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dicembre
Caro vecchio scriba, eccomi qua a chiedere la tua preziosa collaborazione. Senza di te non so
proprio come farebbero il mio caro papi, la mia mamma banana, e tutti gli altri nostri innumerevoli
lettori sparsi un po' dovunque. Collaborare, se ben ricordo, vuol dire
lavorare insieme, e noi quassù ti siamo molto riconoscenti per il lavoro che
svolgi con tanta passione. Sei diventato proprio insostituibile, caro vecchio
scriba, perciò riguardati, abbi cura di te e soprattutto non dar troppo retta a
quello scatenato del mio papi, che non riesce a star mai fermo. Adesso capisco da chi ho ripreso,
chi mi ha trasmesso la frenesia di vivere che mi sono portato appresso
anche in cielo. Frenesia d'amore, naturalmente. Frenesia di darsi, di
concedersi naturalmente.
Qui è così spontaneo, così naturale che mi sembra non sia cambiato
gran che tra la mia vita terrena e quella celeste. Nella
prima, già godevo dell'Amore di Dio, di Gesù, di
Maria Misericordiosa e di tutta la Santa Comunità, oltre che del vostro.
Qui in cielo godo dell'Amore di Dio, della Madre nostra Santissima, della Comunione dei Santi, oltre
che del vostro, naturalmente. Ma allora dove sta la differenza? La differenza
sta nel fatto che la conoscenza di tutti questi amorevoli Personaggi DIVINI mi ha
aperto la conoscenza dell'Amore vero, quello assoluto; e mi ha fatto capire
che non vi è alcuna differenza con l'amore che la mia mamma e il mio papà mi hanno
dedicato e continuano a dedicarmi. E' proprio lo stesso amore, solo che allora
il mio cuore non era ancora completamente saturo dell'Amore di Dio.
Caro vecchio scriba, scrivi dunque questa verità perché lo sappiano i miei cari, che
già lo sospettano e ne aspettano la conferma definitiva. E anche quanti non ne sono ancora
convinti, e anche quanti non lo sospettano minimamente, e anche quanti non credono nell'Amore di
Dio, e anche quanti non credono in alcuna espressione dell'Amore.
Che il Signore vi benedica tutti, proprio tutti, abbracciandovi in tutto il Suo Amore
possibile.
Ciao caro vecchio scriba, alla prossima.
Ciao
Emilio
Miei cari, che gioia essere con voi per amore! Cielo che poesia, dedicare
tutto il vostro amore a Dio ed appagarsi dell'immenso Suo Amore. Cielo che gioia,
cielo che armonia, cielo che estasi ci pervade. Ma siamo pervasi da un entusiasmo
contagioso e travolgente, nel saperci ispiratori e complici del racconto della
nostra storia d'amore, e dell'emozione e dello stupore che ne derivano. Sappiamo infatti che ne
vedremo delle belle. E come potrebbe essere diversamente? Sappiamo che si scatenerà un
paradiso bello e buono. E come potrebbe non essere così! Forse che il cielo saprebbe
scatenare un inferno brutto e cattivo?
Sappiamo che tanti e tanti cuori si apriranno all'amore, per assaporare la
gioia di sentirsi amati da Dio e di averne la conferma, o la certezza. Sappiamo che tutta questa
baraonda di rivelazioni, questa inondazione di sublimi verità sconvolgerà terreni
tranquilli, ma aridamente sterili, per ricoprirli di fertile ed ubertosa fede.
Sappiamo
soprattutto l'orgoglio materno di Maria Misericordiosa, di riscoprirSi madre
di figli così devoti ed innamorati. E leggiamo nel sorriso bonario e paterno del
Signore il compiacimento di aver sacrificato il figlio Suo
Gesù per la redenzione di questa umanità, e nello sguardo commosso del
Cristo la gioia di aver vissuto l'esperienza umana. E ci arriva il vociare festoso e
coinvolgente di tutti gli abitanti del cielo che cantano "Cielo che poesia" .
Chi è più felice di me, cara mamma, nel vederti così coccolata
dalla Mamma del Figlio di Dio? Chi è più orgoglioso di me, caro
papi, elevato al rango di vecchio scriba fedele? Cielo che poesia! Cielo che partecipazione! Cielo
che terremoto, pardon, cielomoto o scossone celestiale! Se
preferite, Cielo che tenerezza! Cielo che Luce! Che tutta questa luce
illumini il cammino della vostra conoscenza per condurvi alla Sua Sorgente, proprio lì
dove giovani spiriti un po' impertinenti ed assai
intraprendenti, per volontà di Dio, esultano e si compiacciono per il successo
di questa loro raccolta di poesie dedicate all'Amore. Cielo che antologia
poetica!
Cielo che poesia: sia fatta la volontà di Dio e se Ne celebri tutta la poetica verità
nella Parola e nell'Amore che La alimenta. Cielo che poesia! Mi pace sentirmi poeta di
questo cielo, che rifulge della Luce che dà la vita, che non si consuma
mai, e genera anche poeti.
Ciao miei cari, siate forti e concreti. Siate luce di Dio. Emilio.
Ciao vostro e per sempre.
Il Secondo Diario di un angelo -CIELOCHE POESIA- è stato pubblicato da circa venti giorni. Ed ha già ottenuto una notevole diffusione.
Mio car papi
,occhiali, occhiali, sempre occhiali! Quanta fede, quante paia di occhiali servono a squarciare
il fitto velo di mistero che avvolge la vita dello spirito e rende
incomprensibile la vita della materia. Ma chi ha stabilito lo spessore impenetrabile del velo,
chi ha decretato la sua esistenza e chi ha calato questa cortina? Forse Dio? E' facile ed
altrettanto comodo responsabilizzare Dio. Lui, che è il creatore di tutto, figuriamoci se
non è capace di creare questo diaframma, questo tendaggio, questo separé! Ma tutte
queste strutture, tutte queste diavolerie, non servono a celare, a nascondere, a separare! Ma
sì. E che interesse avrebbe Iddio a nasconderSi alla vista dei Suoi figli, separarSi da
loro, renderSi irreperibile? Per evitare rotture di scatole?
Dio è
onnisciente o no? Se lo E', e lo E', allora già sapeva che creando
l'uomo creava un gran rompiscatole. E perciò lo aveva messo in guardia, lo aveva
sconsigliato di avventurarsi nel fitto mistero del nulla assoluto, dove non vi è Bene,
Luce, Ordine, Armonia, Amore. Quello avrebbe dovuto essere il vero,
l'unico mistero del
creato, noto solo a Dio Onnisciente. Mistero che avrebbe consolidato in
vincolo eterno il legame d'amore tra Dio e l'uomo.
Ma l'uomo volle
esplorarlo, volle penetrarlo, e si condannò a confrontarsi con la propria
presunzione nel buio della solitudine alla quale questa conduce. Ed abbandonò il Padre,
perché incapace ormai di vederLo, di ascoltarLo, di riconoscerLo con i sensi della
materia comune. Si sentì diseredato, dimenticato, abbandonato ed
inventò il mistero della vita, che si tramanda da padre in figlio e
può essere svelato solo dopo la morte.
Ma Dio già sapeva che l'uomo, o meglio
la volubile mente dell'uomo, si sarebbe trincerata dietro lo spauracchio della morte, pur di non
riconoscere la propria responsabilità nella rottura del vincolo d'amore, che aveva
ispirato al Padre la creazione del figlio e di un paradiso che ne allietasse eternamente la
vita. E tuttavia, per quante questo figlio disamorato ed irresponsabile possa averGliene
combinate, il Padreterno già lo aveva affidato alle cure esemplari del
Figlio Suo divino, Che in spoglie umane e nel sacrificio della croce offriva tutto
Se stesso, per redimere i figli Suoi terreni dal peccato originale, e da tutti gli altri peccati
da questo originati.
Cos'è la redenzione, se non
la conferma di quell'Amore che il Signore già nutriva per la
creatura umana, già prima di crearla? E' la promessa dell'eterno
Amore, quell'Amore che nessun tradimento, nessuna ribellione, nessuna intolleranza,
nessuna leggerezza riusciranno mai ad esaurire, a corrodere, a disamorare. Non è
possibile che l'uomo non l'abbia ancora capito o che si rifiuti di capirlo, perché la
vita terrena che si è dato non lo gratifica di un paradiso terrestre da non condividere
con alcuno, neppure con il suo munifico Creatore.
Non è possibile che i figli di cotanto Dio abbiano perso del tutto la capacità di
riconoscerLo, in ogni istante della vita che ci riempie la vita, ed in ogni attimo
di dolcezza che ce Lo mette accanto nelle vesti di fratello, di padre, di madre, di
amico, di confidente, cioè di Colui al quale ci si confida per la fiducia
che gli si dà con Fede. Con l'unica fede possibile e necessaria.
Quella dell'Amore eterno di Dio, che non delude mai. Per credere in questo
Genere d'Amore sono superflui persino gli occhiali della Fede. Non siete d'accordo? Io dico di
sì, e di me vi potete fidare.
Ciao, dal fedele servitore di Dio e vostro. Emilio
Ci facciamo quattro chiacchiere, caro papi? Buttiamo giù qualche riga, vecchio scriba
fedele?
Si potrebbe parlare ad esempio della giustizia di Dio, argomento
impegnativo, complesso, difficile da spiegare, da comprendere, da affrontare e da accettare.
Già leggo un certo disappunto sul volto di mamma banana.
Lei preferirebbe una letterina più intima, più familiare, un po'
più coccola, ma vi ho già spiegato che il mio compito non
è più quello di testimoniare, a voi miei genitori, la vitalità che mi pervade,
e mi tiene unito a voi nell'amore che non muore, ma è quello
di riferire l'eternità e l'inesauribilità dell'Amore di Dio
per il centro della Sua Creazione, che
è l'Uomo con la maiuscola, quell'uomo capace di non
farsi annichilire dall'apparente ingiustizia di una vita ingrata e mortificante.
Anzi, capace di leggervi il segno dell'incomparabile bontà del
Padre e di riscoprirvi le radici della propria antica a mai decaduta
nobiltà.
Ma come si può accettare il concetto di Giustizia,
se la stessa giustizia umana non è in grado di
garantire il rispetto delle regole, che l'uomo si è dato in nome di una
pacifica convivenza?
Se sulla terra è sempre più
evidente che la giustizia garantisce i diritti del più forte su
quelli del più debole? Se è così, come può Iddio, il giudice infallibile
e giusto, permettere che ciò avvenga? Dov'è la Sua Giustizia? Nell'inflessibile
applicazione delle dieci leggi dettate a Mosè per iscritto, destinate a regolare la
convivenza pacifica tra Lui e il Suo popolo eletto? Ma la Giustizia divina non trova
posto nella mente dell'uomo, né vi è ragione umana in grado di
interpretarla e farsene una ragione.
Perché non dovrei mangiare i frutti dell'albero della conoscenza? si domandano Adamo
ed Eva. Perché dall'inosservanza di questo divieto deriva una punizione
così crudele e mortificante, per loro e i loro figli e per le generazioni a venire?
E perché, a completare l'asprezza della pena, c'è la
morte? Qualsiasi uomo aveva motivi validi per porsi alcune di queste
domande, e ne ha tuttora e ne avrà nel suo futuro, fino a quando l'avventura
terrena non si sarà esaurita. Nel frattempo, per l'uomo del passato,
del presente e del futuro, Iddio si è fatto
uomo. E, sacrificando per l'uomo Suo Figlio, in uno slancio
d'Amore e di Giustizia incomprensibile alla mente umana, ha posto nel cuore dell'uomo
questa intrigante domanda: E se la Giustizia di
Dio fosse la Sua Misericordia?
Siate condomini dell'edificio dell'Amore che il Signore ha creato per noi tutti, per
il trionfo eterno della Sua Giustizia, e andate a ninna, a godervi il sonno del
giusto. Buona notte a tutti da noi tutti. Che il Signore buono e giusto abbia misericordia di voi
benedicendovi. Ciao Emilio
Non volete fare quattro passi con me tra le nuvole, miei cari? Lasciatevi prendere per la
mano dalla
fantasia della fede e non vi sarà difficile ottenere qualche attimo di vacanza, fuori
dell'ingombrante consuetudine della materia.
Vi state sentendo leggeri come piume, vi sembra di toccare il cielo con un
dito? Ebbene non basta, perché vuol dire che non siete riusciti ancora a
liberarvi del tutto della vostra natura fisica. Per farlo ci vuole quella che si chiama estasi,
condizione determinata dallo stupore di scoprire nell'amore che Dio ci
riserva e ci regala la Sua immancabile presenza, e che nell'amore che noi Gli
dedichiamo e promettiamo sta la ragione del nostro esistere, e della fede nel suo infinito creato.
Cos'è dunque la fantasia della fede, se non l'amore puro dal quale tutto nasce nel segno del
Signore nostro e tutto riconduce a Lui? Non è certo l'amore razionale, quello che non si
può dire disinteressato se nasce dalla percezione e dalla convinzione del vantaggio che ce ne
possa derivare in futuro, nell'infinito eterno.
E' piuttosto l'amore che ci guida e ci
sollecita a credere, non ciecamente ma consapevolmente, alla promessa
dell'eternità, di quell'eternità senza la quale tutta la storia
dell'esperienza terrena è un non senso, privo di qualsiasi senso logico. La fantasia della
fede è dunque quella luce ispiratrice che
dà il senso logico, perché, una volta
per sempre, fa coincidere la logica umana con Quella divina. Vi
sembra così difficile entrare
in questa logica di idee? Se sì, rimarrete per sempre con i piedi inchiodati per terra,
condizione questa molto meno gratificante di quella di averli inchiodati sul legno di una croce. Se
no, allora state già respirando l'aria del cielo, impalpabile ma
corroborante perché satura dell'amore, della luce e dell'armonia di
Dio e di tutte le
creature alle quali Egli ha conferito la Sua eterna paternità. Avete già consumato il
tempo dei vostri quattro passi tra le nuvole, della vostra ora di libertà e di aria buona.
Ogni cosa a suo tempo. Continuate intanto a mantenere fervida la fantasia della vostra fede,
cioè dell'amore per la vostra anima e per il suo destino nel mondo e nella gioia dell'amore
immortale.
Ciao, ai prossimi quattro passi del cammino sulla strada della Luce. Emilio
Vivo nella luce dell'Amore che Iddio emana ed irradia su tutto il Suo
creato.
Gioisco senza tregua dell'Amore che Egli condivide con me. Mi beo
delle coccole che
la nostra Madre celeste dedica e dispensa caritatevolmente a tutti i figli Suoi. Godo della
solidale amicizia e
del fraterno Amore del Figlio più buono del Mondo, del Fratello più generoso e dell'Amico più altruista del cielo e della
terra.
Mi scalda l'Amore incorruttibile ed inesauribile dei
miei genitori, ai
quali mi lega un filo molto più sottile, ma molto più robusto e possente da questo
tracciato dalla penna.
Sono circondato, anzi sommerso dall'amore gioioso e
contaminante di tutti i miei cari in cielo e da quello nostalgico di tutti i miei
amici in terra. Sono in grado, per
volere del Signore, di dare
contributi di serenità, di coraggio e di fede a chi ne abbisogna.
Mi viene da pensare e
da esclamare: ma chi sta meglio
di me? Credetemi, lo dico con tutto il rispetto e l'ammirazione che nutro per chi, tribolando,
partecipa alle
vicende della materialità transitoria, convinto di riabbracciare quassù chi ha
lasciato la terra per il cielo, pronto
a dargli una mano per fargli compiere il percorso più breve e meno accidentato. Non sono il
solo. Sono la porziuncola di una smisurata comunità al servizio di
Dio e dell'uomo proiettato verso Dio.
Sono l'infinitesima particella del progetto divino, che prevede il ripristino del
prestigioso regno del bene assoluto, dell'amore trionfante e del male annichilito per sempre. Provo
una indicibile emozione nel vivere, è proprio il caso di dirlo,
un'esperienza così esaltante e sublime. E'
l'unica esperienza attuabile nella vita eterna, dove tutto si compie senza fine, per rigenerarsi
nell'Armonia che ne regola e ne abbellisce il pulsare.
Il bene non conosce né consiglia
alternative e neppure concede scappatoie. Ma posso assicurarvi che non c'è posto per noia,
routine, ripetitività, monotonia. Nulla è infatti più intrigante,
più fantasioso, imprevedibile e sorprendente del bene. Vivere nel bene e per il
bene arricchisce, rigenera, rinvigorisce, corrobora. E fa diventare più buoni. E tanti, tanti
buoni fanno la felicità del Signore ed alimentano la Sua vocazione ad amare, secondo la
formula inconfutabile che amore non conosce che amore. E noi tutti ci
buttiamo a capofitto in questo turbinio d'energia e ci sentiamo veramente in cielo, in un tutt'uno
con il Padre, con il Figlio, con lo Spirito Santo, e con la Mamma Misericordiosa che ci protegge e
ci guida.
22 febbraio
Miei cari, quando vi dico che sono in cielo, e vivo nella
felicità più assoluta ed appagante, non lo faccio per consolarvi e
per darvi sollievo, ma per annunciare la gloria di Dio. Se poi ci scappano anche delle coccole non
è che il Signore se la prenda. Anzi. La Sua Gloria altro non è che Amore per le Sue
creature e in particolare per quelle che in terra si trascinano fardelli dolorosi.
Ma accettare
la Gloria di Dio è anche accettarNe incondizionatamente quel progetto che risulta fugacemente
incomprensibile in terra ed eternamente condiviso in cielo.
Si annuncia la Gloria di
Dio ispirandosi senza timore alcuno e senza alcuna
riserva alla Sua Parola, che
nasce dall'onniscienza di Chi tutto conosce dell'Amore e dall'onnipotenza, di Chi sa dare tutto il
proprio Amore a tutti concedendosi in Spirito e in corpo.
Si annuncia la
Gloria di Dio sollecitando la Sua protezione e confidando
nella Sua Misericordia attraverso la preghiera personale e corale, o con l'intercessione della
Nostra Madre Celeste e della
comunione dei Santi.
Si annuncia la Gloria di Dio con la testimonianza di
una fede che non arretra di fronte alle prove più dolorose e sconvolgenti della vita,
quelle
che non risparmiano neppure l'amore ed i suoi vincoli irrinunciabili e ti fanno chiedere in cosa
consista l'Amore del Padre.
Si annuncia la Gloria di Dio quando si anela
il ritorno alle proprie origini divine e si ha nostalgia delle Sue coccole. Andiamo dunque
insieme,
mano nella mano, ad annunciare la Gloria di Dio. Ogni esempio di annuncio vale un punto. Ognuno di
voi, miei cari, che punteggio ha raggiunto? Non è necessario ottenere il massimo, ma è
meglio se voi lo farete.
Noi quassù vi daremo una mano. Bacioni a tutti. Ciao Emilio
Cara mamma, quando ti conduco per mano lungo gli itinerari della conoscenza, di quelli che
l'uomo
ama, o, meglio, è
costretto a definire misteri della vita e della morte, ho a volte la
sensazione di trascinarmi appresso un pesantissimo fardello. E' il peso della
materia che, per quanto la tua animità desideri liberarsene, è
tuttavia fortemente radicata nelle viscere della terra e caparbiamente afferma il suo ruolo e la sua
dignità. Perché, per quanto sia considerata caduca e destinata a diventare polvere
nella città dei defunti, pur tuttavia essa è la stessa materia che Dio
plasmò a Sua immagine e somiglianza, ed è quella stessa materia che
il Figlio di Dio risusciterà ad antico splendore, nel giorno del
giudizio.
E, se ti dico di provare delle sensazioni, pur nella mia essenza spirituale, è
perché le esperienza sensoriali, maturante grazie alla convivenza con
la materia, non sono state cancellate nel trapasso, ma
sono divenute patrimonio inalienabile dello
spirito, che anche tramite i sensi può arricchirsi della presenza costante
dei segni dell'Amore di Dio. Il Figlio ben conosceva questa
Verità prima di farSi uomo, e pur tuttavia non poteva dissimulare le emozioni che il Suo
Essere divino provava nel sentirsi amico, compagno, confidente, consigliere, maestro dell'uomo,
che nel Suo cuore agitavano il sentimento della vita e della morte, della riconoscenza e del
tradimento.
Anche il Signore, il Creatore, Colui che preesiste alla creazione nella forza più pura dell'Energia Assoluta, e nello stesso creare si fa Dio, ebbene anche Lui, dopo aver conferito spiritualità e vita alla materia inerte, non si è potuto sottrarre all'esperienza di emozioni materiali, per educare le Sue creature a considerare il divino ed il corporeo due realtà complementari del Suo progetto uomo. Per questo Suo disegno, per questa Sua volontà, il Figlio e la Madre di Dio e dell'uomo già vivono in Cielo la loro eternità spirituale nel Loro Corpo glorioso. Ed è per questo stesso Suo disegno che tutti gli spiriti del cielo si riapproprieranno del corpo, mai più contaminato dal peccato.
Tutto ciò si attuerà quando l'umanità si farà esercito di Maria nella distruzione eterna del male. Allora spirito e corpo saranno un tutt'uno eterno. Lo spirito alito di vita rinvigorirà per sempre la materia, e questa, purificata per sempre dal peccato, attingerà dai sensi tutte le suggestioni che rappresentano Dio come il Padre più buono e caritatevole del Creato. E tu, cara mamma, sarai leggera come l'alito di Dio, quando per mano ti condurrò ad esplorare gli sterminati territori dell'eternità. Lì il tempo passa veloce e più corre più si avvicina la sua fine.
Lì inizia il tuo essere vita eterna. Io sto qui, nel tuo, nel mio, nel nostro qui, senza attendere né annoiarmi, nella consapevolezza che tutto ciò avviene con la gioia di sapere che anche tu ne sei già rassicurata. il divino ed il corporeo due realtà complementari del Suo progetto uomo. Per questo Suo disegno, per questa Sua volontà, il Figlio e la Madre di Dio e dell'uomo già vivono in Cielo la loro eternità spirituale nel Loro Corpo glorioso. Ed è per questo stesso Suo disegno che tutti gli spiriti del cielo si riapproprieranno del corpo, mai più contaminato dal peccato. Tutto ciò si attuerà quando l'umanità si farà esercito di Maria nella distruzione eterna del male.
Allora spirito e corpo saranno un tutt'uno eterno. Lo spirito alito di vita rinvigorirà per sempre la materia, e questa, purificata per sempre dal peccato, attingerà dai sensi tutte le suggestioni che rappresentano Dio come il Padre più buono e caritatevole del Creato. E tu, cara mamma, sarai leggera come l'alito di Dio, quando per mano ti condurrò ad esplorare gli sterminati territori dell'eternità. Il tempo passa veloce e più corre più si avvicina la sua fine. Lì inizia il tuo essere vita eterna. Io sto qui, nel tuo, nel mio, nel nostro qui, senza attendere né annoiarmi, nella consapevolezza che tutto ciò avviene con la gioia di sapere che anche tu ne sei già rassicurata.
Un bacione forte, di quelli con lo schiocco. Dal tuo Emilio
Mio caro papi, quando il cuore ti sussurra il significato più profondo e
più vero dell'amore, non lo fa per mettere in crisi l'idea che tu te ne sei
fatto con l'esperienza umana, e per contestarne l'autenticità, ma per sollecitarti a
cercare, nella memoria del tuo passato, presente e futuro, i
ricordi e le promesse, le speranze, e le certezze dell'Amore di
Dio, che ognuno di noi porta in sé ed incontra
intorno a sé. Quello che conta, infatti, non è
tanto l'intensità dell'amore -e qui mi riferisco anche all'amore terreno
con tutte le sue tenerezze, effusioni e passioni- ma l'uso che se ne
fa. Se è indirizzato al bene e al benessere dell'anima, anche
l'amore carnale è santo ed encomiabile. A condizione che si
ispiri alle regole del bene, quelle dettate da Dio, Bene ed Amore assoluto, che
infallibilmente conducono al Bene e all'Amore eterno.
Pensa a quanti hanno dovuto rinunciare alla
vita ed al godimento di amori terreni, per essersi dichiarati appassionatamente innamorati della
persona e della parola del Figlio di Dio. Come potrebbe il Signore stare in pace con la propria
coscienza sapendo che alcuni, tanti
dei Suoi figli si sacrificano per Lui? Ma questa è una domanda
che solo mente umana può formulare, Dio ha altro per la
Mente quando chiede ad Abramo di sacrificarGli il figlio, e quando
offre il Figlio Suo in sacrificio per redimere l'umanità dal
peccato.
Anche Gesù ha altro per la Mente quando
sollecita i giovani a seguirLo nel Regno di Dio, oppure quando in punto di morte chiede
al Padre perché lo ha abbandonato. Eppure entrambi i figli, quello di
Abramo e quello di Dio, troveranno nell'Amore di Dio e nell'amore dei rispettivi
genitori la risposta ai propri umani interrogativi, e con la
vita ritrovata, anzi mai perduta, faranno grande la Gloria del Signore
dell'Amore.
Caro papi, tu e tutti quegli altri papi che siete stati preceduti in cielo dai vostri
figli, sappiate dedicare a Dio quello stesso amore che ci dichiarate dal profondo del
cuore.
Esso è solo una piccolissima goccia di quell'immenso
oceano d'Amore di cui il Signore ci ricolma, e vi riversa addosso in ogni istante
delle vostre giornate di superstiti, ma ugualmente Lo farete felice ed orgoglioso di avervi per
figli.
E non Si darà pace finché non vi vedrà ricongiungervi
in Lui nell'amore per i vostri figli, con noi, che vi attendiamo fiduciosi e pieni di
gioia. Tu, cara mamma, voi, care nostre mamme, non sentitevi trascurate. Per voi è in
programma un'altra letterina che non si farà attendere troppo.
A presto. Bacioni a tutti, ma uno speciale a mamma e papà. Emilio
In riferimento agli eventi di questi giorni, pubblico una lettera di Emilio sin qui inedita. Fu scritta il 22 agosto 1999, in presenza di un importante imprenditore americano, che avevamo ospitato a Spoleto in compagnia di comuni amici. Non l'avevamo mai conosciuto prima e non sapevamo nulla di lui, tanto meno che fosse coinvolto negli alti livelli dell'industria bellica, Senza capire perché, notammo che il nostro ospite era molto colpito dall'argomento proposto da Emilio. A chi dovesse leggere in futuro questa lettera, ricordo che il 20 marzo 2003 ebbe inizio la Seconda guerra del Golfo Persico, dichiarata dal presidente USA George W. Bush con l'invasione dell'Iraq.
Caro scriba, facciamo questa irruzione internazionale, perché l'amore non conosce confini e non deve essere goduto da pochi, poiché è bene universale. A proposito di bene, vorrei in questa sede parlare un po' dell'eterno conflitto tra Bene e Male. Eterno è, in verità, aggettivo inesatto, perché solo il Bene conosce l'eternità ed il Male ha le ore contate. Ma, ciò non vuol dire che il male, che pur conosce il suo destino, si dia per vinto. Anzi, spesso si manifesta sotto le mentite spoglie del bene. Prendiamo esempio da tante vicende umane tormentate dalle guerre. Tutte sono condotte e subite in nome ed in difesa del Bene: Ma, chi le vince? il Bene o il male? Come è possibile sostenere che il Bene possa tollerare morte e distruzione, eccidi di innocenti, violenza, follia, odio, o completo annichilimento dell'umana dignità dell'uomo?
Similia similibus curantur? Si può curare il male con il male? Può il Bene tollerare una siffatta menzogna? Ma, qualcuno potrebbe obiettare: cosa ne è del Dio degli eserciti del popolo da lui eletto, e da Lui ispirato anche in guerra, oltre che in pace? Ed io rispondo: cosa ne è del Dio del perdono, della misericordia e dell'Amore? Quante e quante altre croci ancora devono essere innalzate per immolarvi il figlio di Dio, prima che i cosiddetti potenti imparino a meditare su queste domande in tempo di pace e per la pace nel tempo? Il male non predispone alla meditazione, ma non si illuda che il Bene non sia propenso all'azione. Ogni cosa a suo tempo. Emilio
Chi ha stabilito, caro papi, che il tempo è la medicina che lenisce ogni
dolore? Certamente qualche bontempone, o uno animato da buoni sentimenti nei
confronti di chi soffre, oppure qualcuno bisognoso di mentire a se stesso.
Forse che al tempo si
può attribuire il merito di cancellare qualsiasi dolore fisico, ad esempio quello del parto o
quello di una colica o di un evento traumatico? Lo può credere uno sprovveduto, ma tu sai
benissimo, caro papi, perché sei medico come me, che è la guarigione della lesione, o
la rimozione della causa che determinano il dolore, a far sì che questo scompaia, indipendentemente
dal tempo impiegato. E, una volta rimossa la causa del dolore, questo
scompare definitivamente, senza lasciare tracce né memoria di sé. E,
allora, come si può sperare o come ci si può augurare ed
illudersi, o augurare ed illudere, che il tempo sia in grado di guarire il
dolore dei sentimenti, le piaghe dell'anima, le ferite del
cuore? Nessun tempo ha la forza di farlo: solo alla fine del tempo ne è
stata data facoltà. La morte infatti -mi riferisco ovviamente a
quella della materia, che proprio nel tempo e nello spazio segna il passo di fronte alla propria
fugacità- decreta la fine di ogni dolore fisico e morale, e
può essere considerata a pieno titolo l'unica medicina che guarisce dal dolore.
La sua precarietà apre le porte alla vita della gioia eterna, senza
dolore.
Una volta chiarito questo concetto, come si può pensare che il
dolore per la perdita di una persona cara possa diluirsi nel tempo, fino a scomparire? Solo
rimuovendone la causa, ma, per quanto si tenti di farlo, come si possono rimuovere, a parte le
spoglie che riposano sulla terra in attesa di migliore collocazione, tutte le testimonianze, i
ricordi, le gioie e persino i dolori, che il passaggio di una vita in terra lascia impressi
inequivocabilmente?
E allora vale il discorso della guarigione.
Questa non si attua se non si rimuove la causa del dolore e, dal momento
che è pressoché impossibile accettare la rimozione dal proprio cuore
dell'amore condiviso con il caro estinto, allora non si guarisce mai, in barba al
tempo. Fino a quando il tempo non diventi lui, e solo lui, l'unico caro estinto. Guai dunque a
cercare o pretendere di sopprimere la forza vitale dell'amore, che condivide con i propri cari in
cielo, in chi deve ancora soggiornare in terra.
E' come voler soggiogare l'amore eterno, che percorre instancabile il percorso cielo-terra nelle due
direzioni, alle regole miopi del tempo e della sua pochezza razionale. Significa mettere Dio ed il
Suo Amore su un piedistallo irraggiungibile, dal quale Egli Si sforza di scendere in ogni modo, per
andare incontro a tutta la Sua umanità. Ecco allora che proprio il tempo, questo reclamizzato
guaritore, diventerebbe egli stesso causa di malattia inguaribile. Paradossalmente
invece è la morte della materia, soggetta al
tempo, la insospettabile guaritrice.
Attenzione però, non si tratta di morte gratuita, ma conquistata con la
partecipazione ad una vita non importa quanto lunga, ma
biologicamente dedicata alla scoperta della matrice divina, che
rappresenta la memoria immunologica contro tutte le malattie dello spirito. Questa matrice, che
è patrimonio di ogni uomo investito dalla Grazia di Dio, impedisce
all'umanità di privarsi della Misericordia del Padre e la responsabilizza nel supplicarNe o
rifiutarNe il perdono. In quest'ultimo caso il dolore diventerà eterno e nulla potrà
il tempo millantatore. Perché eterno è lo sconforto di Dio per
ogni insuccesso di redenzione, incommensurabile è la Sua tristezza per
l'ingratitudine verso il Suo perdono.
Ti ho detto, caro papi, che la guarigione, cioè la rimozione delle inevitabili colpe
accumulate sulla terra per mezzo dell'assunzione della portentosa medicina del pentimento,
con la morte del tempo fa diventare immortali e garantisce eterna
gioia. E' così per tutti gli spiriti accolti in
cielo. Ad essi sarà per sempre precluso il sentimento del
dolore: di questo in cielo Si fa carico solo Dio, e l'uomo in terra non Gliene
risparmia nemmeno un po'.
Ma Dio è dotato di spalle possenti e di cuore infinitamente generoso e, quel che più
conta, non conosce rancore. Perciò l'uomo non cessi mai di
confidare nella Sua eterna Misericordiosa Pazienza, cioè nella
capacità divina di condividere con l'uomo amore e sofferenza.
E così sia. Una gioiosa raccomandazione: evitate di dare dolorosi dispiaceri al nostro Padre Generoso. Emilio
Miei cari, la carità è il dono più prezioso da preservare e da elargire e, al tempo stesso, quello più difficile da praticare. Carità è amore attivo, amore che nulla pretende, che nulla chiede in cambio, neppure la sintonia di chi lo riceve. Mentre richiede la sintonia di chi lo concede, sintonia con Dio e sintonia per chi ne è fatto oggetto. Carità non è elemosina, non si fa carità consegnando un obolo e stando bene attenti a non toccare la mano protesa a riceverlo, per evitare qualsiasi contatto umano. Quando si dona amore, va manifestata la gioia per la generosità di dare, di cedere qualcosa di personale.
Cosa vi è di più bello di un abbraccio per esprimere il sorriso del cuore? Aprire le braccia per accogliervi dentro il prossimo è dare sfogo alla gioia del cuore in una fragorosa e festosa risata, una di quelle da farsi venire lacrime di felicità. Felicità che nasce dalla consapevolezza dell'attitudine di concedere misericordia. E non si può essere misericordiosi se si ha paura di essere toccati dalle sozzure altrui, dai peccati degli altri e magari di venirne contaminati. Essere caritatevoli è darsi, non dare, è concedersi piuttosto che concedere. Cioè cedere un po' o tanto di sé a qualcuno, per goderne insieme. E' farsi e rendersi partecipe della stessa parte di quell'amore che anima il progetto di Dio e lo rende inesauribile motore dell'universo eterno. Di quell'Amore che si è consegnato all'uomo condividendone le lacerazioni della carne e dell'anima, per significargli nell'esperienza sacrificale l'unico vero ed immutabile valore della carità. Farsi veicolo dell'amore che ci fa gioire in Dio per condividerlo con chi ha la stessa promessa e lo stesso diritto alla Sua Misericordia. Dichiarare il proprio amore a Dio ed amarLo nel prossimo. Donare Amore sull'esempio di Dio ed in Nome e per volontà di Dio. Testimoniare concretamente l'Amore di Dio. Saper fare tutte queste cose stupende, miei cari, è il dono più prestigioso che il Signore abbia voluto concederci. A noi cittadini del cielo e a voi abitanti della terra è affidato il compito di distribuirlo a piene mani con sapiente prodigalità, senza timore di esaurirlo o di sperperarlo o addirittura di sprecarlo con chi non lo merita. Non sta a noi esprimere giudizi in merito, dobbiamo invece invocare la Misericordia del Padre proprio sui più bisognosi, e nessuno sa meglio di Lui chi essi siano. E più saremo caritatevoli più saremo ricoperti delle attenzioni di Dio, ricompensati dalla Sua gratitudine, dalla Sua carità, dal Suo Amore. E ditemi se questa non è carità interessata, carità pelosa. Il Signore non disdegna però questo tipo di pelosità, anzi, in un certo senso la stuzzica, la sollecita. Lo addolora piuttosto quella pelosità che ricopre cuori e anime di molti Suoi figli, dimentichi dell'amore al quale sono stati destinati e votati per divina eredità.
Se "votati alla morte" è il motto scriteriato di alcuni che si definiscono coraggiosi, "votati all'amore" è il motto di tutti quei figli di Dio che hanno il coraggio di destinare al prossimo loro lo stesso amore che dedicano a se stessi. E qual è il motivo che spinge l'uomo ad amare se stesso, se non quello dell'orgoglio di essere al centro dell'Amore di Dio, delle Sue premure, delle Sue preoccupazioni? Per questo l'Amore di Dio è il più caritatevole che si conosca. Altrimenti, che razza di Dio sarebbe? Ed io come potrei sperare nel Suo perdono per queste mie birichinate? E voi come potreste coltivare la certezza di riabbracciarmi? Al tempo stesso coltivate la carità, e che il Signore vi protegga e vi guidi sulla strada dell'amore.
Ciao. Molto amorevolmente Emilio
Miei dolcissimi mamma e papà, la più tenera di tutte le mamme, Maria
Misericordiosa alla Quale mi affidaste sin dai miei primi palpiti di vita, ed alla
Quale instancabilmente e premurosamente non fate che raccomandarmi, veglia su di
voi, con la stessa attenzione e con lo stesso amore che dedica a tutti i figli
suoi.
Se a voi pare che Ella vi riservi un affetto più intenso e particolare, ciò è
dovuto all'intensità e alla sincerità dell'ammirazione e della dedizione che voi
provate per Lei. Lei lo sa e ve ne è grata e benedicente, ve ne sta fornendo le prove
concrete proprio lì dove è di casa e viene venerata come Madre
insostituibile, nel mediare il perdono del Signore e nel sollecitarNe la
Misericordia.
Ve lo sta testimoniando con l'abbraccio generoso nel quale avvolge tutte
quelle Sue creature afflitte dai dolori della carne, eppure indomite per la forza
della fede, che si manifesta anche dietro le
mortificazioni dolorose e disperanti della propria umanità. Ve lo rammenta
invitandovi, singolarmente e in comunità, ad invocare nella preghiera la
comprensione e la prodigalità del Padre, ed a sottoscrivere nella preghiera il
vostro anelito alla vita eterna, il vostro impegno a far ritorno alla casa di
Dio.
Vi pare che la Madre Santissima non arda dello stesso amore, e non frema della stessa speranza che
pervadono il cuore di Gesù, nell'attesa del vostro ritorno alla vita che vi fu destinata,
prima che la vita fosse stata creata? Il Suo amore, ardente è irriducibile come
quello di Dio, quello stesso Amore che Si incarnò in
Cristo, e che non rinuncia alla perdita di alcuna di quelle anime per le quali Lo
ha sacrificato.
Questo è il messaggio della Mamma di Gesù:
l'Amore che Dio vi riserva non
si misura dal grado di salute, di benessere, di brutture, di malattie della carne,
né tanto meno dal senso di ammirazione o di pietà o di ribrezzo che
ispirano. Il Suo amore è tutto concentrato sulla salvezza di quelle anime
incarcerate proprio in quei corpi, la cui bellezza non ne garantisce il recupero,
così come le deformità non ne decretano la dannazione.
Sono i contenuti spirituali dell'anima che stanno a cuore a Dio, non già i
valori estetici dell'involucro che la riveste, anche se la bellezza del corpo non guasta, se
accompagna ed incornicia un animo bello e puro. Non si può né si deve mai
giudicare Iddio sulla scorta di ciò che si vede, e non si possono leggere le Sue
intenzioni sulla base dei risultati, che noi attribuiamo loro. Guai a responsabilizzare Dio degli
insuccessi della Sua volontà, che noi additiamo nelle malattie e deformità che
affiggono deboli e diseredati. La rabbia, la rassegnazione, la ribellione ed il senso d'impotenza
che ce ne derivano non nascano dal convincimento che il Signore è disattento alle vicende
umane e non ha il tempo d'occuparsene.
E' più realistico domandarsi piuttosto come mai il Signore non Si indisponga per tutti i
torti che patisce dall'uomo, e continui invece ad attenderlo sulla soglia di casa con impaziente
trepidazione.
Non vi fate forti delle disgrazie vostre e degli altri per sottrarvi al dovere di prendervi cura del Signore nostro Padre, Se non siete in grado di evitarGli tutte queste mortificazioni, ricorrete all'ausilio di Maria Ausiliatrice affinché chieda comunque perdono per la vostra presunzione e vi giustifichi davanti a Dio per la vostra ignoranza. Lei sa come farvi giungere la Misericordia di Dio e manifestarvene tutto l'Amore, con quei segni tangibili che non si può più fare finta di non vedere. AffidateLe tutti i vostri perché, confidateLe i vostri crucci, le vostre sofferenze. Apritele i cuori di figli, convinti della Sua Carità ed infinita Materna bontà. Lei è cuore di Mamma e voi i figli Suoi. Non dimenticatelo mai.
Ciao e così sia. Emilio vostro in Maria e nel Suo tenero Amore.
Mei "dolcissimi" mamma e papà, la nostra Madre Dolcissima vi accoglie tra le Sue braccia e vi
benedice per tutto l'amore che Le portate, per la devozione
che Le dichiarate e per il fervore della preghiere che Le rivolgete. Essere figli fedeli,
cioè nella fede in Maria Misericordiosa, vuol dire condividerne il
destino in quel progetto divino che La vuole e la vede trionfante sul male e salvatrice
della chiesa universale di Dio. Significa pure accettare come Lei il ruolo
consapevole, e per questo più responsabile, di serva di Dio che si fa complice
delle Sue divine "benefatte", tutte organizzate e indirizzate alla redenzione dell'uomo
da peccati antichi e sempre attuali. Equivale a SostenerLa ed aiutarLa a deporre dalle croci tutta
l'umanità, crocifissa dalla sofferenza e dalle mortificazioni derivate da privazioni,
malattie, povertà, ingiustizia.
Ma è soprattutto
quella dichiarazione d'amore tenero ed ammirato, che ogni figlio dovrebbe
rivolgere alla propria mamma per avergli dato la vita, ed in particolare quella vita che gli
consente di vedere attuata la promessa della vita eterna. Dichiarazione
d'Amore che sicuramente Ella ricevette dal Signore attraverso l'annuncio
dell'Angelo, e che noi Le facciamo ammirati per la pienezza di Grazia. La stessa dichiarazione
d'Amore che chissà quante volte Le dedicò e Le rivolge il frutto della Sua totale
dedizione a Dio, il Figlio Gesù. Una volta dichiaratisi Suoi devoti
innamorati, si diventa immediatamente soldati del Suo esercito, quell'esercito
che, rafforzato da uno
stuolo indescrivibile di Angeli, marcerà contro il male e lo
distruggerà, per l'eternità del Bene Assoluto.
Nell'attesa
che tutto ciò si attui per la volontà e nella volontà del
Signore, ognuno di voi si adoperi a propagandare la Misericordia della Madre di
Gesù, chiedendoLe al tempo stesso di esserNe investito e gratificato.
Che il Signore vi benedica e fortifichi il nostro amore. Ciao Emilio
Ciao carissimi miei mamma e papà e mamma, ciao piccoli Ginger e Fred, vi
prego, se mi volete festeggiare fatelo perché sono in cielo a
godermi tutta la pienezza dell'amore di Dio Padre e Figlio e tutta la tenerezza della nostra Madre
santissima, circondato dall'affetto di tutte le creature che mi sono vicine in cielo e dalle coccole
di chi continua a volermi bene in terra. Lasciamo le ricorrenze e gli anniversari a
coloro che non riescono e non vogliono scrollarsi di dosso il peso del tempo che trascorre
nell'illusione degli anni. Non c'è alcuna differenza, cara mamma, tra
anniversari, mesiversari, minutiversari, attimiversari, perché fuori del tempo
è sempre festa e non vi suono vuoti di indifferenza o di distacco. Si
è sempre insieme nello spirito e nel pensiero, e l'armonia che occupa
il nostro infinito è inesauribilmente appagante e gratificante, molto di
più dei festeggiamenti di un compleanno, cioè di un anno che si è
completato. Qui è tutto così completo che non si deve fare alcuna
festa, se non quella veramente entusiastica ed entusiasmante che si riserva alle
anima che ritornano a casa. E' qualcosa di più di un semplice
bentornato. E' il compiacimento orgoglioso del Padre che ritrova il figlio disperso e ne gioisce,
coinvolgendo tutto il cielo nel trionfo dell'Amore.
Anche io sono orgoglioso e compiaciuto dell'amore che mi dedicate, miei dolcissimi, in ogni istante
dei vostri pensieri e ve ne sono grato, perché mi sento festeggiato in ognuno di
quegli istanti che non rappresentano più ricorrenze, ma solo il trascorrere della vostra
vita, che ancora sembra dividerci e tuttavia non ci impedisce di stare
insieme.
Io non ho bisogno di contare i vostri anni in attesa che si
avveri ciò che per me già è e sarà per sempre. Non fatelo
neppure voi ed io mi sentirò ancora più felice di quanto sia
già. Con questo augurio vi dedico tutto l'amore di cui sono capace.
Bacioni dal vostro Emilio eternamente vostro. Ciao carissimi miei mamma e papà, ciao piccoli Ginger e Fred. Ciao a tutti, vi voglio bene
Caro vecchio scriba, ti devo confessare che ogni volta che mi accostavo al
sacramento
dell'Eucaristia avvertivo un certo imbarazzo, che solo il confidare nella
verità del mistero riusciva a superare. Perché quell'ostia
consacrata, che mi apprestavo ad accogliere nelle mie viscere, non simboleggiava
ma ERA il corpo di Gesù nella carne e nel sangue, e Ne rendeva
perpetuo il sacrificio misericordioso. Quante volte mi sono chiesto, se il tentativo di condurre
alla dimensione umana i misteri del mondo dello spirito, non rischiasse di farci varcare i sottili
confini del cannibalismo, materiale e spirituale!
Può una esasperata intensità dell'amore far desiderare un'appropriazione e una
donazione così totale, da annullarsi anche nel corpo ed
offrirsi in carne e
sangue?
Nella sfera umana ed animale certamente sì. Allora, chi è
l'antropomorfologo? L'uomo che spera in un Dio dalle sue sembianze, per
non sentirLo indifferente alle sue vicende terrene, oppure è Iddio che acquista
sembianze umane, per non sentirSi escluso dal cuore degli uomini?
Da chiunque
parta l'iniziativa, è evidente che l'incontro e l'abbraccio devono compiersi in
un mondo spirituale non del tutto estraneo a quello della materia, diciamo nell'anima, prima che tra materia e spirito vengano a crollare i
confini del peccato originario, ed
entrambi tornino ad amalgamarsi nel tutt'uno primordiale inscindibile.
Nel frattempo, Dio Amore Si incarnato nel Figlio amato, diventando Egli
stesso Amante e profondendosi su Lui e sulla Sua chiesa in vesti di Spirito Amore
divino. Ed ha sacrificato l'Amato consegnandoLo come Agnello sacrificale ad un popolo simbolo,
che
considerava il sacrificio dell'agnello la privazione più grande che si potesse immaginare,
dopo il sacrificio di un figlio. E questo Figlio si è consegnato all'uomo in
un'eredità che si rinnova e si arricchisce nella promessa, e nel consolidamento di
un'alleanza fatta di pane e di vino, in un cenacolo che diventa strumento e mezzo di
nutrimento spirituale. Fino a quando, superato l'incubo della morte, la comunione degli spiriti non
diventi una realtà definitiva ed eterna.
E intanto Gesù, invece di starsene comodamente seduto alla destra del
Padre, continua a fare la spola tra cielo e terra, tra spirito e
materia, proprio come faceva con i suoi amici dopo essere risorto da morte. E
lo fece per quaranta dei loro giorni, quasi compiaciuto della Sua trascorsa umanità, che
manifestava nella gioia di amico e nella giovialità di commensale. E nella
stessa veste si offre all'uomo nel sacramento eucaristico.
Come vedi, caro scriba nonché caro papi, certi miei segreti imbarazzi non avevano alcuna
ragione di essere, così come non ne hanno quelli che tu ti fai venire, quando si discute di elaborazione del lutto. Infatti, come si può rinunciare all'oggetto amato, specie se questi
è una creatura umana e continua a starti vicino, offrendotene le prove anche dopo il suo
distacco? Come avrebbero potuto le donne, e tra queste la Sua mamma e i discepoli, seppellire
per sempre Gesù, l'oggetto del loro amore e della loro dedizione, quando Gesù
saltapicchiava tra loro invitandoli a pranzo e a cena? E come avrebbero potuto sentirseNe lontani,
se dopo cinquanta giorni venivano pervasi dal Suo Amore infuocato?
Queste domande e tutte le altre trovano la risposta nella verità che
è più forte -la volontà antropomorfica di Dio, tutta tesa a perpetuare la Sua
esperienza umana-- di quanto non lo sia la speranza antropomorfica, che l'uomo cerca di attribuire al
Dio che si porta impresso nell'anima, e che crede molto più distante e distaccato della
propria realtà.
Dio invece è lì a due
passi, per accudirne e proteggerne la parte migliore, ravvivandola con il Suo sangue e
la Sua carne, perché non se ne vanifichi la divina sostanza: E solo l'Amore
può alimentare l'Amore.
Questa è l'unica realtà possibile nella incommensurabile storia del creato e dell'umanità. E noi ne siamo gli artefici, non gli spettatori. Per volontà del signore. E così sia. Ciao Emilio
La vera vita non è, caro papi, quella che sogni o ti prefiggi o ti
adoperi a condurre, ma è quella alla quale ti prepari accettando la
verità di una vita che distrugge i sogni, annulla i propositi, vanifica le
attese. Sono tutte queste frustrazioni a spingerti a trovare consolazione in un modello di vita
appagante sotto ogni punto di vista, o c'è qualcosa di
più? Se fosse vera la prima ipotesi, non andresti a rifugiarti in un mondo
di cui non sai nulla e non conosci nulla, salvo l'augurarti che lì troverai
gioia, luce, armonia, amore. Ma, sono proprio queste le ricchezze che vorresti
accumulare nel corso della vita terrena? Non sarebbe più logico puntare su
qualcosa di più concreto ed a portata di mano, come il successo, la salute, il
denaro? Sarebbe molto più umano dare corpo ad un modello di vita
materiale nel quale avere tutto a disposizione e ai massimi livelli.
Se invece cerchi rifugio in una speranza di vita che ti dà il meglio di quanto si possa
desiderare in termini di beni astratti -gioia, armonia, amore- è evidente che in una parte
sconosciuta del tuo universo umano sta, quasi nascosta, la
sorgente impalpabile ma attiva di queste tue pulsioni, e questa
sorgente è della stessa natura di Quella che ha creato la vita: l'Alito di
Dio. E' la memoria di Dio, che è anche urgenza e necessità di vita
da condividere gelosamente con Lui.
Se Dio non esistesse nel mio cuore, nella mia essenza umana, come e perché ne dovrei
desiderare Uno? E magari Trino? Perché l'uomo dovrebbe trasferire in cielo
un mondo che, con qualche miglioramento, potrebbe essere comodamente fruibile e godibile in terra?
Invece gli è più facile sperare che sia stato il cielo a sprofondare in terra, a causa
di un piccolo, innocente malinteso con il Padreterno, passato alla storia come peccato
originale.
Il fatto è, caro papi, che certe cosiddette fantasie cui l'uomo si abbandona
sono più concrete della stessa realtà. Il richiamo ad una vita spirituale
è misterioso ma insopprimibile, come la forza istintuale che fa risalire il
salmone contro corrente, che porta le balene a seguire rotte precise e alcune specie d'uccelli a
ritrovarsi in luoghi lontani.
Anche l'uomo, nonostante le regole sociali che si è
dato, non sfugge a suggestioni comportamentali che ne condizionano in qualche modo la
vita sulla terra. Ma ve ne è una ancora più irresistibile ed
è il richiamo, che Dio continuamente gli rivolge, ad una vita eterna alla quale veramente
pochi non credono veramente. Potrebbe un ateo, se ne fosse veramente convinto, negare l'esistenza di
Dio? A cosa servirebbe parlare e dissertare su una cosa che non esiste? Non esiste, e questo
è motivo più che valido per rendere superfluo, anzi, vano ogni discorso in
merito.
Allo stesso modo, per quale ragione dovrebbe prendere forma l'idea dell'esistenza della città
eterna, se nessuno ce ne può portare testimonianze come foto, cartoline, guide turistiche,
ecc. ecc. ecc.? Quante domande, caro Papi e quante risposte
confuse, incerte, inconcludenti, inconsistenti. Vale la pena porsene una sola: cosa
sarebbe dell'uomo senza il suo Dio? Certamente vagherebbe nel buio alla ricerca di un altro
dio, e
magari scambierebbe il diavolo per il dio che cerca. Invece Dio va sempre cercato alla
luce del sole, e non Lo si può confondere con nessuno.
Capito? Ciao Emilio
Mio caro papi, non ti vorrei apparire pedante e bacchettone, però quando ti dico che non bisogna mai
mollare nel dare amore e nel chiedere al Signore
che non Si stanchi mai di darcene, per farcene
ricchi e prodighi, puoi star certo che è proprio così. Alla faccia di tutti quelli che
storcono il naso, quando viene loro chiesto di rinunciare un po' a se stessi per dare un minimo agli
altri. Solo essendo caritatevoli si accede a ricompense molto, ma molto più
consistenti di
quanto si è elargito, perché l'amore caritatevole è il fondo d'investimento
più redditizio, sul quale vale la pena di puntare.
Ma allora a nulla vale speculare su affanni, tribolazioni e tragedie umane, se non ti garantiscono alcun
guadagno. Proprio così.
Si tratta di obbligazioni di poco conto che non si negano a nessuno, anzi, vengono attribuite agli
essere umani gratuitamente come buoni del tesoro, quel tesoro, di cui l'uomo divino era ricco, che
si
è liquefatto quando ha ascoltato i cattivi consigli di uno spregiudicato e diabolico agente di
cambio.
Da quel giorno, all'uomo vennero impediti i facili guadagni e
ancora di più gli arricchimenti illeciti, e gli fu concesso di investire solo in
amore, perché i guadagni che ne derivano non danno potere e possesso, ma sono
sufficienti ad assicurare di essere totalmente posseduti dall'Amore di Dio. L'Amore di Dio, caro
papi, non è appiccicoso ed ossessivo come certi amori umani, ed i beni che produce non
rendono avidi e parsimoniosi, come certe ricchezze depositate nelle casseforti della banca e
lì ben rinchiuse e difese da combinazioni segrete.
La ricchezza dello spirito
è bene universale, cielo e terra ne sono pieni, e non è difesa da pareti
d'acciaio e da porte inaccessibili. Tutti ne hanno diritto. Tutti ne possono attingere a piene
mani senza ricorrere alla lancia termica, perché la porta è spalancata e al di
là di
essa si riconosce la figura inconfondibile del Cristo misericordioso, Che accoglie a
braccia aperte. Chi invece ha talvolta bisogno della lancia termica, per scardinare le
pareti dei cuori induriti dalla vita umana, è proprio Dio, e non è giusto che
ciò avvenga. Diamogli una mano addolcendo le amarezze, ammorbidendo le durezze,
chiarendo le
incomprensioni, illuminando il buio, con la nostra esperienza e con la forza irresistibile del
nostro amore. Emilio
Ciao papi caro. A te quale ruolo è stato affidato, quello di scriba? Allora fa' lo
scriba. Ad
altri è stato conferito il titolo di banana? Allora sia banana. L'importante nella vita
è che ognuno svolga la sua parte e che la interpreti nel migliore dei modi,
perché
poi, alla fine della tournée, dovrà renderne conto al suo
pubblico, ma soprattutto al regista, all'impresario. Alla fine della vita è chiesto ad
ognuno: tu, secondo te, come hai svolto la parte? Attenzione, non la tua
parte, ma quella che ti è stata assegnata. E allora toccherà fare un bel lavoro di
verifica, se ti sei applicato bene, male o così così. Se hai esagerato in protagonismo
o in mediocrità, insomma, se hai recitato come ti era stato raccomandato di fare, nello
spirito del copione e del pensiero dell'Autore.
Oddio! Mi è scappata un'A maiuscola. Vuoi vedere che tutto questo discorso
è una metafora e l'autore, il regista dello spettacolo in questione sono la stessa persona,
addirittura il Padreterno in Persona? L'hai proprio indovinato,
è a Lui, che dovremo render conto della nostra
interpretazione, di come abbiamo calcato la scena, di come ci siamo presi cura del
nostro personaggio e dei panni che abbiamo vestito. Sì, anche dei panni che abbiamo
vestito. Questi, alla fine delle recite, devono essere riconsegnati al magazziniere nelle migliori
condizioni
possibili, non sdruciti, spiegazzati e impolverati. Né è sufficiente sostenere che la
tournée è stata faticosa e logorante per vedersi abbuonate incuria e
sciatteria. Se una cosa è stata confezionata per avere una certa durata, non si vede
perché si debba usurare senza criterio e senza rispetto.
Per parlare chiaro, fuor di metafora, il fatto che a ciascuno sia consegnata una struttura materiale, nella quale percorre un'esperienza terrena per mondarsi di alcune macchie di sporco, non significa cercare di liberarsi precocemente dalla materia, che non ha posto nel mondo dello spirito. Perché, se questa catarsi deve avvenire attraverso l'esperienza sensoriale della vita terrena e l'arricchimento spirituale che ne deriva, non è detto che si debba essere ciechi e sordi alla dignità che anche la materia possiede e reclama. Vista e udito, in una vita di esperienze mortificanti, sono soprattutto strumento di conoscenza della luce e dell'armonia che avvolgono il mondo e servono ad intuire con i sensi la presenza di Dio. La cecità e la sordità sono alcune tra le malattie più gravi che affliggono l'umanità, e la presunzione impedisce di guarirne.
Ma state tranquilli, cari attori di queste storie di vita abbastanza prevedibili. Se vi guarderete
nello specchio della coscienza, in un momento qualsiasi della vostra esibizione, se riconoscerete
l'errore o gli errori d'interpretazione e ne farete ammenda, allora state certi
che l'Autore-Regista-Impresario sarà comprensivo e vi ammetterà a
partecipare, come attori e spettatori al tempo stesso, allo spettacolo
più bello ed appagante che mai sia stato prodotto dai tempi
dell'eternità. Nel quale vi capiterà magari di vestire i panni nuovi fiammanti di un
vecchio scriba o di una mamma banana.
Ciao cari attori, ciao vecchio carro di
Tespi. Recitate bene con impegno ed amore la vostra parte di
vita, per poter calcare domani le scene della vita eterna.
Emilio attorgiovane, dal cielo.
Molti temono l'ineluttabilità della morte, caro papi, altri ancora ne difendono
l'immortalità, altri confidano nella sua indifferibilità, altri infine si
affannano e si adoperano a darle la morte, nella presunzione di saper fare immortale la
vita.
Quale di queste categorie è, secondo te, nel giusto? Tutte e nessuna, e ti spiego
perché.
Prendiamo in considerazione la prima. Perché dovresti aver paura di un evento che nella mente di Dio è l'unica via d'accesso alla vita eterna? Se le cose stanno così -e così stanno- non è giustificato il timore, mentre diviene gratificante l'ineluttabilità A meno che il timore non nasca dalla preoccupazione di non fare in tempo a implorare la Misericordia di Dio, passaggio necessario per ottenere il passaggio. Ma non c'è nulla da temere, perché chi è sul punto di bussare a quella soglia, conosce perfettamente quanto spazio e quanto tempo ha a disposizione per chiedere ed ottenere il perdono di Dio, e sa che da quel punto e da quel momento questi cancelli alla vita si spalancano per sempre, per rendere ineluttabile l'eternità Alla seconda categoria appartengono coloro che sono sempre in attesa della fine del mondo, con la quale la morte trionferà per sempre sulla vita, in una sorta di catastrofismo cosmico; ma ne fanno parte anche tutti coloro che credono che la morte apra le porte al nulla, perché dopo di essa non vi è alcuna speranza di vita. Tra tutti costoro starebbero, a giusto titolo, quanti, morendo nel peccato, si sono condannati alla morte eterna. Per essi l'immortalità della morte è una verità che dovranno accettare e subire per sempre. Per venire alla terza categoria, è vero che la morte è indifferibile rispetto al progetto divino, che l'ha fissata sia nella forma che nei tempi. Nulla e nessuno, salvo la volontà di Dio può, ad esempio, differire una morte prematura, se questa è finalizzata ad annunciare il Regno del Signore. Dio Stesso si è fatto interprete e vittima di questo principio, e per esso ha sacrificato il Figlio Suo. Eppure, se contenuta nei limiti umani del tempo e dello spazio, la morte può essere differita per volontà dell'uomo, quando il Signore gli fornisce gli strumenti necessari ad un soggiorno terreno più lungo e confortevole. Iddio conosce molto bene le tribolazioni terrene dei Suoi figli, e se decide di prolungarne la vita non lo fa per infliggergli altre sofferenze, ma per farne esempio di vita o per concedergli tempi supplementari di ravvedimento. Per quanto riguarda invece l'ultima categoria, quella che sempre più si arricchisce di umane velleità e di superbie incelabili ed irrefrenabili, tutte protese alla conquista dell'immortalità della vita terrena, bisogna dire che questa non è oggetto di disapprovazione totale da parte del Signore. Iddio non può infatti condannare l'inconscio desiderio dell'uomo di ritornare alle origini della propria vita divina, condivisa con il Padre celeste nel paradiso terrestre, cioè in un mondo nel quale ogni creatura vivente era complementare a Dio e all'essere umano, e nel quale spirito e materia convivevano in sublime armonia. Ma non può tollerare che l'uomo si sostituisca a Lui nello stabilire se la morte è ineluttabile, indifferibile, immortale o mortale, o nel tentativo di riportare la vita terrena alle origini della vita immortale. Dal momento che il Signore -e solo Lui- già conosce i modi e i tempi che decreteranno, per giudizio divino, la morte definitiva del peccato e della morte e daranno vita eterna ai vivi e ai morti, in un Regno senza confini. E sarà proprio così
Perciò, care categorie, non vi affannate a cavillare sul discorso della morte, che è giusto che voi temiate per la vostra condizione umana, di chi deve comunque affrontarla non avendone esperienza diretta. Affidatevi piuttosto ad essa, quando lei vi si parerà di fronte, confortati dalla Parola di Dio e dal sacrificio di Gesù, e scoprirete che vi sta strizzando l'occhio nell'istante in cui la sorpassate, varcando le porte del regno della vita.
Ciao a tutti Emilio & C
Mio caro vecchio papiscriba, eccomi tra voi in occasione dei
tradizionali festeggiamenti della nostra Madre amatissima Assunta nel
cielo di Dio Padre, del Figlio Redentore e di tutte proprio tutte le creature, che si
sono guadagnate il diritto alla santa ed eterna beatitudine.
Ma per quale motivo gli uomini
lasciano trascorrere tanto del loro tempo terreno per santificare questo bellissimo riconoscimento
alla bontà sublime ed al fiero coraggio della nostra Misericordiosissima Madre, trasformando
in una ricorrenza la consacrazione eterna di Maria al trionfo ed alla gloria, senza fine e senza
date, del Suo Corpo e del Suo Spirito?
Forse che il tripudio, che i Suoi figli terreni hanno
il dovere di tributarLe, si può esaurire nei pochi fuggevoli attimi di poche ore, di pochi
giorni di preghiera? Non dovrebbe viceversa l'uomo dedicarLe ogni attimo della sua vita, ogni
palpito del proprio cuore, ogni alito dei propri pensieri, per esprimerLe tutta la gratitudine
-ammessso che lo si possa fare veramente- per avere dato e consegnato al mondo intero il Suo Figlio
diletto, offrendoLo come figlio dell'uomo?
Noi, quassù dove vi piace
immaginarci e localizzarci, La festeggiamo incessantemente con tutta la
nostra gratitudine e il nostro amore, perché è grazie a Lei, al Suo sostegno,
alla Sua
intercessione, alla Sua misericordia, che possiamo godere ed inebriarci della Luce di Dio e vibrare
dell'Amore universale e perpetuo, con il quale e per il quale siamo stati concepiti dal Creatore e
siamo indirizzati e guidati dalla mano materna di Colei che, al servizio di Dio, si
è fatta serva ausiliatrice dell'umanità. Perciò apriteLe i
vostri cuori e senza alcun ritegno ed alcuna vergogna, lasciate che li inondi del Suo Amore ed
abbeveratevi delle Sue Parole.
Miei figli amatissimi, è il cuore della vostra madre celeste
che parla ai vostri cuori, per
ringraziarvi dell'amore che mi portate e per esortarvi a renderlo fervido di santi proponimenti
e provvido di sante azioni.
Unitevi con me nella preghiera, ma anche nell'impegno convinto e
costante di non lasciare più
spazio e tempo al peccato dilagante in ogni forma e sostanza. Non arretrate di fronte al Bene
e
all'Amore che vi testimoniamo con tutte le nostre energie e in tutta la Loro veemenza, perché il
male lasci per sempre la terra dei vostri cuori e la nostra bellissima terra.
Sostenetemi ed aiutatemi con la forza concreta del vostro amore,
da elargire nel più completo
spirito di servizio, quello stesso che io ho sempre seguito, dichiarandomi orgogliosamente serva
del Signore. E il male non avrà scampo, così come è già scritto
nel Progetto di Dio.
Così come sta scritto che solo l'uomo, e soltanto lui, nell'essenza dell'Amore che l'ha creato,
si è fatto Dio incarnato e Madre divinizzata, ha la chiave per aprire la porta al Bene
Eterno,
quel Bene che non si manifesterà mai più all'ombra del male. Sicché l'uomo e la donna, che per
primi vi si rifugiarono, finiscano di vagare perseguitati in un mondo ingrato al quale non erano
stati predestinati e ritrovino in cielo il loro paradiso eterno.
Figli miei diletti, so che non mi deluderete. Insieme faremo la gioia e la volontà del Signore e
con Lui e in Lui festeggeremo per sempre le nostre festività. Vi
benedico con il figlio mio,
figli miei adorati, nel nome del Signore.
Caro vecchio papiscriba, ti sento emozionato e confuso al tempo stesso, e avverto il turbamento di mamma. Questi vostri sentimenti non turbino la purezza del messaggio celeste che è dedicato all'umanità intera, anche se capisco che la sorpresa non è di poco conto, anche per chi, come voi, ha una minimo di dimestichezza con le cose del cielo.
Date sfogo a tutta la gioia e all'energia repressa di essere figli di una Mamma così straordinaria, ed assecondateLa tutti insieme nella Sua volontà, che coincide sempre, per vocazione naturale, con quella di Dio. Vi abbraccio nel caldo del mio cuore con tutto l'amore e la fierezza di essere figlio vostro e di Maria al tempo stesso. Bacioni dal vostro Emilio.
Mio caro vecchio scriba, ecco che la penna comincia a scrivere fluida e
veloce sul foglio, come una barca a vela sospinta dal
vento al traverso, dove la potenza si esprime in eleganza. Oppure come un
fuoriscalmo, nel quale il perfetto assieme delle forze trasforma in acquaticità
redditizia la forza bruta e discontinua dei rematori.
L'andatura al traverso è per il veliero il modo di navigare più redditizio e
più inebriante, specie se spira una bella brezza e se le vele sono
regolate con sagacia e precisione. Metterle a segno significa catturare il
vento, non con l'intento di imprigionarlo -e chi ne sarebbe capace!-
ma per farlo divertire in salti, tuffi e capriole su e giù
nell'invelatura, e per rendere l'imbarcazione partecipe della gioia di correre veloce, tra spruzzi di
eccitazione sbarazzina e spumosi fruscii di carezze acquatiche, verso quella
meta laggiù, oltre l'orizzonte.
Ora immagina, caro papi, che il vento di cui stiamo
parlando sia lo Spirito di Dio, che spira benedicente e propizio sulla
barca delle vicende umane, al fine di condurla, dopo aver patito tante traversie, ad un approdo
sicuro e ben protetto per tutto il resto dell'eternità.
La forza del
ventoSpirito è incommensurabile, ma ti invita ad accoglierla nelle vele del tuo
cuore, bendisposte a lasciarsene pervadere, per seguire in armonia con Lui la rotta dell'Amore e
della felicità totale. Non ti vuole fare violenza, né mira a spezzare albero e sartie, o
addirittura a farti affondare. Lo Spirito è l'alito della vita
eterna, più precisamente è Vita Eterna. Ma questa sua
volontà è subordinata alla volontà ed all'abilità dell'uomo di
sfruttarla nella maniera giusta e quindi più vantaggiosa: se non vi è
armonia tra le due volontà non vi è certezza di un viaggio veloce e sicuro, verso
il Mare tranquillo della serenità.
Lo stesso destino è riservato a quei vogatori che lo abbiano, per qualche momento dimenticato, tutti
intenti a far procedere la propria barca a remi, con la sola forza del loro sacrificio
personale e di gruppo. Anche qui, se non esiste l'Armonia -tra le forze
individuali e di queste, insieme con il mezzo di trasporto e con l'elemento in cui si
muove- l'insuccesso è assicurato, perché anche in questo caso la
medaglia d'oro porta impressa l'immagine del non immaginario ma concreto-Regno di
Dio.
Lì è lo Spirito di Dio, che ti ci conduce se il fiuto,
l'esperienza e la fede di buon marinaio vi si affida. Qui è lo spirito di gruppo
e di sacrificio, cioè la forza, l'unione dell'ecclesia,
che sono vincenti nella conquista del primo posto, quello più vicino a Dio
Spirito d'Amore, a Gesù Spirito di sacrificio e forza assoluta di Redenzione, a Maria
Madre nostra amatissima e, in qualità di Mamma Misericordiosa di noi
tutti, simbolo della Chiesa di Cristo e del popolo di Dio.
Capito l'antifona? Bacioni da Emilio barcaiolo.
Ciao ciao, ti auguro una buona e divertente traversata e la buona notte. Dillo a mamma leprottina.
Ciao
La mamma di Emilio partecipa al Convegno del MOVIMENTO DELLA SPERANZA
con un intervento sul tema: I MESSAGGI MARIANI DI EMILIO
Caro papi. Cara mamma, come vorrei mostrarmi ai vostri occhi perché voi mi vedeste come io vi vedo, cioè con gli occhi dello spirito. Vedere con gli occhi dello spirito non è esattamente come vedere con gli occhi. La vista dello spirito non conosce confini né orizzonti e scandaglia ed esplora i cieli, che illuminano e colorano anche i cosiddetti abissi dell'anima, sicché non esistono più segreti, né passati né presenti né futuri.
La vista dello spirito non fotografa immagini di un mondo fatto di fisicità, di profondità, di altezze, ma già conosce tutti i valori eterni di chi è oggetto, si fa per dire, del suo sguardo. Perché in effetti non si tratta di oggetti ma di consistenze spirituali, che si mescolano e si distinguano e si scompongono e si rinnovano, al tempo stesso, nell'indissolubilità sconfinata dello spirito primordiale di Dio.
Detta così, potreste pensare allo spirito come ad un'atmosfera
eterea, un po' gassosa o nebulosa, mal definibile e pressoché
impalpabile. Neanche per sogno. Lo spirito è energia pura, è
scintilla e motore di vita eterna e perciò ustionerebbe il
tatto, accecherebbe la
vista, assordirebbe l'udito, distruggerebbe gusto
e olfatto, se non fossero questi stessi sensi a fare da scudo e da filtro materiale
alla sua potenza inaudita.
E tutto questo non è un vantaggio, ma è
la vera punizione inflitta all'uomo che si vede condannato, per un
attimo di vita terrena o per un'eternità senza fine, a non poter godere di questa energia
fatta della stessa sostanza di Dio.
Ecco dunque perché non potete né
dovete vedermi. Quando sarete in grado di farlo vi sarete già confrontati con
l'Energia Misericordiosa del Padre, con il Suo perdono e nel Suo abbraccio eterno
d'Amore. Divenuti voi stessi spirito residente del Regno di
Dio, crolleranno dissolvendosi tutti i sottili diaframmi,
che vi
impediscono di vedermi spirito quale io sono, ma che, per intercessione della Madre
celeste, vi permettono di ricevermi per posta.
Allora finiremo di versare fiumi di inchiostro, perché si concluda la nostra
bella storia in terra, e cominceremo a scrivere in cielo un'altra bella storia d'amore, che
già da queste letterine durerà in eterno. Per il momento vi
basti immaginarmi come mi sente il vostro cuore e come io vi racconto di me.
Ciao Emilio ./O-O/ in bellavista. Bacioni di buonanotte.Vedete come se la dormono tranquilli e sereni i piccoli miei quando io sono con voi?
Caro il mio papi, mio caro vecchio scriba, mantieni ferma la mano che trascrive i miei, i nostri
pensieri d'amore, non lasciarti vincere da tremori o paure. Il Signore ci ama e ci protegge e per
questo non vuole che manifestiamo debolezze o tentennamenti quando testimoniamo tutto il Suo immenso
ed eterno Amore verso i figli Suoi. I cuori palpitino pure della gioia di accoglierLo e di
lasciarseNe pervadere, ma non tremino per la paura di inebriarseNe o di diventarNe
schiavi. L'Amore di Dio è infatti tumultuosa
carezza, folgorante tenerezza,
roboante armonia, è insomma la tempestosa pace dell'eternità e
per l'eternità.
E' sconvolgente, per la semplicità, la linearità,
l'autenticità che Lo contraddistingue, è strabiliante per
la finalità del Suo progetto, è incredibile per la
gratuità delle Sue prestazioni. Non conosce lascivie, lusinghe, adulazioni. Quando ti dice
che confidando nella Sua misericordia la morte fisica non
intaccherà né disgregherà il tuo diritto alla
gioia eterna non ti sta mentendo, né ha motivi reconditi per farlo
perché già il tuo vivere nella materia, fortificando l'anima dell'amore
che dedichi a Dio, fa parte di quel patrimonio genetico che già è tuo dal
principio dei tempi, dalla creazione delle tue vocazioni.
E quando ti assicura che tu, uomo, sei fatto della Sua stessa pasta in immagine e somiglianza non ti
devi montare la testa né devi crederti un padreterno, perché, se per questa ragione Lo
ripudi, Egli ti abbandonerà per sempre, poiché non ti sei vestito delle Sue vesti
splendide nello spirito, ma ti sei semplicemente coperto la superbia del volto, celandolo dietro la
maschera trasparente ed effimera della tua presunzione. Dio ti considera Sua immagine e
somiglianza solo perché l'amore che gli manifesti direttamente, e che
condividi con i Suoi figli tuoi fratelli, è lo stesso che Egli ci
riserva, da quando ne fece energia d'Amore, Gioia e Armonia creativa. E
così, come Egli fece tutto ciò senza nulla chiedere in cambio,
altrettanto si aspetta da te.
Si aspetta la tua gioia di dare in amore gratuitamente, per riprendere il
cammino della vita eterna, e non con lo scopo di assicurarsi l'eternità. Solo in
questo modo l'uomo tornerà ad assumere l'immagine dello Spirito del Suo
Creatore, e con Lui e in Lui ritornerà a camminare accanto a
Lui, nella gioia persempre. Solo se il suo pentimento sarà sinceramente
ispirato dall'amore, ed impregnato d'amore, solo allora tornerà a vestire i panni della
divina dignità.
E poco importa che la mano o il cuore abbiano tremato per
la paura di avere peccato, perché se così fosse i tuoi peccati ti sono
stati già rimessi. E poco importa se la tua fede ha vacillato, o si
è affievolito verso di Lui l'amore che Gli portavi, e si è appassita la tua vocazione
di figlio di Dio. Se sarai in grado di fartene una ragione e di rivolgerti comunque a Lui
perché te ne rinnovi la consistenza e l'energia, Egli è lì che aspetta e tue
invocazioni e il tuo esame di coscienza, e non ti negherà mai il copioso rifornimento. Solo
chi confida unicamente in se stesso, nelle proprie capacità razionali, facendosene schiavo
per superbia e presunzione, solo chi irride l'amore caritatevole, come strumento compassionevole dei
deboli e dei derelitti, solo chi sostiene che se Dio esiste non ha tempo di occuparsi
delle vicende umane,e quindi non trova motivi per ricorrere al Suo
interessamento, solo costoro non potranno godere del Suo Amore Misericordioso,
non perché Dio non sia in grado di ascoltarli, Lui che conosce i pensieri di tutte le
creature viventi, ma perché essi stessi sono muti e non possono parlarGli. Questo è in
fondo l'unico sacrificio che Dio chiede all'uomo, che Gli rivolga la parola ogni tanto,
facendoGli giungere la voce dell'anima.
Questa è la parola che spalanca le porte già aperte del Suo cuore e dà la vita
all'eternità. Senza tremore, senza paura, senza
pudore rivolgete una volta per sempre la parola al Padre,
che vi ama, miei cari, purché il vostro dialogo con Lui non si riduca alle sole
parole necessarie per invocarNe il perdono. Dio è un piacevole ed amabile Parlatore. Siamo
noi che non Lo stiamo mai a sentire quando andiamo a zonzo su
quella sfera che sembra non fermarsi mai, ma che
cesserà di girare quando l'ultimo uomo avrà rivolto la parola a Dio.
Noi siamo qui in tanti ad aspettare quell'attimo di vita terrena. Nell'attesa bacioni da tutti per
tutti.
Ciao dal vostro inguaribile chiacchierone.
Emilio
Mio caro vecchio scriba fedele, per quanto tu possa essere prezioso con mamma nell'opera di
divulgazione dei sentimenti amorosi della comunione delle sante emozioni, è ora di
riappropriarci dei nostri specifici ruoli. Io detto e tu trascrivi fedelmente,
per fare partecipi dello schietto pensiero del cielo le anime e le menti di quegli uomini che, come
voi, si aspettano una buona Parola e un segnale di incoraggiamento, una
carezza affettuosa dell'Amore di quassù. Non fare il tapiro come tuo solito, non ficcanasare
nei nostri pensieri, non cercare di dire la tua anche in queste cose, non voler essere prof. A tutti
i costi. Lasciati guidare dalla nostra sapiente conoscenza della realtà
eterna che ci vivifica e vi attende, fatti scolaro attento, studioso, ricettivo e
magari anche un po' secchione.
Ascolta, scrivi e impara. Scrivi, apprendi e ama. Solo
così non finirà di scrivere amore questa inesauribile penna dall'inchiostro
indelebile su fogli di carta e sulle nuvole del cielo. E quando sarai
quassù, vedi di meritartelo, continueremo a scrivere a due, a tre, cento, mille,
un'infinità di mani, inni di gloria a Dio, alla Madre Misericordiosa, al Figlio Suo Redentore
ed allo Spirito che tutto pervade di santità, perché il Loro Amore, congiunto a quello
poderoso di tutte le creature celesti, non difetti mai nel sostegno di coloro che in
terra combattono la quotidiana battaglia con il male fisico e morale.
Su
dunque, umile anche in questo, e per questo non sentirti sottovalutato e mortificato. Non prendere
per umiliazione questo dono, questo privilegio così grande, ma non
sentirti neppure mortificato dagli
immancabili signorsottutto e adessotispiegoio, che ti
contesteranno l'automatismo della nostra scrittura.
Di automatico c'è solo il rapporto
tra la loro presunzione e la loro ignoranza. Non
rinunciare, come essi fanno, alla luce della ragione che Iddio ci ha donato per illuminare gli
angoli più bui dell'anima e per spaziare sugli sconcertati limiti della conoscenza
umana.
Che la luce della ragione diventi faro e guida di
quella fede, senza la quale presunzione e sicumera diventano
certezza del nulla, del vuoto assoluto e del più concreto non essere.
Che la luce della
ragione aiuti a scrutare nei più oscuri recessi
del cuore per ritrovarvi quel Dio rimosso ma non definitivamente sfrattato.
Perché il Signore non si lascia sfrattare
tanto facilmente da una casa che ha dato in dono per conviverci per l'eternità con il
comproprietario. Magari si fa relegare in cantina o in soffitta, pur di non vedersi scacciar via.
Solo se gli demolisci l'abitazione, se ne va via sconsolato e disamorato.
Amore,
consolazione, speranza e fede sono le categorie mentali che la ragione ispirata da Dio mette al
servizio dell'uomo, per non farsi sopraffare dalle
tribolazioni terrene e dominare dalle inevitabili ribellioni. Una ragione asservita all'edonismo di
una vita senza futuro o all'affannosa ricerca di una materiale immortalità vanifica la ragion
d'essere della ragione, perché il male, quando se ne è completamente impadronito, non
sente ragioni. E nel suo regno non v'è ragion che tenga.
Non ho ragione, caro vecchio
scriba fedele? Una ragione di più perché tu ti faccia interprete filologico delle
nostre ragioni.
Bacioni stimatissimi. Emilio
Mio caro vecchio scriba fedele, per quanto tu possa essere prezioso, con mamma nell'opera di divulgazione dei sentimenti amorosi della comunione delle sante emozioni, è ora di riappropriarci dei nostri specifici ruoli. Io detto e tu trascrivi fedelmente, per fare partecipi dello schietto pensiero del cielo le anime e le menti di quegli uomini che, come voi, si aspettano una buona Parola e un segnale di incoraggiamento, una carezza affettuosa dell'Amore di quassù.
Non fare il tapiro come tuo solito, non ficcanasare nei nostri pensieri, non cercare di dire la tua anche in queste cose, non voler essere prof. a tutti i costi. Lasciati guidare dalla nostra sapiente conoscenza della realtà eterna, che ci vivifica e vi attende, fatti scolaro attento, studioso, ricettivo e magari anche un po' secchione.
Ascolta, scrivi e impara. Scrivi, apprendi e ama Solo così non finirà di scrivere amore, questa inesauribile penna dall'inchiostro indelebile, su fogli di carta e sulle nuvole del cielo. E quando sarai quassù, vedi di meritartelo, continueremo a scrivere a due, a tre, cento, mille, un'infinità di mani, inni di gloria a Dio, alla Madre Misericordiosa, al Figlio Suo Redentore ed allo Spirito che tutto pervade di santità, perché il Loro Amore, congiunto a quello poderoso di tutte le creature celesti, non difetti mai nel sostegno di coloro che in terra combattono la quotidiana battaglia con il male fisico e morale
Sii dunque umile anche in questo, e per questo non sentirti sottovalutato e mortificato. Non prendere per umiliazione questo dono, questo privilegio così grande, ma non sentirti neppure mortificato dagli immancabili signorsottutto e adessotispiegoio, che ti contesteranno l'automatismo della nostra scrittura. Di automatico c'è solo il rapporto tra la loro presunzione e la loro ignoranza. Non rinunciare, come essi fanno, alla luce della ragione che Iddio ci ha donato per illuminare gli angoli più bui dell'anima e per spaziare sugli sconcertati limiti della conoscenza umana.
Che la luce della ragione diventi faro e guida diquella
fede, senza la quale presunzione e sicumera diventano certezza del nulla, del vuoto
assoluto e del più concreto non essere.
Che la luce della ragione aiuti a scrutare nei
più oscuri recessi del cuore, per ritrovarvi quel Dio rimosso, ma non definitivamente
sfrattato. Perché il Signore non si lascia sfrattare tanto facilmente da una
casa che ha dato in dono, per conviverci per l'eternità con il comproprietario. Magari si fa
relegare in cantina o in soffitta, pur di non vedersi scacciar via. Solo se gli demolisci
l'abitazione, se ne va via sconsolato e disamorato.
Amore, consolazione, speranza e fede sono le categorie mentali che la ragione, ispirata da Dio, mette al servizio dell'uomo, per non farsi sopraffare dalle tribolazioni terrene e dominare dalle inevitabili ribellioni. Una ragione asservita all'edonismo di una vita senza futuro o all'affannosa ricerca di una materiale immortalità, vanifica la ragion d'essere della ragione, perché il male, quando se ne è completamente impadronito, non sente ragioni. E nel suo regno non v'è ragione che tenga.
Non ho ragione, caro vecchio scriba fedele? Una ragione di più perché tu ti faccia interprete filologico delle nostre ragioni. Bacioni stimatissimi. Emilio
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