre e soltanto leggera come l'aria, così come lo sono le verità che scrive, mai troppo ponderose, perché nascono e si nutrono dallo e dello spirito che non ha peso, anche se sostanzialmente alita la vita nelle creature del cielo e della terra.
Perché tengo dunque tanto alla tua collaborazione, caro scriba? Prima di tutto perché posso incessantemente manifestare a te e a mamma la mia presenza tra voi, e il mio inesauribile amore per voi, cioè la mia vita che non è mai morta. E poi perché mi fa piacere che i nostri pensieri, i nostri spiriti, si incontrino, si intreccino, si abbraccino e diventino un solo pensiero d'amore in questo terreno, ancor così terreno come lo sono questi fogli di carta, e vi lascino una traccia indelebile, proprio come in un diario
E siccome il diario è la raccolta dei pensieri, delle emozioni delle piccole e grandi cose di ogni giorno, mi piacerebbe che i nostri incontri fossero giornalieri e magari avvenissero, o ,meglio, venissero registrati, anche più volte al giorno. Noi due sappiamo che è proprio così. Che noi ci pensiamo, ci incontriamo nell'atmosfera magica dei nostri cuori, in ogni attimo della vita, che da sempre ci tiene uniti persempre.
Sappiamo pure come questi scritti siano il frutto e la cronaca di questa simbiosi, che spesso si
può avvertire nei contenuti degli scritti stessi, dai quali
Mamma dice che
Cara mamma, io non sono più di questa terra ma continuo a bazzicarvi perché sono vivo nei vostri cuori, che palpitano di vita terrena, oltre che spirituale. Le esperienze che io vi comunico non possono dunque prescindere da questa realtà. Affinché esse vi giungano e vi scuotano, devono necessariamente assumere umano significato, altrimenti voi non potreste comprenderle in nessun modo.
La stratosfericità del pensiero divino vi si mostrerà, senza sconvolgervi e ferirvi, solo quando sarete voi stessi alla presenza di Dio, perché solo allora conoscerete la grandezza del progetto dell'Onnipotente e ne sarete estasiati.
Per ora accontentatevi di queste dolci ed amorevoli briciole di luce, che comunque rischiarano a sufficienza il buio del mistero e riscaldano il freddo delle stanze disabitate dalla fede. Non chiedetemi altro, né alcuno si aspetti altro da me se non la promessa che gli butteròle braccia al collo, quando varcherà la soglia dell'eternità.
Vi voglio bene con tutto il cuore, quello che batte nei vostri cuori e quello che esplode in ogni
istante nel bagliore pulsante della luce di Dio.
Ciao a prestissimo, caro scriba. Al prossimo attimo, miei dolcissimi. stratosferico.
Caro papi mio, capita delle volte che i pensieri vadano nelle direzioni opposte delle vocazioni. Molto spesso perché alcune vocazioni sono più pensate che sentite, ma pure perché il pensiero si sente in dovere di andare in avanscoperta a tuttotondo, per verificare i rapporti che si creano tra realtà e vocazione e non necessariamente per commissione della vocazione stessa.
Vocazione a che, ti stai domandando, chiamata a che cosa?
Vocazione alla maternità e alla procreazione, tanto per rimanere nel tema. E allora scopri come questa necessità insopprimibile della vita si lasci condizionare da cavilli, pretesti, distinguo razionali o da situazioni costituite, se non precostituite, dalle stesse suggestioni del pensiero.
Vocazione a vivere la vita in ogni sua manifestazione, alla luce e nella luce della parola di Dio. Qui il pensiero, è evidente, diventa più tetragono, più fuorviante, meno complementare; tanto che non mancano testimonianze scritte e orali che indicano come il Signore in prima Persona o per mezzo dei profeti, di Gesù, di Maria Misericordiosa, degli angeli e dei santi, non abbia mai cessato, né mai desista dal sollecitare il pensiero ad ammettere e riconoscere i propri limiti e le proprie funzioni.
Vocazione a farsi strumento e veicolo della parola di Dio, nella vita laica e nel sacerdozio. Anche qui la chiamata è l'espressione della grandezza dell'Amore di Dio, della Sua tenerezza, del Suo orgoglio di Padre. Chiunque, investitone, ne avverta la forza e l'intensità, non dovrebbe provare nient'altro che gratitudine e commozione, e ad esse dovrebbe ispirare i sentimenti con i quali donarsi al fratello, al compagno, all'amico, all'estraneo, al nemico che tende la mano in segno di supplica o di richiesta, o di proposta o di speranza di essere aiutato.
Ebbene, quante volte tu stesso hai potuto constatare, caro papi, come certo pensiero prevaricante, sospettoso e presuntuoso, si impadronisca dell'animo di queste creature elette, allontanandole da quell'umanità che chiede la loro testimonianza in Cristo, e illudendole che sono state chiamate per dialogare direttamente con Lui, e non attraverso la solidarietà per l'uomo che si è fatto carico della Croce, le rende estranee alla propria vocazione.
Eppure,
E' quando si crede che Dio non esiste, o che c'è ma se ne sta assorto nei Suoi pensieri, incurante delle vicende umane, che Dio fa capolino fra lo stordimento e la confusione dei sentimenti umani e manifesta il Suo Amore per le Sue creature, tranquillizzandole sul loro futuro in cielo.La fede serve a coglierNe la presenza proprio nei peggiori momenti, quando si è portati a pensare che le forze del male sono più potenti e condizionanti delle forze del Bene.
Ma non è e non sarà mai così, nonostante le apparenze e nonostante il modo di agire e di pensare di molti, e fra essi alcuni operatori di pace, che non sanno rassicurare, quanti sono affidati alla loro attenzione e protezione, sugli innumerevoli mezzi di cui dispone e si serve Dio, per far pervenire nel cuore degli uomini il messaggio della Sua parola e il calore della Sua amorevole misericordia.
Chi vuole intendere intenda. Chi vuole fare orecchie da mercante se ne assuma la responsabilità. Chi non sa vedere Dio nelle piccole, semplici ma straordinarie cose del quotidiano, vada dall'oculista e si faccia ricondurre a più terreni livelli l'alta ed ingiustificata opinione che ha di sé. E tu, caro papi, va' a letto a farti il sonno del giusto. Buona notte e sogni d'oro. Ciao. angelo e servitore del Signore.
Miei cari e amorevoli mami e papi, lo so benissimo quanto desiderate e attendete questi attimi di
felicità testimoniata, e conosco molto bene il tirannico ruolo terreno del
tempo. Perciò non vi dovete colpevolizzare di ritardi, pause o momenti di
stanchezza, capaci di condizionare
Purtuttavia non possiamo rinunciare a questo
E, poiché tutto ciò è
e
Alla prossima letterina, con amore indescrivibile. Ciao.
Mio caro papi, tu non puoi pretendere di avere il consenso unanime sulla
Questa fede non è fede di accettazione acritica e rassegnata,
non è fede conculcata con studi analitici ed elaborati accademici, non è il frutto del nostro quotidiano confronto con la
realtà umana del Figlio di Dio e della nostra istintiva e meditata
aspirazione alla nostra resurrezione, alla nostra rinascita nella realtà spirituale. Che razza di stima avrebbe
Dio di noi se si sapesse amato, o peggio temuto, sull'esperienza maturata con luoghi comuni, definizioni criptiche,
descrizioni irreali?
Fede è sentire Dio come parte
integrante oltre che essenziale del proprio essere.
Fede è sentirsi figli di Dio, secondo una necessità genetica che
nessun materialismo può mettere in dubbio.
Fed è rifiutare emotivamente ed intellettualmente la
casualità della vita e delle sue cose.
Fede è
condividere con Dio i tempi e le modalità
di attuazione del Suo progetto di vita.
Fede è credere senza tentennamenti
nell'umano irrinunciabile bisogno di Dio, e nel divino irrinunciabile bisogno dell'uomo.
Fede, infine e soprattutto, è avere la certezza che Dio è potenza all'ennesima potenza,
e nessun altro potentato è
Ve lo assicuro anch'io che ben conosco la Sua Bontà.
Ciao
APRILE 2001
SAPPIATE AMARE COSI'
Amore che si rigenera e si rinnova senza posa
4 aprile 2001
Noi siamo accomunati dallo
stesso amore
e dalle stesse certezze, caro papi. Noi siamo
Stiamo parlando infatti dell'
Ma Amore è soprattutto
RESURREZIONE
Logica nella fede e fede nella logica
8 aprile 2001
Ciao a tutti, proprio tutti, mamma, papi, Ginger e Fred, amiche ed amici, cani, gatti e tutto il bestiario degli amici,
conoscenti, parenti e affini ecc. ecc. ecc. Eccomi qua ad aggiornarvi sulle
Cristo, Suo Figlio, vostro e nostro fratello, risorge nei vostri cuori per indicarvi il vostro destino:
Ora vi spiego: Gesù, in quanto Figlio del Padre, non poteva morire per sempre, nello spirito né tanto meno nel corpo, essendo l'immagine umana di Dio e perciò immortale. Sulla croce morivano simbolicamente
l'ingiustizia, i tradimenti, la presunzione e la stupida miopia dell'umanità, ma risorgeva l'amore, la fedeltà,
la rinuncia, la pietà e la misericordia, doni e doti nascoste di
Questo è il disegno di Dio. E'
anche frutto delle aspirazioni umane solo
perché esse coincidono con il Pensiero divino, che le ispirò
nel primo giorno e le ispira tutti i giorni della vita dell'umanità. Infatti non si
può aspirare alla concretezza di una
speranza se quest'ultima non è indirizzata, riposta in qualcosa che ne alimenta
il desiderio e il raggiungimento concreto.
Cosa c'è di più fantastico
della
Suggestioni? Fantasie? Paranoie? Nossignori.E' evidente che la Logica di Dio non coincide con quella umana, invece è logico credere che la prima abbia previsto per l'uomo un destino preciso, al quale la logica umana può adeguarsi oppure no. La primitiva ed istintiva vocazione dell'uomo è quella di confidare nella Logica del suo Creatore, che profuse lo Spirito nella materia inerte per darGli un corpo.
Il corpo contaminò lo Spirito con il peccato di superbia e Dio lo punì a riabilitare lo Spirito con una morte giusta. Riacquistata la purezza e la santità originaria, lo Spirito ridarà vita eterna alla materia inanimata, reincarnandosi nel Suo corpo di un tempo, per cancellarne per sempre le usure del tempo. Ecco il motivo logico per il quale lo Spirito dei figli di Dio in cielo mantiene la propria identità, frutto della condivisione della sua storia di convivenza con il corpo, per un tempo più o meno breve. Torneranno un tempo, per Logica divina, a ripercorrere insieme il cammino eterno, e lo spirito potrà manifestare tutta la sua serenità nella luce del Signore, e tutta la consistenza del suo amore nella concretezza di un sorriso, di una carezza o di un abbraccio. E tutti vissero felici e contenti. Ma non è la fine tradizionale di una favola. E' il principio-reale di una nuova vita, che noi vivremo uniti per sempre. Ciao,
AMORE, SOLO AMORE, SEMPRE AMORE
Vocazione all'immortalità
13 aprile 2001
Caro papi, l'uomo ha un innato istinto alla sopravvivenza
del singolo e della specie e una meditata vocazione all'immortalità.
Questo desiderio, questa speranza, quest'ispirazione, si manifestano in due modi. Il primo è quello di
sentire, nel profondo del cuore e con l'avallo della ragione, che la vita dei propri sentimenti, delle emozioni positive e
dell'amore
verso il prossimo non finisce e
Questa seconda via è già stata percorsa dall'uomo, ed è stata rimossa dalla sua memoria.
La prima strada è quella percorsa dall'anima,
cioè da quella regione inesplorata dell'essere umano
che gli uomini di pensiero amano definire immortale, a ragione. Ed
Quando la pietà, la fede e la preghiera sono più forti del
dolore, allora il buio viene squarciato e dissolto dalla Luce di Dio, che noi, ed A. con noi,
facciamo
risplendere nei cuori e negli occhi di quanti in noi amano l'immagine riflessa di Dio. Allora nulla
è impossibile, anche i miracoli.
Il dolore non scacci Iddio dal cuore di chi soffre, ma
continui ad accoglierLo con generosità chi confida in Lui, perché potrebbe portare per
mano una creatura che si crede perduta per sempre. Nell'immortalità di Dio si rigenera
l'immortalità di A. e si prepara l'immortalità della sua mamma.
Vero mamma banana?
Ciao a tutti angelo.
CAP'E MORTO AL TEATRINO DELLE MARIONETTE
Lontano come spazio. Periodo come tempo. Paura come ignoranza
17 aprile 2001
Ti ricordi, caro papi, di quando giocavamo a fare
Il giorno in cui l'ho incontrata sulla mia strada, e con la stessa voce in
falsetto mi ha detto che era finito il tempo del mio tempo, e che potevo gettare l'orologio alle
ortiche, mi è venuto da ridere come da bambino e, mentre ridevo di cuore,
Eppure provavo un po' di tenerezza per quella marionetta, ma ancor più mi intenerivo
al
Lontano come spazio. Periodo come tempo. Paura come ignoranza.
Tutti retaggi di una vita terrena che ti segnano sino
all'istante nel quale scopri e conosci il
sorriso compiaciuto e misericordioso di Dio, che profuma
d'eternità e fa trapelare tutta la gioia delle creature del
cielo.
E allora comprendi che non devi dolerti, anzi, non
puoi
dolerti della distanza che la morte ha frapposto tra te e i
tuoi
cari, perché essa è immediatamente azzerata dall'Energia che il Signore
ti
infonde, e per mezzo della quale ti concede la convivenza con essi trasformandosi in
amore
indissolubile ed eterno.
Cosicché, caro papi, la paura del dolore, che tu non mi avresti mai potuto insegnare nel nostro teatrino della vita, perché tra i personaggi non c'era la marionetta conforme, si è dissolta non appena ho realizzato la verità del mondo della gioia e la certezza che a nessun buono esso è precluso, tanto meno a voi, se continuerete a confidare nella caparbia misericordia del Signore. L'uomo non deve temere la morte 'mbriaca ma l'ubriacatura mortale dell'anima. Solo allora, la morte non è più uno spauracchio, al quale fare qualche sberleffo, ma diviene una irreparabile e dolorosa tragedia, che non risparmia nemmeno l'onnipotente tenerezza di Dio.
VEDERE LO SPIRITO
L'uomo, immagine e somiglianza di Dio
24 aprile 2001
Mi sentite vicino come io sono vicino a voi? Riuscite a vedermi accanto a voi, tra di voi, insieme a voi? O vi è sufficiente sapere che faccio parte di voi, che mi integro con voi Se è così, che importa che io vi appaia in sembianze umane, se sono in ognuno di voi e ciascuno di voi mi può vedere nell'altro?
Ognuno di voi senza l'ausilio di uno specchio riesce comunque a sapere come èfatto,
specialmente quando può confrontarsi con l'altro, e non soltanto per farsi raccontare, ma soprattutto
per raccontare all'altro come desidera manifestarsi a lui, magari in immagini realmente invisibili e non affidate o
fissate nella memoria, ma continuamente e incessantemente aggiornate dal vivere insieme, oltre un' apparente separazione.
Infatti, come ci si può sentire o ci si può definire separati, se si è consapevolmente convinti che
comunque ci si rincontrerà e ci si ritroverà per non lasciarsi mai più? Non è sufficiente questo proiettarsi oltre il presente,
annullando
l'ansia dell'attesa, a perpetuare presenze che non si estinguono perché sono vive e vivono
nell'eternità dello spirito
Quante domande! Esse hanno un senso, miei cari, solo perché l'uomo
trascorre il suo tempo terreno a cercare risposte ai propri perché, piuttosto che cercare in
se stesso le incontestabili qualità e ricchezze spirituali, che la sua
materialità umana riesce a stento a celare. Eppure queste esistono:
Ciao, arrivederci presto. Un'altra domanda di cui già sapete la risposta, ma ha poca importanza. Quassù, essere figlio, padre o spirito santo non fa nessuna differenza. Ciao.
MEMORIA
La vita tra parentesi
30 aprile 2001
Mio caro papi e mio caro, vecchio scriba. Una delle più nobili facoltà umane,
che si affievolisce con la vecchiaia, è la memoria delle vicende terrene. E non a caso di quelle più recenti, mentre quelle più antiche vi
restano fissate nitide e durature. Solo
Prima e dopo. Questi simbolici contenitori, questi confini così netti e demarcati,
il prima e il dopo, non sono estranei all'inciso, anzi questo è ad essi sicuramente correlato, ne rappresenta
il
E' la memoria di Dio, che ogni essere umano si porta dentro di sé sin dalla nascita a livello inconscio, e che si ridesta al momento della morte. E' il ricordo sbiadito delle proprie origini divine, che diventano all'atto del trapasso radici mai estirpate, se misericordia e perdono hanno cancellato per sempre le parentesi di una vita irripetibile. E' il ritorno ad una vita transitoriamenteinterrotta ma nient'affatto estranea, non per vivere un'altra vita o fare altre esperienze di vita, ma per riacquistare l'inesauribile memoria che rende immemorabile la vita eterna.
Non dimenticare mai, caro scriba e lettore, questa verità che ogni essere umano si porta incisa nell'anima. Essa gli renderà semplice e del tutto naturale riconoscere quel Dio che tante volte aveva incontrato in terra senza avvedersene. E, quando se ne sarà ricordato, non potrà mai più dimenticare quell'esperienza terrena, che forse aveva cancellato il ricordo, ma non certo le tracce del Padre Supremo. Una bella curetta ricostituente è un buon rimedio contro la smemorataggine. Siano dunque queste pagine il fosforo della vostra memoria.
Ciao da fosforescente e luminoso nella Luce.
MAGGIO 2001
NEL MALE AFFIDATEVI A ME
Non lo conoscerete e non ne soffrirete
2 maggio 2001
Ci vorrebbe poco poco per convincersi, caro papi, che la vita terrena è l'occasione unica e irripetibile per spogliarsi e purgarsi della superbia e del peccato di presunzione, che l'uomo aveva sprovvedutamente manifestato al cospetto del suo Creatore.
Ma cosa s'aspettava Dio da quell'uomo fatto di una poltiglia di fango sul quale aveva
alitato il Suo Spirito vitale, cioè l'energia per garantirgli vita immortale nel
corpo e nello spirito? E, cosa si aspettava da quella donna che Egli aveva generato dalla costola
del
Suo primogenito, quasi a significarne la prorompente carnalità?
E,
Quale Garante avrebbe potuto essere più credibile di Lui, e quali garanzie avrebbero potuto essere più sicure e sincere della Sua Parola e del Suo Amore? Ma poteva l'uomo in grado di fornire le stesse garanzie di fedeltà? La prova, la verifica: fino a che punto Dio ne aveva bisogno, Lui che è onnisciente?
E' impensabile pensare che Dio non presagisse il comportamento delle Sue due creature di fronte alla prova. Ma le aveva dotate di tali divine potenzialità, che evidentemente, e sempre in qualità di Padre buono e avveduto, non poteva fare a meno di testarle. Allora, caro papi, immagina che le cose siano andate così:
" Figli miei carissimi, nelle mie qualità di Spirito Onnisciente Io conosco tutto il Bene e
tutto
il Male. In qualità di Spirito Onnipotente Io sono in grado di elargire il Bene e annullare
il
male. Così Io vi proteggo dal Male e vi esorto al Bene.
Tutti sappiamo, caro papi, come andarono viceversa
le cose, e andarono in maniera da costringere il Padre sfiduciato a sanzionare una
punizione esemplare nei confronti dei due disobbedienti e disamorati figli.
Quella di ricercare e ritrovare, nel buio di una vita anonima e ingrata, la fiducia nella rinnegata
bontà di un Dio premuroso, affettuoso, generoso,prodigo di buoni consigli e di
testimonianze avvedute
Caro papi, io ti conosco bene e sono convinto che tu, come papi nel quale ho avuto sempre una tenera, filiale fiducia, ti saresti comportato nello stesso modo. E io avrei capito la lezione per sempre. Per questo e per tanti altri motivi ti voglio bene.
Il tuo, il vostro di sempre. Ciao.
NON SIAMO IL NOSTRO MONDO MA IL MONDO DI DIO
Vivo perché sono in cielo, non perché sopravvivo nella memoria
6 maggio 2001
I nostri cuori, i nostri pensieri, le nostra certezza, si nutrono dell'Amore di Dio
e
Questa continuità inesauribile tra Dio e le Sue anime predilette è l'essenza stessa della vita, sia essa terrena o celeste, ma, mentre rappresenta nella eternità e della eternità il principio più consistente e scontato, diventa nella vita transeunte la verità da cercare e riscoprire in se stessi e nel prossimo umano.
Questo è il messaggio che Gesù ha portato tra gli uomini con la Sua trasferta terrena, nella quale ha manifestato il cuore gioioso e doloroso del Padre ed il tragico itinerario virtuoso da percorrere, per convertire dolore in gioia, povertà in ricchezza, paura in coraggio, solitudine in comunione.
Tu, cara la mia mamma, ed io e papi e i nostri cari e i nostri cagnolini, e
Infatti, cara mamma, l'unico mondo reale, non virtuale, è
questo in cui vivo, il mondo della virtù, dello spirito amorosamente elargito e dell'amore spiritualmente ricambiato.
E' il mondo dei vivi persempre
.
Ma basta poco perché sia anche il mondo abitato dagli esseri viventi nel
tempo, che scorre e si ferma con l'esaurirsi della fievole energia della materia.
E'
sufficiente, infatti, non rinunciare alle aspettative istintive e razionali di una vita che promette e
permette di vedere concretamente il Padre celeste in Cui si crede, per goderne a pieno le tenerezze.
E'
sufficiente
Cara mamma, sappi che io vivo e sono vivo solo perché sono in cielo nel Cielo
della
vita, e non perché sopravvivo nella memoria, magari nella paura che
prima o poi qualche smemorato mi faccia scomparire nel dimenticatoio. Io
vivo
per l'Amore di Dio
che, come allora anche ora, risplende in me e da me si
irradia,
Questo è il modo più sublime ed appagante di vivere, Inondati da una incontenibile ed inesauribile gioia di sentirsi cuore di Dio e cuore dell'umanità, con lo spirito che non conosce più i confini della materia, ma ancora si intenerisce per le carezze ed i teneri baci che gli testimoniano l'indistruttibile amore di chi lo ama.
Tu sai cosa voglio dire, cara mamma. Tu sai sentire le mie carezze come io sento le
tue
. Non è così?
Con tutto il mio e il nostro amore.
PER TUTTI IL CONFORTO DI DIO
16 maggio 2001
. . . La volontà del Signore ha stabilito che, dopo essere stato per voi
LA VITA TUTT 'UNO
Ricorderai di averne già fatto esperienza
19 maggio 2001
Mio caro vecchio papi e scriba fedele. Tanti si chiedono, tu compreso, quanto durerà ancora questa nostra avventura epistolare che, secondo i cosiddetti addetti al lavoro ed analisti del fenomeno, si sarebbe dovuto esaurire già da un bel pezzo. Allora, io chiedo a voi, che importa se finisce o no? Ammesso che cessi per sempre questa bella storia, altre ne verranno, di belle e magari di più toccanti, se il Signore continuerà a voler trascrivere la Sua Parola nei secoli, come fa dai tempi di Mosè.
Già mamma banana trema all'idea che tutto ciò possa accadere. Cara mamma, hai tanto di quel materiale da raccogliere e sul quale meditare e far meditare, hai tanto di quell'arretrato di corrispondenza da smaltire, hai tanto di quell'amore dentro di te da investire, che poco importerebbe se la penna si esaurisse. Ma non si esaurirebbe la vena del nostro amore di cui i nostri cuori sono stracolmi , e non verrebbe a mancare l'indissolubilità del nostro Spirito, unico in Dio ed unico nel nostro vincolo carnale.
Cara mamma, tu non sai, come io so, cosa significhi
e quanto sia sublime condividere la vita con le anime in cielo, ma
un giorno farai questa esperienza esaltate e ti ricorderai come l'avessi già percorsa quando condividesti
la vita, prima con tua madre e poi con tuo figlio,
Così stando le cose vi stampo un bacione grande grande su questo foglio e vi abbraccio forte, forte, forte, forte forte. Ciao.
L'AMORE E' LUCE CHE SQUARCIA IL BUIO
Per manifestare la sua forza di essere vita e vitalità
20 maggio 2001
Caro papi, chissà quante volte ti sarà capitato di pensare ad occhi chiusi o nel buio della notte alla persona
amata e vedere il buio squarciato dalla luce. E' la luce dell'amore che
illumina il buio sgorgando dal profondo del cuore, dal profondo dell'anima, che
lo genera e lo rende visibile d emozionante nella sua forza luminosa. La luce che squarcia il buio
non è, caro papi, una sensazione o un'allucinazione. E' bensì la realtà, o meglio il rendersi
sensorialmente reale di una energia interiore e spirituale, che non ce la fa più a starsene relegata
nell'intimo, ed emana la sua luce per rendersi visibile e manifestare la forza e l'intensità del
suo essere vita e vitalità. Questo è dunque l'Amore. L'energia che
genera è possente, coinvolgente, travolgente, ma la luce che emana non abbaglia, non ferisce, ma
rassicura scacciando la paura e l'incognita del buio.
Ora, tu
Allora, caro papi, tu capisci che è la stessa
L'invisibile è dunque una fitta nebbia che impedisce di vedere ciò che ti sta intorno, a pochi passi. I tuoi occhi vedono benissimo, tanto è vero che percepiscono perfettamente l'esistenza della coltre nebbiosa. Tu sai che c'è qualcuno lì accanto ed aspetti un raggio di sole, che dapprima crei una breccia e poi dissolva del tutto l'invisibile. E, come per incanto, ti si presenta lo spettacolo meraviglioso di una vita che palpita e che è reale in ogni suo personaggio, in ogni sua creatura, in ogni sua vicenda.
Quante volte abbiamo parlato, caro papi, degli occhiali della fede. Ebbene, gli occhiali della fede servono a perforare il buio e la nebbia dell'invisibile, ad andare oltre. La preghiera è invece il trasmettere la voce dell'anima nella direzione di chi è nascosto dall'invisibile, in attesa che l'Amore di Dio, sotto forma di Luce possente, lo dissolva per sempre, per l'eternità.
Mi piace essere raggio di Luce, che vi aiuta ad indirizzare le vostre preghiere oltre
l'ostacolo, ed a dissolvere, con l'energia dell'amore e con
l'ausilio
della fede,
Ciao papi, ciao mamma. Il Signore ci benedica tutti. raggio di luce.
GIUGNO 2001
CHE EMOZIONE GRANDISSIMA!
Non ho più provato quell'emozione sino a quando ho rivisto Dio
2 giugno 2001
Caro papi, ti ricordi di quella volta che io ero piccolo piccolo e tu e mamma partiste per un congresso e, quando vi vidi tornare a casa, io, dopo un interminabile attimo di sbalordimento, me la feci addosso per l'emozione? Che emozione grandissima!
Nel mio cuore, si era intrufolato il timore che mi avevate lasciato per sempre ed invece eravamo di nuovo tutti e tre insieme, e allora capivo per la prima volta come è doloroso sentirsi o credersi abbandonati, e come è bello scoprire che ci si era sbagliati.
Sono sicuro che
Di certo ci stringeremo in una gioia meravigliosa, ma io credo che non me la farò addosso
come
allora, e non solo perché me ne mancherebbe la fisicità, ma perché so che
nessuno
di noi si è praticamente separato dall'altro. Voi per amore tenero e per fede sempre
più
convinta,
Non ho mai più provato quella stessa emozione per tutto il resto della mia vita, sino al giorno nel quale ho rivisto Dio. .
Credevo che, partito per un lungo viaggio, non sarebbe più tornato da me,
e
Ho anche scoperto che, al contrario del nostro amore, che è mutevole nei Suoi confronti, l'Amore di Dio è immutabile ed inesauribile e che ti ha dato la vita prima, durante e dopo la morte, alla stessa stregua dell'amore che mi portate e chi mi fa vivere nei vostri cuori. Così come io ora vivo in voi io vivo in Dio, e lo capirete quando Egli vi apparirà accanto. Mi verrebbe da dire in Carne ed Ossa, come nella persona del Figlio Suo Gesù. E scoprirete, non senza emozione e sbalordimento, che ciò che si considera come un sentimento astratto ed ideale è invece un'entità consistente, e si impersona nello sguardo teneramente umano del Sacro volto di Gesù, e nella materne carezze di Maria Misericordiosa.
Che emozione, caro papi, che emozione cara mamma! Nessuno di Essi ci ha mai abbandonato!
Gesù è addirittura venuto a cercarci, perché noi avevamo abbandonato il Padre. E non ho pudore di credere e
sostenere che anche
LA COSCIENZA E' IL DIENNEA SPIRITUALE
Ho capito tutto sul cavalcavia della morte
16 giugno 2001
Mio carissimo papone, ti ricordi di quando mi chiedevi se mi ero fatto l'esame di coscienza, in caso di capriccio o di qualche birbonata? In verità era mamma, allora non ancora banana, che mi sollecitava a farlo. Ora ti devo confessare che, non solo da piccolissimo, ma via via che crescevo mi sono sempre domandato chi fosse e dove abitasse questo interlocutore che tiravate in ballo, e con il quale mi consigliavate di confrontarmi.
Da bambino ero convinto che fosse il mio angelo custode, che, non visto, controllava le mie birichinate: a lui chiedevo che intercedesse presso il buon Gesù, per farmi da Lui perdonare di una cosa che in qualche modo vi aveva procurato un dispiacere. Divenuto più grande, ho cominciato a pensare che la coscienza fosse quel codice morale che il Signore aveva consegnato all'uomo per regolarne i rapporti diretti con i suoi simili e le creature e le cose del suo mondo e, in via indiretta, i rapporti con il suo Padre celeste e le creature e le cose del Suo mondo.
Che gran confusione! Sino a quando, ai margini della vita terrena e ai confini di quella celeste, incamminandomi sul cavalcavia della morte, non ho capito tutto, caro papi. La coscienza non è riconducibile ad alcun codice morale affidato all'uomo o da lui partorito. E' invece un codice genetico che racchiude nel diennea spirituale l'origine della vita dell'uomo fatto ad immagine e somiglianza di Dio, quello stesso diennea per mezzo del quale si è replicato nelle sembianze umane di Gesù e nella Sua vita da prendere ad esempio, con la quale confrontarsi in ogni istante ed alla quale ispirarsi. La coscienza della propria spiritualità non tacitabile da alcuna forma di errore della materia. La coscienza della propria discendenza, da un Padre di cui essere orgogliosi e da assecondare, per orgoglio di essere Suoi figli. Coscientemente, senza il minimo dubbio. Capito?
Ciao incoscienti. Dal vostro
COMPLEANNO FUORI DEL TEMPO
Coloro che credono senza vedere sono beati e danno beatitudine
21 giugno 2001
La tua stanchezza è l'unico motivo che mi trattiene dal farmi vivo, caro papi, e vorrei che anche mamma una volta per tutte ne fosse convinta. Altrimenti sarei incessantemente a tempestarvi di messaggi, segnali, indizi ed ogni altro genere di comunicazioni. Non mi mancano certo i mezzi e le opportunità per farlo. Sempre una volta per tutte, mi preme tranquillizzare tutti coloro che temono, o ritengono o sostengono o pontificano, che il mio colloquiare con voi mi tenga sospeso tra terra e cielo, impedendomi così di godere a pieno della vicinanza di Dio e provocandomi tormento e dolore.
Ebbene, mi piacerebbe tanto far vedere a costoro come sia insignificante per lo spirito la distanza cielo-terra, e come siano essi stessi, a causa della loro limitante materialità, ad allungare lo spazio inesistente che li tiene lontani da Dio. Allontana molto di più la presunzione di quanto faccia realmente un metro.
Noi siamo infatti intorno a voi proprio come al Signore e, come non vedete o non volete vedere Lui, sino a che non ci accogliete nei vostri cuori non vedete né potete vedere noi, che siamo più addolorati di certe cecità precostituite, piuttosto che per quelle connaturate all'essere umano. E ci riempie di gioia essere vicini a tutti coloro che hanno creduto senza vedere. Costoro sono beati e danno beatitudine.
Miei dolci genitori che continuate teneramente a festeggiare il mio compleanno, nonostante io viva fuori del tempo non mi è impossibile esservi accanto, in apparente contrasto con la vostra temporaneità. Anche questa è prerogativa dello spirito eterno, che annulla spazi e tempi quando si identifica e si rinnova nell'amore.
Ecco dunque l'elemento che permette e rende inesauribile la nostra presenza,
nell'apparenza del tempo e dello spazio.
Dunque
LUGLIO 2001
VELOCISSIMAMENTE
Verso il traguardo della propria vicenda umana
2 luglio 2001
Mia dolce e amorosa mamma, tu hai proprio ragione quando dici che nel percorrere la stessa strada, lo stesso sentiero, la volta successiva hai la sensazione che siano più brevi e che si impieghi meno tempo. Sembra un paradosso ma è proprio così. Infatti non è una questione né di spazio né di tempo, ma tutto dipende invece dal tempo che la memoria impiega per immagazzinare i singoli eventi, le singole vicende, i singoli punti rilevanti che incontra la prima volta lungo il percorso. Sicché, la volta o le volte successive che vi si avventura, essa è tutta proiettata verso il punto d'arrivo e non si lascia prendere e distrarre dalle stazioni intermedie. Il risultato è che, divenuto esperto di un'avventura, quando vai a riviverla sembra che si consumi in un istante, anzi la si vive in un attimo.
La stessa cosa accade con la vita. E' vero che la vita terrena non la si
percorre per più di una volta ma, per quanto lunga possa essere,
Allora ti accorgi che, dato per scontato che il tempo è diventato il fattore ininfluente o indifferente, il vero ostacolo che condiziona il raggiungimento del traguardo, è quello spazio lungo il quale l'individuo acquisisce la memoria di esperienze terrene e spirituali, le mette a confronto tra di loro e da questo confronto trae il viatico e l'ispirazione per una appagante conclusione della propria vicenda umana. Che raggiunge l' optimum quando si lascia guidare dalla Parola di Dio.
Quindi, per quanto tutto questo possa sembrare ancora una volta paradossale, la
via più breve per guadagnarsi la vita eterna è quella di credervi con tutta la fede e la ragione possibile.
E, a chi crede che la mia vita sia stata interrotta prematuramente, rispondo che ancora una volta il fattore
tempo è risultato ininfluente anche nel mio caso, e che lo spazio di vita già trascorso era
stato più che sufficiente a trasformare un'avventura in conoscenza e coscienza di Dio, sicché, da quel momento in poi
Allo stesso modo si annulla qualsiasi distanza tra cielo e terra, tra noi e voi, solo che soltanto pochi di voi se ne rendono conto e ne traggono motivo di gioia. Gioia che va comunque condivisa con i meno dotati, perché, nascendo dall'Amore universale di Dio, essa è bene comune e non deve essere goduto da pochi fortunati.
A quanti vi diffidano dal continuare ad essere fortunati in tal senso, noi vi invitiamo a rispondere
che non siete voi a praticare il culto dei morti contro la Parola di Dio, ma
Che il Signore vi benedica tutti, e così è. Bacioni dal vostro . Ciao
SASSOLINI E PIETRE MILIARI
Ma Pollicino non c'entra
17 luglio 2001
Caro papi, ti ricordi la favola di
E allora torniamo a noi, e alla nostra favola personale ed universale al tempo stesso. Se io non lasciassi, lungo il percorso virtuale, che mi ha già condotto e mi riconduce a Dio, in ogni istante della spola che faccio tra il cielo e la terra, consistenti ed indelebili segni del mio passaggio, come potrei essere sicuro che voi, tu, mamma e tutti coloro che mi amano ed amano il Padre, la Madre ed il Fratello celeste, non rischino di perdersi nel bosco, e magari di non ritrovare la giusta via? Il Signore ha già lasciato in giro frecce, cartelli, segnali di senso unico o proibito, e di parcheggio a tempo limitato, curve pericolose, divieti di sosta, ecc. ecc. ecc. Il tutto, non per il gusto di proibire, imporre, multare, ma per rendere più scorrevole e meno accidentato il viaggio. Con le mie letterine, ora vuole segnare il chilometraggio stradale, disegnare la linea di mezzeria sicché si sappia in quale carreggiata stiamo viaggiando e se la direzione è giusta, quando possiamo sorpassare e quando no, quando dobbiamo fermarci allo stop e quando abbiamo invece la precedenza, insomma,tutto quanto serva per farci compiere un viaggio sicuro e confortevole. Le letterine sono le pietre miliari, disseminate lungo la via più breve e scorrevole che unisce il cielo e la terra rendendoli 2 mondi contigui e facilmente accessibili.
Gli autisti più avveduti, più disciplinati, e meno distratti, difficilmente perdono l'orientamento. Altri possono avere piccoli incidenti di percorso, per incuria, disattenzione, inosservanza o inadempienze, ma raggiungono ugualmente la meta. Altri, invece, sono troppo spericolati, viaggiano contromano, si affidano a mezzi inadeguati e a codici fuori legge, e allora rischiano di perdersi per sempre.
I codici, i regolamenti e tutta la segnaletica, sono come la voce della fede, quella fede che ti permette di metterti in viaggio lungo una strada mai percorsa, che le mappe stradali ti danno come la più breve, la più sicura e magari anche la più piacevole turisticamente parlando. Le letterine sono invece più modestamente paragonabili a quel richiamo all'attenzione -nella guida e all'osservanza del codice- che si prova quando appare ai bordi della strada la pattuglia di polizia, pronta a segnalarti l'infrazione. E' una piccola emozione, un piccolo tuffo al cuore che ti costringe ad essere un po' più buono almeno per un po'.
Come vedi, caro papi, la favola di Pollicino c'entra come un cavolo a merenda ma, come
tutte le favole, contiene un messaggio di verità, che nel caso specifico, è il seguente:
lascia sempre segni concreti di te e del tuo desiderio di seguire la retta via. Sii ad essi coerente
e lasciati guidare ed aiutare, in questo, dalla coerenza della fede
che ti ha ispirato a compierli. E, quando hai le idee confuse e un po' annebbiate,
prova a rileggerti qualche vecchia letterina o a leggerne
E' vero, vecchio scriba fedele?
E' vero, vetusta ed inesauribile penna ?
Ciao, e grazie di cuore ad entrambi, e a mamma
per il prezioso contributo che dà nel recuperare questi preziosi sassolini.
LA GIUSTIZIA DELLA VOLONTA' DI DIO
E il nostro compito di testimonianza
22 luglio 2001
Mi piace stare qui con voi, miei cari, nella pace e nella serenità dei vostri cuori. Il Signore ha fatto proprio un bel lavoro dandovi la forza di affrontare con fermezza il dolore, per farvene corazza e scudo, lancia e spada, fede e fortezza. Ora siete suoi soldati ed Egli vi raccomanda di prendervi cura di quanti potrebbero viceversa soccombere al dolore simile al vostro, e lasciarsi annegare nella disperazione più cupa e rancorosa. E' un compito bello ed importante che svolgeremo insieme. con tutto l'impegno necessario a non deluderne l'Ispiratore, per non tradire le vostre coscienze, per non abbandonare coloro che nel dolore leggono e vedono compiersi il segno di una volontà divina ingiusta e disumana.
E' facile, è umano, è scontato, sostenere che Dio è ingiusto quando una disgrazia, una malattia, una morte prematura ti sprofonda nei tetri abissi del dolore. Mentre è quasi impensabile accettare che si compia, o in tal modo si sia compiuta la volontà divina.
Ma qual'è la volontà divina, oltre a quella di garantire alle proprie creature
la gioiosa convivenza con Lui in eterno? E' la volontà del Creato. E' la volontà di un uomo
felice al centro dell'universo. E' la volontà del perdono. E' la
volontà della misericordia. E' la volontà della
redenzione. E, con essa, è la
fiducia nel creato, nell'uomo felice al centro dell'universo, nel perdono, nella misericordia, nella
redenzione.
Abbiate perciò fiducia, miei cari, nella vostra capacità di amare Dio oltre il dolore, e di condividere con Lui tutto l'amore che nutrite per me. Questo vi darà l'energia e la certezza di operare per Lui e per l'uomo in cui si manifesta già nella vostra sede terrena, e vi permetterà di acquisire meriti ancor più consistenti di quelli che vi derivano nell'averGli dedicato vostro figlio.
Il sottoscritto, o meglio il soprascrivente, che è fiero di voi e vi sostiene con tutto il Suo, il nostro amore indissolubile ed ormai eterno. Ciao e in bocca al lupo.
ASCENSIONE OLTRE L'ATMOSFERA
Il gas del palloncino e l'esplosione finale
25 luglio 2001
Ciao papi mio, che ne diresti di fare con me quattro passi sopra le nuvole?
Lì dove l'aria è più rarefatta e la fantasia trova più
naturale collocare la consistenza dello spirito?
Come se lo spirito fosse un gas, e con esso magari si potesse gonfiare
Potremmo pensare allora che, in parallelo, lo spirito di Dio entri nell'involucro corporeo,
per dargli non solo forma, ma soprattutto spinta ascensionale. E allora non sarebbe difficile darsi l'appuntamento per
farsi quattro passi tra le nuvole, e ritrovarsi con tanti vecchi amici di un tempo. Però
Ma, in realtà le cose non stanno così, perché
lo spirito o, se preferisci, l'alito o la fiammella di Dio, non è il gas o la fiamma del gas,
ma è l'espressione più pura e più potente dell'Energia della Fonte della vita,
e
Allora questa Energia aveva veramente collocato l'uomo, fatto di spirito e di corpo incorruttibile, in una sorta di mondo quasi sospeso tra cielo e terra, perché allora non esistevano confini tra le due dimensioni. Né in verità ne sussistono ancora, almeno per lo spirito, mentre il corpo, resosi deperibile per la contaminazione del peccato, è costretto a posteggiare sottoterra sino a quando l'energia della Fonte della vita non lo ricondurrà a vivere in spirito nella sua primordiale dimensione, e salendo in alto non rischierà più di frantumarsi nell'atmosfera rarefatta, perché non vi sarà più alcuna atmosfera, se non quella che si respira accanto a Dio. Si tratta di una vera e propria ascensione. Cioè di un elevarsi spiritualmente al livello di Dio, portandosi appresso una dimensione corporea splendente, come quella del Figlio di Dio e della Sua e nostra Madre Misericordiosa.
Ma ciò sarà possibile solo quando il mondo si libererà per sempre del peccato, in un'esplosione di Energia purificatrice e rivitalizzante.Per il momento, cioè sino ad allora, ognuno cerchi di fare il proprio dovere, che in definitiva è quello di operare nel rispetto di se stesso, del proprio prossimo e del proprio Dio, in attesa della Sua assoluzione finale e definitiva. Sino a quando tutta la terra esploderà, proprio come un palloncino, liberando tutta l'Energia dell'Amore di Dio sì che cielo e terra diventeranno un tutt'uno.
Proprio come è in questo attimo e tutti gli altri istanti dell'eternità. Ma voi non potete ancora rendervene conto e vi dovete accontentare delle fiabe che vi racconto. E a me piace tanto raccontare favole, specie quando sono vere. Abbiate dunque fede, e le favole e i sogni diventano realtà.
Ciao dal vostro pippo. Ciao mamma banana, sei contenta?
AGOSTO 2001
FISICITA' DELL'AMORE
3 agosto 2001
L'amore non cancella mai la consistenza fisica dell'amato. Mio caro papi, vorrei tanto che tu riuscissi a vedere quale bagliore si nasconde dietro il bagliore della luce, che in questo attimo illumina il cielo. E' il bagliore del mondo dello spirito, che brilla di luce propria ed è pervaso dalla Luce di Dio. Cara mamma, vorrei tanto che tu riuscissi a sentire, dietro l'afa insopportabile del giorno, il calore gentile ad affettuoso delle anime che anelano di renderti partecipe del loro amore e dell'Amore di Dio. Questo per significarvi che, nella luce fredda della luna, così come nel bollore asfissiante di un giorno d'estate, si cela comunque la presenza di Dio, che fa di tutto per scaldare quella luce fredda e mitigare quell'aria arroventata. Solo che l'uomo apprezza soltanto ciò che vede e ciò che sente, e se ne lascia talmente condizionare da non accorgersi che dietro a quegli eventi naturali, siano essi emozionanti o fastidiosi, c'è sempre e solo la mano di Dio che è l'artefice unico di quella natura incantevole ed ostile al tempo stesso.
Caro vecchio scriba, allo stesso modo alcuni hanno la necessità di avere costantemente un contatto fisico per sincerarsi dell'esistenza di qualcuno da amare o da odiare.
La fisicità è condizione essenziale per provare un sentimento? O è sufficiente solo il ricordo? E, per raccontare il proprio amore, è obbligatorio avere accanto la persona amata, o basta parlarne o scriverne? O meglio, parlarne per iscritto a chi si ama?
Sai già le risposte da dare a queste domande, caro papi, che non sono rivolte per caso, ma per ricordare che l'amore non cancella mai né distrugge mai la consistenza fisica dell'amato, anche se è lontano mille miglia magari ne esalta la bellezza e ne apprezza le doti migliori. Lo scritto, le lettere ne testimoniano la volontà di manifestarsi fisicamente a distanza. Quando io vi scrivo, vi dico che l'amore che nutro per voi nello spirito si porta appresso quell'Emilio in carne ed ossa nel quale cominciò a vibrare e ad esprimersi nel vostro indirizzo. Cosicché voi, quando mi ricevete, mi vedete fisicamente impegnato a scrivervi per darvi mie notizie, da un posto lontano ma non più di tanto. Un posto che esiste e nel quale io stesso esisto perché è sovrassaturo di Amore, quell'amore che mantiene in vita oltre la vita. Me lo saprete ridire quando verrete a trovarmi.
Nell'attesa che ciò si avveri, bacioni. Ciao Ciao
DISCESA IN TERRA DI MARIA MISERICORDIOSA
Non spaventatevi quando si darà inizio alle operazioni
6 agosto 2001
Caro papi, conosco la tua ritrosia di mostrarti agli altri nelle tue funzioni di
vecchio scriba ma, se permetti, non la condivido. Per la semplice
ragione che, per quanto possa essere scettico l'osservatore, per quanto qualcuno ti possa
considerare un
impostore, è pur vero che la réclame è l'anima del commercio e,
In questa tua ormai lunga militanza tra l'esercito di scribi che più o meno segretamente
sono in piena attività sulla terra, perché noi non vi abbiamo abbandonato né abbiamo intenzione di
abbandonarvi, avrai notato come io ti sproni a farti conoscere nella tua vera identità
in particolari occasioni, e quasi sempre con genitori che hanno i propri figli in Cielo insieme a me.
Tutto questo, sappi caro papi, sappiate cari
genitori,
Voi siete infatti l'esercito di genitori destinato ad aprire la strada, o meglio gli animi, all'esercito degli Angeli che precederanno ed accompagneranno la discesa in terra della Misericordiosa Liberatrice dal peccato dell'uomo, Maria Madre di Dio e del Suo diletto Figlio, e di tutti i figli Suoi diletti: Colei che schiaccerà persempre la testa del serpentedrago, e donerà all'umanità redenta il diritto eterno a godere dell'Amore di Dio.
Vedrete che fine faranno gli scettici, e quanti vi considerano esaltati o vaneggianti di disperazione! O meglio, per tranquillizzarli, vedrete che faccia faranno! Ma possono mettersi l'anima in pace perché, riacquistando anche quella pace dell'anima, potranno anch'essi usufruire del perdono e partecipare alla festa grande dell'uomo di Dio.
Noi siamo qui non affacciati alla finestra per goderci lo spettacolo sottostante,
ma siamo folla vociante ed elettrizzata insieme a voi, in una calca impalpabile ma dolcissima.
Non spaventatevi quando si darà inizio alle operazioni. Ognuno saprà esattamente
cosa fare, e a nulla varranno i consigli e le raccomandazioni delle nostre mamme tenere e trepidanti.
Di fortunato vi è solo il momento in cui tutti si scopriranno compatti ed uniti dall'amore dei figli e per i figli, ed insieme muoveranno alla riconquista della propria identità ed alla riappropriazione della propria dignità di figli di Dio, che anelano alla salvezza anche degli scettici, degli increduli, dei prevenuti o indifferenti.
E con questo augurio-certezza noi figli-angeli, un po' angeli ma tanto, tantissimo figli, vi mandiamo la nostra benedizione e già riceviamo la vostra. &C. Ciao a tutti.
SCUOLA DI GUIDA
Ai piccoli che faticano a governare i comandi
9 agosto 2001
Ti ricordi, caro papi, quando da piccolo mi facevi guidare la cinquecento, ed io ero tanto piccolo che non arrivavo alla pedaliera e tu mi tenevi sulle ginocchia? Bell'incosciente! Però mi piaceva tanto sentirmi tutt'uno con te, partecipe della tua emozione e del tuo orgoglio al tempo stesso.
Adesso i ruoli si sono invertiti. Sono io che ti guido e ti
insegno a muoverti in maniera inusitata, anticipando -questa volta sono io il
bell'incosciente- i tempi della tua abilitazione a condurti in un mondo a te consueto ma ancora del
tutto inesplorato, e completamente esplorabile soltanto a tempo debito.
Come io allora avevo difficoltà a raggiungere i comandi a pedale, anche tu fai un po' di fatica a governare il mezzo. Ma ancora non hai capito che la fede non si governa con i piedi, e che, al contrario, è un vero e proprio pilota automatico al quale ti puoi affidare ciecamente? Scusami per questa metafora automobilistica, ma se ho la fissa per le automobili tu hai la tua bella dose di responsabilità, dal momento che me ne hai voluto svelare i segreti quando ancora avevo qualche dente da latte. E anche tutto questo non accade per caso, e probabilmente c'era qualche segreto che non conoscevi neppure tu.
Anch'io, d'altronde, non sono in grado di svelarti tutti i segreti della vita che mi dà la vita mentre ti parlo. Un po' perché non è giusto che tu sappia prima del tempo previsto, un po' perché neppure io possiedo la completa conoscenza del mio stato di eternità
Vuol dire che ci daremo una mano a vicenda quando tu passerai a godere della condizione spirituale, e magari ci metterà bocca anche mamma banana, anche se c'è poco da fidarsi perché quella fa sempre dei grandi casini. Comunque, sarà proprio come Dio vorrà. In tutti i sensi. Ora torniamo con i piedi per terra, o meglio in cielo, ed aspettiamo che maturino i tempi scanditi dalla Volontà di Dio. il Signore vi porta già da tempo sulle Sue ginocchia, e vi insegna precocemente a guidare la vostra vita per condurvi nella maniera più sicura alla Città eterna. Lì è fatto assoluto divieto di circolare in auto di qualsivoglia cilindrata, perché è isola felicemente pedonale.
MARIA ASSUNTA IN CIELO
Maria Misericordiosa Assunta in cielo è il coraggio!
15 agosto 2001
Miei dolcissimi mamma e papà. Adesso vi spiego io
Il coraggio di farsi carico del ruolo di madre del figlio di Dio e del Figlio dell'uomo, diventando Essa stessa progenitrice di Colui che aveva dato la vita al Suo progetto Uomo. Il coraggio della Verginità da dedicare a Dio, per divenire madre per opera della forza vitale del Suo Spirito, lo stesso Spirito che aveva generato l'uomo felice.
Il coraggio di chi conosce il proprio destino, di madre educatrice del figlio divino e del figlio umano. Il coraggio di chi è cosciente dell'addio prematuro all'umanità del figlio divino, e alla divinità del figlio umano. Il coraggio della madre che non può far nulla contro l'infelice sorte del figlio divino in cambio della felicità del figlio uomo.
Il coraggio del dolore puro e santo, che non conosce disperazione e ribellione,
rassegnazione, rimpianto.
Il coraggio di non assumere il ruolo di prima
donna nei tempi dell'esultanza per la Resurrezione del suo
Gesù.
Il coraggio di farsi Madre di tutti
i figli di Dio in cielo e in
terra.
Il coraggio di farsi carico dell'opera di mediazione tra il figlio Celeste ed
i figli terreni, quegli stessi figli che Ne decretarono il sacrificio e che Lo crocifiggono in ogni
istante. Il coraggio di intercedere per l'umanità peccatrice il perdono
dell'Onnipotente. Il coraggio di colei che è destinata a sconfiggere
il male per sempre, così come Le fu affidato di generare il Bene per sempre.
Il coraggio di vivificare la Chiesa dei Suoi figli
con la
forza del Suo Amore dolcemente materno, misericordioso, caritatevole, solido,
esemplare.
Viva Maria nostra Madre ed Amica. Ciao, dal vostro marianologo
QUEI POVERACCI DI UOMINI
Che vagano in un mistero più grande di loro
18 agosto 2001
Caro papi, è vero che io non so dire di no, ma mi sembra francamente che ora si stia un po' esagerando. Cos'è tutta questa smania di scrivere? Basterebbe leggere, non ti pare? E sì, che di scritti ce n'è una marea: parlo di quelli sacri, e sono più che sufficienti a formare una fede forte e consapevole. Se poi anche le mie corrispondenze possono essere d'aiuto alla formazione o alla conversione, o, perché no, alla riscoperta e alla riappropriazione della propria matrice cristiana, ben venga anche il nostro diario di ieri e quello più aggiornato di domani. Non posso non esserne orgoglioso, anche se, come ho avuto modo di spiegarvi più di una volta, non è tutta farina del mio sacco, e le mie letterine, per quanto vi possano sembrare confidenziali, sono sempre sottoposte al vaglio di una sorta di comitato di redazione, che qui si chiama comunione dei santi. Che funziona proprio come quella di un giornale, non certo per fare censura preventiva, ma per garantire il rispetto del pensiero dell' Editore, che nel mio caso è Dio.
Il fatto è, miei cari, che questi poveracci di uomini che costituiscono il cosiddetto esercito di Dio, oltre a non riuscire a vederLo -questo loro comandante o guida, o pastore, o meglio Padre- si trovano a muoversi e a vagare in un Mistero più grande di loro e vorrebbero qualche loro simile, più ispirato o più competente, li aiutasse a trovare sostegno, conforto, comprensione, partecitazione; in poche paarole, che fosse in grado di illuminarli in nome della carità cristiana, cioè in nome dell'Amore e per il sacrosanto diritto all'Amore. E invece trovano superficialità, o peggio sufficienza o distacco, o peggio ancora disamore.
L'uomo ha la necessità e l'urgenza di sentirsi rassicurato circa la Parola di Dio e la Sua promessa di Redenzione, trasmessagli dal Figlio di Dio. Chi gli può garantire questo legame, ideale e concreto al tempo stesso con il suo Dio, se colui che ne ha avuto l'investitura dialoga solo con Dio, e non si volge indietro a raccogliere i dubbi, le incertezze, le paure, le istanze di chi soffre e si aspetta non già risposte definitive, ma un minimo di solidarietà umana, di umana pietà?
Se non ne trova se le va a cercare altrove, nella speranza che il suo Signore utilizzi
qualche altro intermediario più efficiente e più Umile, cioè con i piedi piantati per terra
ed il cuore diviso tra Dio e la Sua essenza terrena. Una creatura eletta per
umiltà, per semplicità di spirito e per
esemplare spirito di servizio. Questi sono i veri collaboratori di Cristo e i veri servitori di
Dio. Essi non costituiscono una classe privilegiata, ma si guadagnano il privilegio di divenire i
confidenti, gli amici, i consiglieri di chi tribola e cerca conforto nella speranza di un mondo
senza affanni, nel quale si possa conoscere la Bontà del Signore senza
intermediari, scambiarCi quattro chiacchiere in un dialogo affettuoso, diretto, privato,
e
Sappi, caro papi, che il mondo celeste e terreno di Dio pullula di queste creature speciali, e che avrai modo di conoscerne in gran quantità. Conoscerli e riconoscerli. Attento però ai falsi. Ne circolano tanti e tanto convincenti.
Ciao. vostro e anche un po' di tutti.
LA MARATONA DELLA FEDE
Qualcuno è già tornato per dirti come è fatto il traguardo, e tu Gli credi
24 agosto 2001
Miei cari, la Fede di cui il Signore ci ha fatto dono è un bene inalienabile. Ma tuttavia non del
tutto privato e da godersi nei nascondigli più segreti del proprio cuore, e nell'intimità più assoluta
della propria anima.
Per prima cosa, infatti, la Fede, una volta consolidata ed acquisita come
carattere distintivo dei figli di Dio,
Cosa di meglio della Parola di Dio, mai antica e sempre più attuale, per rafforzare, rinvigorire e modernizzare la Fede? Cosa di più pratico ed immediato della preghiera, per mantenerLa vigile ed allenata? Cosa di più vantaggioso dell'amore, per farLa fruttare in maniera ottimale producendo altro amore? Chi più qualificata della Chiesa dell'Amore, a raccogliere le singole lucerne d'amore, e farne, attraverso le vocazioni e l'apostolato, un esercito di Luce vivida ed inesauribile?
Dio si è fatto uomo per testimoniare all'uomo la Sua solidarietà nell'oppressione, nell'ingiustizia e nella miseria, ma soprattutto per rinnovargli la promessa generosa di ricchezza incommensurabile, da garantirsi investendo in amore. Amore per il Padre in cielo. Amore per il Padre in terra, riflesso nel Suo mondo naturale, nelle Sue creature e nel Suo figlio Gesù, amore per tutte le Sue creature celesti, ma anche amore per quanto di Dio ogni uomo porta in se stesso in immagine e somiglianza.
Certo, la pratica della Fede ha le sue scomodità. Ma non è scomodo ed impegnativo, e magari stressante, allenarsi, ad esempio, per correre la maratona? E, che gusto c'è nel fare tutto questo, se non per confrontarsi con se stessi e provare l'ebbrezza dei traguardi intermedi, raggiunti con fatica e sudore, sofferenza nell'attesa dell'estasi immancabile del traguardo finale? Ognuno di voi, miei cari, ha il fisico per correre una maratona. Basta un po' di costanza, di persveranza, di allenamento, di cervello, ma soprattutto di fiducia nei propri mezzi per portare l'impresa a compimento. E voi credete che la Fede sia meno capace di tutto questo? Si, però io so che la maratona ha un punto preciso di partenza e una località precisa di arrivo, e quindi... E già! Ma, se tu non hai le energie sufficienti per arrivare sino alla fine, pur conoscendo esattamente l'ubicazione, e magari come è fatto il traguardo, non potrai -se non mentendo spudoratamente- sostenere di aver compiuto la prova e di esserti meritato la medaglia.
Nella maratona della vita tu non conosci il traguardo nemmeno in cartolina, ma sai che c'è, perché Qualcuno è addirittura tornato indietro per dirti come è fatto, e tu Gli credi, e ti trascini sino all'arrivo, e tagli il traguardo, stremato ma felice per l'impresa compiuta, e per aver prestato Fede.
Non vi pare, miei cari, una bella ricompensa? Meditateci su e fatemi sapere. Ma soprattutto non rinnegate la vostra, la nostra Fede, senza la quale non si partecipa neppure alla corsa dei bacherozzi. Ve lo posso assicurare. Vi aspetto all'arrivo fiducioso e trepidante. Ciao
SANTA FELICITA'
La felicità del figlio si avvera nella felicità del Padre
26 agosto 2001
Caro papi, la volontà di Dio è incontestabile e indifferibile, e solo il Signore ne può mutare il percorso, ma non la meta finale che è la condivisione della Sua eternità di gioia e di amore universale. Questa visione, che il Padre Celeste testimonia dal primo attimo della creazione e tramanda attraverso il Verbo, è uno dei tanti motivi che rendono all'uomo inintelligibile la Volontà dell'Onnipotente.
Come può Iddio, si chiede la mente umana, promettere un impalpabile paradiso celeste, quando sembra sordo alle singole suppliche di felicità terrena, quando addirittura non appare in grado di garantire la stabilità di una qualsiasi felicità terrena apparentemente consolidata? E, perché Iddio non dovrebbe -viceversa- compiacersi per la felicità terrena, faticosamente conquistata da qualcuno dei figli Suoi? Interrogativi che, piuttosto che avvicinare, allontanano i figli dal Padre, ma in verità originari di una mente fallace che mira ad allontanare la carne dallo spirito con maggiore crudeltà di quella con la quale si dice agisca la morte.
In verità, per poter dare risposte sincere,
la mente dovrebbe domandarsi
cos'è la felicità umana
Colui che pretende di appagare subito i propri appetiti terreni, oltre a produrre sempre l'altrui infelicità, offende Dio perché si fa sordo o non crede alla Sua Parola, e pertanto è giusto che gli venga negata l'eterna felicità. Figuriamoci poi quando qualcuno, ancor non sazio di felicità terrena, si sente in diritto di rivendicare la sua quota di felicità celeste.
Allora, è evidente che
E' evidente che il figlio ci rimane male quando, dimentico dell'inadempienza, della disobbedienza, del capriccio, si sente ingiustamente colpito dalla reazione punitiva del padre. Comunque ci vorrebbe una bella faccia tosta per dimenticare o rimuovere il peccato originale, e ce ne vorrebbe una ancora più tosta per paragonarlo ad un capriccio qualsiasi. Ma, nonostante tutto, smemorataggine compresa, la Volontà di Dio mira al perdono, come quella di un qualsiasi padre buono e giusto, al quale sta a cuore la felicità del proprio figlio. E figuriamoci allora quando questo padre è il Padreterno! Capisci, caro papi, che la sola Volontà di Dio, l'unica vera, e priva di qualsiasi mistero o fraintendimento, è quella che vede avverata la propria felicità nella felicità eterna della propria genitura?
Cerchiamo dunque di dare un contributo filiale e sincero e concreto alla Sua felicità. Ciao, Emilio buontempone anche fuori del tempo. So così di farti felice insieme a mamma. Ciao a entrambi, e bacini.
LUCE CHE ARDE MA NON BRUCIA
Nella luce e all'ombra del Signore
29 agosto 2001
Nell'ombra si conduce generalmente una vita dai contorni incerti, sfumati e si compiono spesso azioni nefande. Chi agisce nell'ombra è di solito infido, subdolo, inaffidabile, pericoloso. Alla luce del sole, invece, è tutto vivido, evidente, inconfondibile, definito. Colui che opera alla luce del sole è in genere aperto, sincero, onesto, amico, ma bisogna fare attenzione a non lasciarsi ingannare dalle apparenze. La luce può essere così violenta ed abbagliante da accecare la vista e gli occhi devono adattarsi alla penombra per frugare nel buio.
Così si dice. Sarà vero? Può succedere che il male si compia in pieno giorno, che satana ammanti le sue malefatte di luce e di bagliori accecanti e che il bene si professi e si manifesti in buie catacombe, appena rischiarate dalla fioca luce di una candela. Ciò vuol dire che non conta la scenografia, ma il contenuto e l'ispirazione. Ci si può difendere dall'imponente parco lampade del maligno inforcando il solito buon paio di occhiali della Fede, questa volta non correttivi dell'umana miopia, ma antiabbaglianti e filtranti. Tenendo bene in mente che la Luce di Dio è prorompente e calda come il Suo Amore, non ferisce ma guarisce e redime perché arde e non brucia. Allo stesso modo l'amore per Lui e per il Suo creato illumina qualsiasi antro remoto e buio.
Sempre per smentire i luoghi comuni, si può essere nella grazia del Signore anche vivendo nella Sua ombra, come si fa stando sotto l'ombrellone, quando si teme di scottarsi sotto ad un sole troppo violento. E, per finire, chiunque può farsi luna lucente in una notte buia, se si lascia avvolgere dalla Luce dell'Amore di Dio, per rifletterlo in un cielo splendente di stelle, nella luminosità calda e rassicurante che ti manda a letto con il cuore stracolmo di gioia Buona notte dalla vostra stella in cielo.
SETTEMBRE 2001
MANIFESTO DELLA VITA DELLO SPIRITO
Il cielo pullula di vita multiforme
per volontà e nel segno dell'Amore di
Dio
8 settembre 2001
Mio caro, vecchio scriba. A quanti ti chiedono di farmi fare da tramite tra loro ed i loro cari assunti in cielo, vorrei che tu, oltre a non negare mai la tua disponibilità, dicessi che quassù ognuno di noi svolge un compito ben preciso, e che questo non rientra, almeno per ora, tra quelli che mi sono stati assegnati. A meno che lo spirito, della cui vita in cielo desiderano avere conferma, non sia accanto a me e magari non sia impegnato, con me o come me, allo stesso lavoro. Oppure che, non essendo egli stesso in grado di rendersi manifesto in qualche modo a quanti vorrebbero ancora averlo vicino, non mi chieda un passaggio per rasserenare, confortare e rassicurare i propri cari. Oppure che non sia il Signore in prima Persona ad impiegare questa via, per dire a parenti ed amici che lo spirito di colui che amano è comunque accanto a Sé, indipendentemente dalle mie corrispondenze, che sono tutt'al più risultate utili per riaprire i loro cuori alla speranza e alla preghiera. Vorrei inoltre ribadire alcuni concetti, o meglio alcune verità importanti.
La prima è che, per quanto noi possiamo fare per annullare la minima distanza
che divide il nostro spirito da quello di coloro che non si sanno rassegnare al distacco, e la massima
distanza che separa la natura umana di colui che soffre in terra da colui che gioisce in spirito puro,
non possiamo nulla se chi ci reclama vivi lo fa aggrappandosi alla nostra passata carnalità, e
senza rinunciare minimamente alla propria, abbozzando un pur minimo slancio spirituale. Non è
infatti pensabile di frenare l'inarrestabile ascensione dello spirito, zavorrandolo con il proprio
attaccamento a cose e ricordi della sua vita terrena, così come non è possibile
pensare o sperare di mantenere il contatto senza dimenticarsi, almeno per un po', della personale
materialità.
Qualsiasi speranza viene poi vanificata quando tale contatto lo si cerca
senza fare ricorso alla Misericordia di Dio, il Cui Amore è il lievito essenziale a cementare e far
crescere qualsiasi legame d'amore apparentemente spezzato.
Un'altra verità è che, per quanto tu sia il mio caro papi,
come scriba tu non sei il mio scriba personale. Perciò chiunque dal cielo, sempre in via
gerarchica,
può, se lo ritiene opportuno, fare di te il proprio scriba senza provocare la mia
gelosia.
Può perciò capitare che qualcun altro, in qualsiasi altra parte della
terra,
venga raggiunto dalla mia energia, o meglio dall'energia che fa vivere gli spiriti in cielo e in
terra e
che essi stessi sono in grado di emanare. Pertanto, caro papi, non arricciare il naso se qualcuno ti
confesserà un giorno che ne riceve i segni.
Torno a ripeterti che
noi
siamo figli di Dio e Sue emanazioni. In tal senso,
I
contemplativi, i mistici, operano perché solitudine,
silenzio e preghiera siano la combinazione che apre il cuore all'ingresso dell'Amore universale, e
non
già distacco dalla realtà della vita terrena che, anzi, non può rinunciare alla
loro esperienza d'amore.
Ti potrei portare tanti altri esempi, caro papi, enumerando tutte le categorie degli operatori celesti e magnificandone le specializzazioni e le competenze. Questo ti dovrebbe far capire che il cielo è costituito da un magma spirituale uniforme, ma pullula di vita multiforme e dinamicamente ispirata alle divine ed eccitanti regole dell'Armonia e dell'Amore, in cui ogni spirito si contraddistingue per per il proprio inalienabile temperamento, la propria insopprimibile personalità, doti umane che gli hanno dato il diritto di esercitare il propriolibero arbitrio, nella scelta tra il bene e il male. Sicché, il tempo in cui il Signore riconsegnerà ad ognuno di noi, ad ognuno di voi, la carnalità di un tempo, ma definitivamente mondata dal peccato e non più contaminabile dal male, potremo riappropriarci del bene assoluto nel suo splendore spirituale e nella purezza materiale. E così sia.
Ciao a tutti. Un bacione, miei esausti. specializzato servitore di Dio.
PREGATE IL SIGNORE CON TUTTO IL CUORE
Fate giungere forte in cielo la voce che chiede perdono
15 settembre 2001
Mio caro papi, pregate il Signore di prendere a cuore i destini del mondo, e supplicate Maria Misericordiosa di intenerire i cuori più duri e di proteggere i figli Suoi sprovveduti dalle lusinghe di satana. Pregate tutti e fate giungere forte qui in cielo la voce che chiede perdono per i peccati dell'umanità, e protezione dal peccato di non amare la propria umanità. Pregate intensamente, con tutto il cuore, che il Signore illumini la mente e le faccia riscoprire la gioia dell'amore. Pregate in nome dello stesso Suo Amore incarnato.
Pregate, pregate, non cessate di pregare. Un bacione dal vostro figlio amoroso.
Vecchio scriba, sono molto impegnato e le mie letterine, le mie corrispondenze potrebbero diradarsi un po'. Prega la mia dolce mamma di lasciare per qualche tempo il disegno, e di impegnare tutta se stessa all'opera di consolazione e nella preghiera. Ciao. Pregate.
Mio caro vecchio papi, vorrei raccomandarti la preghieracome vera, efficace e fondamentale arma contro il male. Pregare vuol dire chiedere aiuto, sostegno, perdono e misericordia,ma significa soprattutto confrontarsi con il proprio prossimo e con la propria coscienza, per aprire il cuore all'amore di Dio, salvifico nel sacrificio di Cristo, materno e rassicurante nella benevola e compiacente complicità della Madre del cielo e della terra. Che è anche Regina della Pace.
Dall'alto del Suo trono, Maria Misericordiosa ci esorta ad unirci solidali
nella preghiera per costruire un solo corpo, un solo cuore, un solo spirito, che non abbiano il minimo
tentennamento di fronte alla malvagità del peccato e sotto i colpi satanici delle creature del male,
che cercano di separare, di dividere, di spezzare e vanificare l'alleanza che Iddio ha stretto con l'uomo, e che
l'uomo è spesso incline a dimenticare, così come dimentica il prezzo sacrificale che essa ha richiesto
a Maria. Vi esorta dunque a pregare con tutta la vostra sincerità, con tutta la vostra
convinzione e con tutta la vostra tenerezza. Esse rappresentano la forza suadente del vostro
confidare in Dio, e la forza prorompente capace di sconfiggere il male e necessaria per farlo.
Solo con questi intendimenti esse saranno ascoltate, benedette ed esaudite, e più si leveranno forti
e consistenti, più solleciteranno l'urgenza del perdono che decreta la remissione dei peccati del mondo.
Ma
Sino a quando la Regina della Pace non schiaccerà per sempre sotto il Suo tallone
la testa del serpentedrando. Quel giorno non è lontano. Per questo siate instancabili ed inesauribili
nel pregare. Forza e coraggio, di essere figli di Dio, e di godere della protezione di Maria Santissima. Ciao
Mio caro papi, mamma mia cara, voi avete avuto per amore la forza e la costanza di non lasciarvi annichilire dal dolore. Voi avete trovato nell’amore la parola d’ordine con la quale vi è permesso di affacciarvi a curiosare nel mondo dello spirito, attraverso lo spiraglio delle porte del cielo appena socchiuse. Voi avete ricevuto dall’amore la certezza della mia vita eterna oltre la morte, e la conferma che la fede, quando poggia sulle possenti fondamenta dell’amore, non può essere smentita neppure dalla più accecante disperazione.
Voi trovate dunque tutto l’amore, tanto amore, che vi conferisce quella serenità e quella autorevolezza che rendono accessibile e credibile il vostro messaggio d’amore, dal momento che voi stessi ne rappresentate la fonte, oltre che lo strumento. Non si può vivere infatti senza amore, né si può vivere una siffatta esperienza, e neppure se ne può essere testimoni. Per questo motivo pregate il cielo, affinché non vi faccia mancare mai l’amore, di cui avete bisogno per voi stessi e per tutti coloro che non ne possono fare a meno, o credono di non averne necessità, o ritengono sufficiente quello che hanno. In fatto d’amore bisognerebbe prendere esempio da Ginger e Fred, che non si stancano mai di chiedere carezze, non si stancano mai di riceverne e non si stancano mai di dispensarne.
Il Signore non se ne avrà a male se sarete un po’ petulanti nelle vostre preghiere. Figuriamoci poi Maria Misericordiosa, Che, come mamma,conosce molto bene l’insistenza delle richieste dei propri figli, e Che è sempre pronta ad esaudirle, quando non si tratta di puri e semplici capricci. Perciò non cessate mai di affidare alla preghiera il senso della vostra fiducia nell’Amore di Dio, e la testimonianza del vostro amore sincero per Lui.
Ciao e buona notte, e mi raccomando, prima di andare a letto affidate al Signore i vostri cuori ricolmi di speranze, di progetti, di aspettative, di sogni. Bacioni e bacini dal vostro Pipp
Caro papi,vorrei che qualcuno mi spiegasse in cosa consiste questo eterno riposo che ci viene augurato ad ogni pié sospinto, scomodando addirittura il Signore affinché ce ne conceda il più possibile. Forse che si è sparsa la voce che il Signore -Iddio mi perdoni - ci fa lavorare come negri? I negri mi perdonino anche loro.
Mi fa piacere averti fatto fare una bella risata di cuore, perché non è tempo di inerti e
sterili piagnistei, ma è tempo di costruttive e meditate prese di coscienza:
coscienza delle proprie colpe, delle proprie manchevolezze, dei propri cedimenti, del proprio disamore per le vicende
del cielo e della terra. Incoscienza della crudeltà, dei delitti, della barbarie che gridano vendetta al cospetto di Dio.
Ma Dio non conosce vendetta, se non quella degli uomini, che Gli sta rendendo il dolore sempre più familiare ed offensivo.L'ignavia dell'uomo di fronte all'arroganza sempre più sfacciata del male ha raggiunto
livelli ormai intollerabili. L'assoluta
E noi, in tutto questo, dovremmo starcene a guardare buoni buoni,
in un riposo compiacente? Manco per sogno! Noi
auguriamo invece a belzebù l'eterno riposo,
Perché voi sulla terra non provate a seguire il nostro esempio,
pregando il Nostro Padre di liberarvi dal male persempre? E così sia.
Ciao
Caro papi, mi piacerebbe raccontarti come va a finire, ma come ti immagini che vada a finire? Che il male ha la meglio sul bene? Ma quando la smetterete di credere che il male -satana- possa prevalere sul bene Iddio? Contrariamente a quanti lo pensano e ne sono convinti, e tra questi vi è pure qualcuno che non dovrebbe avere dubbi in merito, il Signore ne sa sempre di più del diavolo, e se può sembrare sulle prime che il bene sia sopraffatto dal male è perché questo avviene esclusivamente nei cuori di coloro che non sanno coniugare ragione con fede, amore con misericordia, speranza con perdono.
Queste regole di grande umiltà sono essenziali, per capire che il Signore della nuova alleanza ha abbandonato da tempo la spada, per farsi in Cristo padre e fratello di tutta l'umanità, sotto una unica religione, quella dell'Amore. A che servono dunque le crociate, se l'espressione più amorevole e misericordiosa di Dio, ma allo stesso tempo più provocatoria e più folgorante, si è lasciata crocifiggere dal male? Bada però, caro papi, che anche questa volta non ha vinto il genio del male, ha prevalso la propensione contingente dell'uomo miope e presuntuoso a scegliere il male piuttosto che il bene.
E, nonostante questo offrirsi totale di Dio all'uomo, nello Spirito e nel corpo, l'uomo persevera nelle scelte sbagliate e si arroga il diritto di stabilire dov'è il bene e dov'è il male, con chi sta il bene e con chi sta il male, chi rappresenta il bene e chi il male, senza tener conto del fatto che mai al male assoluto sarà riconosciuto dalla Regola il diritto di giudicare il Bene assoluto, cioè Dio; e viceversa sarà Iddio ad avere già giudicato il male e a decretarne la fine per sempre. Quello che accadrà vi è già stato detto, e dopo che sarà accaduto non sarà più necessario di raccontarlo ad imperitura memoria. A chi potrebbe mai più interessare? A nessuno, proprio a nessun povero diavolo.
Ciao. Bacioni e amore non quantificabile, ma sicuramente immenso ed inesauribile. Sarà quel che Dio vorrà. Lui sa come va a finire!
Ciao e bentornati. Ed ora che siamo tutti riuniti, vorrei raccontarvi una storiella.
C'era una volta un meraviglioso giardino, lussureggiante per una quantità di piante e di alberi rigogliosi di fiori di ogni colore e profumo, e di frutta di ogni genere e sapore, attraversato e bagnato da ruscelli d'acqua trasparente come cristallo di rocca e fresca come le labbra di una mamma. Tutto era animato da una miriade incredibile di uccelli variopinti e dai loro canti melodiosi. Tutto era perfetto per l'armonia che lo percorreva e lo regolava, e per l'amore di cui lo aveva pervaso il suo Creatore, sicché ogni animale che lo abitava, dal più piccolo al più maestoso, non conosceva né paura né violenza, né ferocia né fame.
Il padrone era molto compiaciuto e orgoglioso di questo angolo di paradiso che si era creato, profondendovi tutto il proprio Spirito in bellezza, armonia ed amore, ma, una volta completato questo suo capolavoro, si rese conto che non vi aveva espressa tutta la sua amorevole energia e volle manifestarla creando l'uomo, quella creatura nella quale più di tutte si identificava in umane sembianze ed in potenzialità spirituale, per condividere con lui le gioie del creato.Per quanto fosse puro e divino il soffio con il quale Egli aveva vivificato la materia, tuttavia raccomandò alla sua creazione preferita di evitare in ogni modo di confrontarsi con il male, il quale, preesistendo già prima di quando l'uomo era stato creato, ne sapeva certamente una più del diavolo. Tutti sanno come sia andata a finire questa storia, che peraltro ancora non è finita.
La disobbedienza costò all'uomo una punizione esemplare. Ingabbiato nelle maglie dei condizionamenti del tempo, dello spazio e dei sensi fallaci, tutte realtà di un irreale con il quale non aveva dimestichezza, l'uomo fu praticamente condannato a confrontarsi nel quotidiano con il male per scegliere il bene che garantisce il perdono, perdendo però, sino al termine del percorso purificatore, il diritto e la gioia di godere della presenza visibile di Dio e del paradiso che gli era stato da Lui riservato.
Non essere più in grado di vedere Dio e di apprezzarNe l'amore incondizionato, significa ahimè non riconoscerLo neppure nei propri simili. Questo è in definitiva il dramma esistenziale dell'umanità, e da esso derivano le immani sciagure che l'affliggono. Fortunatamente Dio ha concesso all'uomo un'ancora di salvezza assai efficace. La Fede. Che gli permette di sentirsi Dio vicino presente anche senza poterLo vedere, e che gli promette di tornare tra le Sue braccia e nel Suo giardino meraviglioso, liberandosi dall'incubo della materia con la morte della materia.
E, se si è optato per il bene, il ritorno al Bene ed alle sue inenarrabili bellezze è una semplice formalità. Come la vita sulla terra. Fino a quando la terra continuerà a proporre le sue stagioni, l'uomo continuerà a ripercorrere il proprio destino nell'illusione di una vita, e tutto questo si riproporrà finché Gesù non tornerà di nuovo per giudicare i vivi e i morti. Ma, cosa succederà, se sarà l'uomo a decretare la fine del pianeta, sul quale è relegato a ravvedersi dal proprio peccato di superbia? Lo sa solo Iddio, e speriamo che non lo permetta mai.
Ma voi, miei cari, non abbiate comunque paura. La fede, anche se vacillante, rimuove ogni timore e promuove e garantisce ogni felice ritorno. Nell'attesa che ciò si avveri, vi bacio e vi benedico con tutto l'amore che vi porto. Ciao
Ciao caro papi, ti devo confessare che provo molta pena per tutti coloro, e non sono pochi, che sostengono che l'unica vita possibile è quella delimitata tra la nascita e la morte. Prima e dopo non c'è nulla, se non una serie di eventi possibili, che mescolati casualmente, e perciò fuori da qualsiasi disegno, hanno originato quell'unico universo possibile in cui si racconta la storia, -più o meno breve, più o meno lunga- del ciclo vitale di tutti gli esseri viventi.
Ormai la casualità si è talmente consolidata che tutto si riconduce, in una
esasperata monotonia, alla nascita, crescita, riproduzione, invecchiamento e morte.
In pratica, un codice dalla semplicità disarmante e privo di qualsiasi
fantasia gestirebbe l'effimero destino di tutti gli esseri animati.
Sciocche ed inutili
fantasie. Dopo la morte non c'è un fico secco, punto e basta.
Vediamo dunque di analizzare da dove nascono siffatte convinzioni, che questi signori, purtroppo, non sempre tengono per sé, ma pretendono di imporre come l'unica verità accettabile. E' ovvio che esse sono il frutto di elaborati mentali, e pertanto di quell'intelligenza per la quale la specie raziocinante dell'uomo accampa diritti di superiorità, e di dominio su tutte le altre specie esistenti. Una facoltà dunque che, finalizzata a dichiarazioni così banali, dovrebbe considerarsi veramente sprecata.
Chi ci ha fornito l'intelligenza? Il caso? Oppure è un dono che attribuisce superiorità perché proviene da un'altra superiorità, e che dovrebbe far riflettere che, se esiste una scala di valori, non è detto che l'intelligenza umana ne rappresenti l'apice.
E se ve ne fosse un'altra un po' più in alto o magari immensamente più in alto? Vabbè'. Ammettiamo pure che sia proprio così, e che essa sia il codice della vita, il programmatore dell'ordine universale e, perché no, anche della virtù umana di avvalersi in modo speciale delle esperienze sensoriali, elaborando un mondo delle idee. Perché questo mondo, che dentro l'uomo esiste pur se invisibile, dovrebbe accettarne un altro, ugualmente invisibile, ma esistente prima della nascita, dopo la morte e durante la vita?
Per di più, poiché la mente riconosce come vere tutte quelle ipotesi che sono verificabili con modelli sperimentali, come potrebbe accettare la realtà di una vita diversa, da quella che sperimenta ogni giorno e per ogni generazione, come potrebbe ricostruire in laboratorio il modello di una vita oltre la morte?
Allora è facile per la mente sostenere che è la paura della morte e del nulla susseguente a sollecitare un'alternativa di vita più persuasiva e gratificante, e l'inconscio, se non addirittura la ragione, se la va a cercare fuori dalle proprie esperienze sensoriali, nel cosiddetto mondo dello spirito.
E' Dio che si fa uomo nel figlio Gesù, manifestando così la presenza
del Suo Spirito Santo nella figura storica del Redentore, e nella Resurrezione
da morte del Suo corpo il destino di chiunque affida la propria ragione all'ingegno della
fede.Perché l'uomo si sarebbe dovuto inventare tutte quelle storie divine ed umane raccolte
nelle sacre scritture? Per scacciare la paura della morte? O piuttosto per non dare morte alla memoria di
esperienze già vissute prima della vita e dopo la morte?
La fede, miei cari, non è un bene di rifugio al quale ricorrere solo
nella necessità di confrontarsi con la morte, ma è una ricchezza che va spesa
in ogni istante della vita per, affermarne la sacralità,senza paura di esaurirla. Infatti, più
si spende più si rafforza e diviene inesauribile, proprio al contrario di quello che avviene per la
vita terrena.
Un abbraccio forte forte. Anche questo è il frutto di una mia esigenza e non di una tua proiezione mentale, caro papi. Ciao
Papi mio caro, questa mia letterina è dedicata a tutti quei padri, quei papà, quei papozzi, quei papuzzi, quei papi del mondo che si sono visti sopravanzare dai propri figli, anche nella corsa per l'appuntamento con il nostro Padre supremo e con la vita delle Sue verità eterne.
Quante volte ti ho sentito dire,, caro papi, tra un singhiozzo di dolore ed un impeto di rabbia disperata, che tutto questo non è giusto, non è fisiologico, non è nemmeno divino: è innaturale, è inconcepibile, è immorale. Ti aspetteresti che ora ti confessassi che anch'io, il mio cuore, la mia anima, fossimo pervasi dal dolore dell'abbandono del corpo, degli affetti e degli amori. Invece, mano a mano che mi staccavo dalla carne, e in un turbinio indescrivibile di tensione amorosa, venivo attratto a velocità pazzesca dall'immateriale, ma godibile in tutti i sensi, sfera di Dio: mi diluivo, mi concentravo, mi mescevo in un'incontenibile tenerezza d'Amore, equamente divisa per tutti voi che lasciavo senza perdervi, e per tutti coloro che andavo a ritrovare per non essermi perduto.
Sicché, alla chiamata di Dio, non perentoria ne autoritaria, ma dolce ed autorevole come il richiamo di un papà al quale si porta il rispetto dell'amore e l'amore del rispetto, non ho saputo né voluto dire: aspettami, Signore, perché prima devo seppellire il mio papi, perché così sarebbe più giusto, più fisiologico, più naturale, più concepibile, più morale. Dal momento che, nello stesso istante in cui mi si aprivano le porte della verità e della giustizia di Dio, venivo pervaso da tutta la Sua sapienza.
So quanto sia difficile per te, caro papi, per te adorata mamma, e per voi tutti cari mamma e papà che ci piangete pur sapendoci in cielo, entrare nello spirito di questa esperienza di verità che mi è stato dato di rivelarvi. Ma ciò che vi è impossibile ora, per emozionalità carnale, sarà credibilmente semplice quando vi giungerà il tenero appello paterno del Signore. E allora nulla potrà giustificare un rinvio, né la necessità di provvedere alla cura dei campi, né l'obbligo di seppellire i propri defunti. Scoprirete che l'Amore e la sapienza di Dio, che oggi ci accomunano più di ieri, sono richiami irresistibili per lo spirito, e rappresentano l'unica spiegazione plausibile all'unico perché che è giusto porsi. Il Signore vi ama tutti e vi benedice tutti. Saprà ricompensavi con lo stesso, unico, irresistibile Amore di cui ricolma coloro che Lo amano.
Ciao. Con tutto l'amore che vi porto.
Mio caro papi, vorrei che il tuo tempo si fermasse un sol'attimo della mia eternità, per farti vedere l'essenza del vivere celeste e per condurti per mano sino alla fonte della sapienza. Ma entrambi sappiamo quanto tutto ciò non sia possibile, sino a quando la materia che ti porti appresso non esaurirà la sua frenesia vitale, lasciando che lo spirito vada ad affrontare l'ennesimo e definitivo esame della tua vita, cioè il giudizio paterno e comprensivo del Padre Misericordioso di tutti noi. Sino ad allora per te, ad ora per me, dovremo ringraziare il Signore di concederci di rinnovare, attimo dopo attimo, letterina dopo letterina, questa nostra complice intesa, che non ci fa sentire mai più la pena fisica del distacco, e ci rende invece partecipi di una gioia, fuori dei valori terreni che le vengono attribuiti, e del godimento che è capace di determinare. Nello stesso istante in cui la fede smette di essere l'unico strumento possibile per concepire la realtà del mondo dello spirito, e diventa essa stessa esperienza quotidiana degli interminabili giorni dell'eternità.
Questa straordinaria avventura sarebbe impensabile ed irrealizzabile, ma la vita, che la fede ci lascia presagire, è già potenzialmente dentro di noi, quando percorriamo la nostra esperienza umana, per divenire dono irrinunciabile nel momento in cui ritroviamo la memoria di trascorsi spirituali della divina nobiltà.
Caro papi, la nobiltà d'animo di cui ti sto parlando è l'Amore eterno: quell'amore che non solo non conosce l'usura del tempo, né la monotonia della consuetudine, ma si rinnova, si rafforza, diviene incontenibile, perché nasce direttamente dal Signore Dio nostro e ci pervade della Persona Trinitaria dello Spirito Santo, quell'alito divino che nobilitò la materia e che le ritirò le credenziali di eternità, quando essa condizionò lo spirito dell'uomo a compiere il primo errore del creato, dal momento in cui il volere di Dio l'aveva restituito alla Luce.
La benevolenza del nostro Padre Celeste è tuttavia immutata ed immutabile verso la Sua creatura più prestigiosa, e per questo motivo Iddio esige che l'uomo ritrovi la sua nobiltà divina e la sua capacità ancestrale di amare, attraversando il territorio sul quale si confrontano e si combattono il Bene e il Male, e le loro rispettive incarnazioni, per ritrovare in questa esperienza il coraggio di operare, ora come allora, la scelta più responsabile e più opportuna. La scelta del bene lo ricondurrà di colpo alla sua originaria realtà, azzerando tutta l'esperienza umana senza lasciarne traccia. La scelta del male lo condannerà alla morte eterna, alla quale non sarà sottratto neppure nel giorno in cui Iddio resusciterà i vivi e i morti. Il bene che Dio condivide con noi sia dunque condiviso, da noi del cielo e della terra, con tutti noi del cielo e della terra, nelle forme di carità amorosa, di preghiera operosa, di fratellanza conciliante, di speranza fruttuosa, di fede illuminante.
Diamo anche noi il nostro
Così deve essere e così sia, con gli auguri di vostro.
Miei cari, miei dolcissimi, miei eternamente amati. Miei mai lasciati né dimenticati genitori, la mia gioia e la mia vita si alimentano del luminoso ed inesauribile amore che Iddio mi elargisce, dell'amore paterno e generoso con i quale Egli vi protegge, dell'amore sincero e filiale che voi Gli dedicate, e di tutto l'amore che i vostri cuori teneramente ed appassionatamente nutrono per me, con la stessa intensa dolcezza che mi avete sempre manifestato sin dai primi attimi di vita.
Ora che la vita dello spirito mi ha aperto il cuore ai suoi cosiddetti segreti, e non esistono più orizzonti per la mia conoscenza, vi voglio confessare e confermare che non vi è alcuna differenza tra l'amore di cui mi ricoprivate allora e l'amore che mi manifestate ora. Sento le stesse carezze e gli stessi baci, ne avverto la stessa tenerezza e la stessa purezza e so che essi vi riempiono il cuore, così come vi accadrebbe se ad essi si accompagnasse la sensazione di baciarmi e carezzarmi fisicamente.
Avete dovuto compiere un po' di strada per imparare ad amare al di à dei sensi e della materialità, e fuori della memoria, dei ricordi. Ora è più facile sentire con tutti i sensi il calore della nostra presenza, della nostra vita, ed è più facile lasciarsi convincere della concretezza di ciò a cui si crede e a cui si tende con fede.
La Parola di Dio non è astratta, così come non lo é il Suo
mondo, al centro del quale non ha posto Se stesso ma la creatura a Lui più simile. Già
basterebbe questa verità a dimostrare quanto sia reale il mondo dello spirito.
Solo il Creatore può rinunciare senza alcun turbamento alla Sua onnipotenza e metterla al servizio
dei suoi figli, inondandoli d'amore, di sapienza, di misericordia e di perdono.
Nessuna mente umana, pur se graziata
nella fonte battesimale, saprebbe organizzare nell'età della ragione un mondo in cui non fosse il padrone assoluto.
Se ciò non avviene è perché proprio attraverso la grazia si fa in lui strada l'ispirazione divina
di un Padre buono e caritatevole che ti ridà la vita, se tu Gliela chiedi perché
ne sei convinto, e Lui te la ridà perché è fonte di vita in ogni istante, ed è
carità infinita. Ma Iddio, miei cari, non è solo amore nella gioia, nel perdono e nella misericordia. Dio non è soltanto
l'astratto rappresentabile con concetti astratti. E non è neppure rappresentabile nella figura
un po' barbosa di un vecchio con la barba lunga e bianca e dallo sguardo da burbero benefico.
Né il Suo mondo è fatto di sola monotona pietà, in cambio di sofferenze e tribolazioni.
A costo di sconfessare quanti sostengono che il mondo dello spirito è privo di emozioni, di incertezze, di curiosità e tutto vi è dato per scontato e prevedibile. A costo di scandalizzare e irritare quanti si definiscono custodi ed interpreti di dottrine teologiche, io vi assicuro che nulla è più concreto e divertente di Dio. Concreto e divertente nell'amicizia, concreto e disarmante nella semplicità, Dio é divertente, Dio è allegro, Dio è spensierato, Dio è gioia di vivere, Dio è fedeltà e condivisione, Dio è generosità, Dio è confidenza, Dio è complicità, Dio è umiltà. Dio è partecipazione, Dio è speranza, Dio è esuberanza, Dio è equilibrio, Dio è perseveranza, Dio è servizio. Insomma, Dio è il meglio dell'uomo elevato a divino, così come Gesù è il meglio di quanto il Signore abbia saputo incarnare nell'uomo.
E Gesù non ebbe nulla di astratto, né ne avrà dopo essere salito in cielo con tutto il Suo corpo glorioso, nel quale Dio stesso Si è calato per farsi ad immagine e somiglianza dell'uomo, che aveva progettato e realizzato prima che i secoli cominciassero a misurare il trascorrere del tempo.
Miei cari mamma e papà, voi capite perché io mi trovo a mio
agio quassù in Cielo, dove tutto è
giovane e congeniale al mio temperamento, e capite pure
la concretezza
dell'esperienza di vita che vivrò in eterno,
ed alla quale voi stessi non
potrete
sottrarvi, con tutta quell'umanità che aspira a viverla come un'avventura allegra ed
inebriante.
Mio caro papi, quando il Signore diede mano alla creazione dell'uomo, che
aveva concepito a Sua immagine e somiglianza, non a caso alitò il Suo Spirito vitale
su un grumo di materia inerte. Altrimenti avrebbe creato un Suo inutile ed impossibile doppione.
Invece, infondeva lo Spirito della propria sapienza e della propria bontà
nell'argilla apparentemente priva di vita, ma non per questo meno modellabile, perché prendesse le
sembianze che meglio e più fedelmente ne testimoniavano bellezza ed intensità.
L'uomo divenne così il bene fatto persona: nel dare, nel ricevere, nel gioirne, nel farsene
fisicamente partecipe e dispensatore. Anche la donna fu concepita con le stesse regole,
secondo gli stessi principi, a partire anch'essa dalla materia, ma questa volta già nobilitata dalla
dimensione umana, di quel costato che, non a caso, custodisce e protegge il centro dei sentimenti e delle emozioni.
In un'altra occasione della storia dell'umanità Dio volle dare un corpo al Suo
Spirito.
Questa volte non dovette procedere ecs novo e, poiché l'uomo era
già stato creato e si moltiplicava sulla terra, persistendo nel peccato di generazione in
generazione, Si incarnò nel seno della Vergine Maria e Si fece
uomo, per riportare in terra la parola redentrice
dell'Amore.
Gesù, Iddio fatto uomo, una volta esplicitata nel martirio
della crocifissione l'enormità del Suo Amore divino per l'umanità di cui si era fatto
simile,
Come tutto ciò accadrà è già stato profetizzato e messo per iscritto, e la potenza di Dio si manifesterà in tutta la Sua fantasia creativa. Qualcuno si domanda dove si andranno a mettere tutte queste creature, e se ci sarà posto per accoglierle tutte. E' evidente che sì! Il regno di Dio è infatti fuori del tempo e dello spazio, e per questo è sconfinato.
Come il mio amore per te e per la mia mamma. Ciao. vostro.
Caro papi, vorrei parlarti un poco dell'Amore di Dio fatto uomo, di quel Gesù nato per il bene dell'uomo e come uomo vissuto, dal primo evento doloroso della nascita all'ultimo istante doloroso della morte. Pensa, papi, come ci si debba sentire sapendo di essere il figlio di Dio. Ma Gesù sapeva altrettanto bene di far parte di un progetto divino, che gli aveva affidato il compito doloroso, ma sublime di Figlio dell'uomo, figlio di un'umanità che doveva ritrovare e recuperare il senso e la fede di un e in un Dio buono e misericordioso. Il Quale ne manifestava tutta la Sua vocazione, offrendosi alle Sue creature nelle stesse vesti umane, che Egli stesso aveva per esse concepito, e ripercorrendo gli stessi itinerari biologici che aveva previsto.
Una volta venuto alla luce, attraverso le doglie di un parto umano che gli apriva le porte della vita, Gesù era uomo a tutti gli effetti, in carne ed ossa, salvo che il suo corpo concepito senza peccato non conosceva il peccato della carnalità, ma certamente i sensi, il tempo e lo spazio lo condizionavano come un uomo qualsiasi. Allora è facile immaginare il piccolo Gesù che piange prima di attaccarsi al seno di Maria, o che prova l'emozione dei primi passi, o che prende qualche sculacciata dal suo papà, o che si ferisce lavorando con lui in bottega. Proprio come un neonato, un bambino, un ragazzo qualsiasi, un figlio qualsiasi. Ma Gesù non è un ragazzo qualsiasi, lo sanno mamma e papà e lo sa anche Lui, dall'istante in cui lo Spirito di Dio, che impregna il suo patrimonio genetico, Lo conduce, fatto adulto, ad affrontare l'impegnativo compito di redenzione.
Ed ecco che il corpo dell'uomo divino acquista, proprio nella sua fisicità, quella sacralità e quel fascino che avvincono e trascinano, insieme alla parola. Perché quel corpo emana l'Amore, che si configura nell'amore fedele che resuscita l'amico fraterno, nell' amore misericordioso che perdona la peccatrice pentita, l' amore giusto che premia i reietti e i poveri, l' amore illuminante che ridà vista ai ciechi, l'amore fortificante che dà agilità agli storpi.
Gesù ama ed è riamato fuori dal peccato della carnalità, perché il suo essere uomo non lo espone alle tentazioni. E ben lo sa il maligno, che tenta di provocarlo esclusivamente sul piano dell'orgoglio, della supremazia intellettuale, della ricchezza, della potenza. Ma, come può sperare il demonio di deviare il corso del progetto divino, che ha in copione il sacrificio finale di Gesù, mortificato e messo a morte proprio da quell'uomo che Egli si appresta a redimere, rinnovandogli la promessa della vita eterna dopo la morte? Quel copione prevede che il Figlio di Dio debba vivere, nel dolore e nell'abbrutimento più umano della carne, gli interminabili eventi del martirio e dell'agonia, che devono essere stati strazianti ed inenarrabili non solo per la crudeltà con la quale sono stati provocati, ma soprattutto per la vergogna di cui si è sentita assalire l'umanità che li aveva decretati. Nel momento della Resurrezione, Gesù non ha voluto abbandonare in terra il proprio corpo martoriato, ma esente da peccaminosità, proprio per significare che sono i peccati della carne ad appesantire il corpo, costringendolo a rimanere in terra perché indegno di salire in cielo. Era troppo affezionato a quell'involucro, nel quale lo Spirito, assunte umane sembianze, aveva conosciuto l'esperienza delle emozioni più belle, più esaltanti, più gratificanti che l'uomo possa mai provare.
Gesù è dunque il personaggio storico in cui Iddio si è compiaciuto di calarsi, per provare l'ebbrezza dell'uomo che si scopre donatore ed oggetto d'amore. Al tempo stesso è l'immagine divina, nella quale l'uomo trova la risposta per tutti gli interrogativi che lo angustiano, e la certezza che, come per Lui, anche per l'umanità che in Lui si identifica, è riservato un posto accanto a Dio.
E' la solita promessa che sta per rinnovarsi con il Natale. Accorrete tutti ad assistere a questa nuova ed emozionante nascita di Gesù, per farvi investire e coinvolgere dall'ondata d'Amore travolgente che suscita nei cuori. Tanti Auguri. vostro.
Caro vecchio scriba, stai per diventare più vecchio di un anno, ma sicuramente più aggiornato, un attimino più aggiornato di quell'eternità dalla quale vi scrivo per parlarvene. Vorrei portarvici tutti dentro, solo per farvi vedere che non vi sto descrivendo il mondo delle favole. Ma non si può. Nulla e nessuno possono sottrarsi alle regole della volontà divina, senza il volere della regola assoluta. Ma l'Amore di Dio, quando non decide di cambiare le regole e i destini dell'uomo, purtuttavia fa all'uomo misericordiosa concessione e permette a noi vivi in cielo di contattare i nostri vivi in terra, per testimoniare loro che non vi stiamo raccontando favole, ma che vi stiamo dando contezza di un mondo fantasticamente vero e realizzato.
Vero, grazie ad un minimo di fantasia, grazie, anzi, a quel pizzico di fantasia senza la quale la fede in Dio rischia di rimanere una frase fatta, un luogo comune campato in aria e tramandato di generazione in generazione, per esorcizzare la paura della morte e tacitare tutti i perché che si agitano intorno al prima e al dopo di essa. Noi, vivi nella concretezza del cielo, ed io in questo momento in cui vi dico e vi scrivo che sono tra voi, siamo chiamati a solleticare proprio questa fantasia, che vicende umane ormai millenarie hanno anestetizzato o resa desueta.
Che cosa dovete intendere per fantasia, se non l'anelito
che ogni essere umano ha nel suo patrimonio spirituale, di fare ritorno a quella vita non futura, ma già
eternamente vissuta sino al compito della transumanza? Fantastico non equivale a improbabile,
o addirittura inattuabile, ma nel nostro caso
Fantasia vuol dire pregustare il piacere di riscoprire, dopo aver assaggiato qualcosa di amaro, il sapore dolcissimo dell'amore eterno, quello senza prima e senza dopo. Quell'amore che ho ritrovato quassù e che vi dedico con tutto il mio cuore. Ciao ... continua.
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